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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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LA TECNICA VOCALE.<br />

La tecnica è il complesso <strong>di</strong> norme da seguire nella pratica <strong>di</strong> un'arte; proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> lavorazione che<br />

implica un uso pratico <strong>di</strong> strumenti, quin<strong>di</strong> implica una padronanza, cioè la conoscenza <strong>di</strong> ciò che lo<br />

strumento può dare, può fare, e la conoscenza del "come" fare per ottenere risultati voluti. Nel caso<br />

nostro, lo strumento è la voce:<br />

"La voce, ove la si voglia utilizzare, costringe quasi subito all'articolazione; il solo<br />

vocalizzo stanca abbastanza presto, in quanto tutti lo sentono, sia pure<br />

inconsciamente, come un'utilizzazione molto sommaria, sicuramente incompleta,<br />

dell'apparato vocale che è capace <strong>di</strong> prodezze più raffinate. Questa reazione è, in<br />

certo qual modo, un segno <strong>di</strong> umano rispetto: articolare dei suoni che preservino<br />

la qualità propria dell'uomo".<br />

P. Boulez tratta delle problematiche relative al rapporto Parola e Musica, fissando l'attenzione in<br />

particolare sulla possibilità "<strong>di</strong> un incontro privilegiato e durevole" tra i due linguaggi me<strong>di</strong>ante il concetto<br />

<strong>di</strong> struttura.<br />

L'incontro è possibile e duraturo perché avviene sul campo comune della struttura, che prevede gli<br />

aspetti fondamentali del tempo, della forma e della tecnica vocale.<br />

La tecnica vocale, (la proso<strong>di</strong>a, l'accentazione, l'intonazione, nei sensi più lati), è quin<strong>di</strong> uno dei terreni<br />

comuni <strong>di</strong> musica e <strong>di</strong> poesia.<br />

"A seconda che ci si allontani più o meno dalla trascrizione <strong>di</strong>retta, si passa per le <strong>di</strong>verse categorie che<br />

portano dal parlato al cantato, ossia, da un'assenza <strong>di</strong> convenzione, alla convenzione assoluta".<br />

Seguendo la trattazione <strong>di</strong> Boulez, si è provato a tracciare le varie tappe <strong>di</strong> questo processo, passando<br />

sinteticamente in rassegna le principali tecniche vocali.<br />

<strong>Il</strong> parlato puro è fondamentalmente eterogeneo rispetto alle strutture musicali: <strong>di</strong>fferiscono<br />

nell'utilizzazione degli intervalli, nei valori ritmici e nel tempo, gerarchizzati e organizzati nella musica,<br />

istintivi nel parlato. "Corpi estranei in presenza l'uno dell'altro, la cui mescolanza è soltanto fisica, si<br />

percepiscono su piani <strong>di</strong>fferenti".<br />

La declamazione ritmata permette invece, <strong>di</strong> unire, grazie ad una <strong>di</strong>stribuzione organizzata <strong>di</strong> accenti, i<br />

due piani su una superficie comune.<br />

Lo Sprechgesang aggiunge a tutto questo "l'approccio" degli intervalli in un ambito ristretto.<br />

<strong>Il</strong> canto, <strong>di</strong>stribuendo gli intervalli su una tessitura più estesa, "guida alla coincidenza della voce e dello<br />

strumento", raggiunta, infine, dalla soppressione della parola o dalla <strong>di</strong>stensione dell'articolazione, in<br />

quanto la voce estrae dalle parole la loro sonorità.<br />

La proso<strong>di</strong>a passa <strong>di</strong> conseguenza, dalla totale servitù alla totale in<strong>di</strong>pendenza dal testo: "da<br />

un'elocuzione naturale a una declamazione convenzionale". Una stessa gradazione si ritrova nel modo in<br />

cui la voce viene accompagnata o si inserisce nel blocco strumentale, facendone parte.<br />

Zumthor tiene a precisare che non è propriamente una questione <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>. <strong>Il</strong> movimento dal parlato al<br />

cantato non conosce né tappe né scale. Abitu<strong>di</strong>ni, pregiu<strong>di</strong>zi collettivi, ideologie finiscono per con<strong>di</strong>zionare<br />

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