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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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Come esempio, sia perché chiaro, sia perché ampiamente stu<strong>di</strong>ato, riporto quello del melodramma. <strong>Il</strong><br />

melodramma si struttura in un alternarsi <strong>di</strong> arie e recitativi. Durante il recitativo, che è una sorta <strong>di</strong><br />

declamato, <strong>di</strong> parlato intonato, l'azione scenica procede: scorre il tempo dell'eloquio parimenti al tempo<br />

reale dell'azione. <strong>Il</strong> momento dell'aria rappresenta invece una pausa nello sviluppo drammaturgico, ma<br />

ospita la manifestazione <strong>di</strong> "azioni interiori", che si palesano in forme puramente musicali e non in eventi<br />

scenici. L'aria è quin<strong>di</strong> una sospensione temporale dell'azione del dramma, ma apre le porte alla scena<br />

dei moti interiori, conduce ad un'altra <strong>di</strong>mensione dove i tempi sono <strong>di</strong>latati, elastici, relativi.<br />

In linea generale, gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> L. Anolli e R. Ciceri hanno <strong>di</strong>mostrato che gli stati emotivi ad alto livello <strong>di</strong><br />

attivazione psicofisiologica (come paura, collera e gioia), presentano una durata <strong>di</strong> frase più breve e una<br />

velocità <strong>di</strong> eloquio maggiore. Viceversa emozioni come il <strong>di</strong>sprezzo o la tristezza sono caratterizzate da<br />

velocità d'espressione più lenta. Naturalmente l'unità <strong>di</strong> confronto è "la durata della frase standard" ,<br />

che è stata scientificamente calcolata e che costituisce il punto <strong>di</strong> riferimento in base al quale ogni scarto<br />

sarà significativo e denotante.<br />

Le <strong>di</strong>namiche<br />

Un altro parametro caratteristico dello stile vocale è l'intensità. Percepita come volume, è<br />

fisiologicametne dovuta alla pressione ipolaringea e alla forza fonoespiatoria. Le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> volume<br />

vengono descritte da G. Cardona in termini <strong>di</strong> rapporti spaziali e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze.<br />

"Per <strong>di</strong>re qualcosa <strong>di</strong> confidenziale abbassiamo la voce, anche se questo non è<br />

sempre strettamente necessario; è un segnale per ridurre fisicamente la cerchia<br />

degli interessati; è come se ci avvicinassimo all'interlocutore, costringendolo a<br />

fare altrettanto ed escludendo gli altri. Alla stessa finalità risponde la qualità <strong>di</strong><br />

voce usata tra confessore e confessando; anche se la confessione avvenisse in<br />

una chiesa vuota, e dunque al riparo da orecchie in<strong>di</strong>screte, il tono sarebbe pur<br />

sempre basso; e il confessionale tra<strong>di</strong>zionale, "preconciliare", era costruito in<br />

modo che, effettivamente assai vicini, confessando e confessore potessero<br />

parlarsi all'orecchio. L'effetto inverso suggeriamo se alziamo la voce come se<br />

stessimo gridando; richiameremo un interlocutore assente o spaesato usando un<br />

tono <strong>di</strong> voce speciale, che simula l'eco <strong>di</strong> un richiamo a <strong>di</strong>stanza. Poiché quel<br />

richiamo e quella intonazione sarebbero appropriati solo se dovessimo farci<br />

sentire da lontano, è come far capire che l'interlocutore non è lí davanti a noi,<br />

ma altrove, su una nuvola magari, o nel mondo della luna; e da questi mon<strong>di</strong><br />

deve essere richiamato: "Ooh mi senti? Guarda che parlo a te!"".<br />

Inoltre il volume della voce viene gestito dal soggetto come una possibilità <strong>di</strong> incisività negli eventi:<br />

necessità <strong>di</strong> far sentire ed evidenziare la propria presenza; colpire l'altro col proprio tono, usando la voce<br />

come materia per aggre<strong>di</strong>re e per dare valenza alla propria persona (ad esempio in un rimprovero o in un<br />

litigio).<br />

Lo sforzo fisiologico per una grande intensità si richiama allo sforzo impiegato per l'esecuzione <strong>di</strong> una<br />

maggior accentazione, che come visto prevede uno scoppio <strong>di</strong> tensione. Anche in questo caso il volume<br />

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