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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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8-La Musica <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione orale in Abruzzo<br />

La trascrizione <strong>di</strong> un brano <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione orale sul pentagramma, un arrangiamento,<br />

un’orchestrazione, una libera trasposizione per pianoforte, ha causato un così forte impoverimento<br />

delle caratteristiche proprie della musica <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione orale (da un punto <strong>di</strong> vista demoantropologico<br />

e musicologico) da determinarne la sua quasi totale estinzione. Epitaffio la tarantella per pianoforte.<br />

Dall’altro lato molti stu<strong>di</strong>osi delle tra<strong>di</strong>zioni, seguendo un istinto romantico hanno trascritto i testi<br />

senza il loro contesto musicale, finendo cosi <strong>di</strong> smembrare quel corpus in<strong>di</strong>ssolubile cui musica e<br />

canto partecipano. Insensibilmente si è passati da folklore/musica tra<strong>di</strong>zionale a folklorismo/musica<br />

popolare che non sono sinonimi. I folklorismi sono rappresentazioni più o meno artistiche e infedeli<br />

o ad<strong>di</strong>rittura inventate della tra<strong>di</strong>zione, manifestate in mo<strong>di</strong> e luoghi remoti rispetto alla tra<strong>di</strong>zione.<br />

In questo passaggio sono stati accantonati centinaia <strong>di</strong> brani musicali, canti e <strong>di</strong> balli mentre un<br />

unico motivo globalizzante, apocrifo, agiografico, vola vola vola (composta da Albanese -<br />

Dommarco, 1922), trionfava ignaro del <strong>di</strong>sastro, nel 1953 vincitore <strong>di</strong> un festival europeo ad<br />

epitaffio della tra<strong>di</strong>zione musicale abruzzese. Un altro esempio é reginella campagnola <strong>di</strong> C.<br />

Bruno e Eldo Di Lazzaro (1939), composizione che nulla ha a che fare con lo stile e i contenuti della<br />

musica e del canto <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione orale abruzzese. Nel secolo appena passato, il cambio culturale ha<br />

agito profondamente e rapidamente spostando la proprietà della musica, del canto e della danza dal<br />

popolo ad Enti impersonali come le case e<strong>di</strong>trici, la SIAE, la RAI, le emittenti ra<strong>di</strong>ofoniche, i gestori<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scoteche, le multinazionali.<br />

<strong>Il</strong> risultato ultimo è la decontestualizzazione e defunzionalizione della musica tra<strong>di</strong>zionale in<br />

opposizione al sincretismo culturale della musica abruzzese che consiste nella sua tracciabilità<br />

filologica e ontologica sia in linea cronologica che in linea trasversale quando <strong>di</strong>venta, anzi è<br />

sempre, parte integrante della cultura tra<strong>di</strong>zionale, della storia, ballo, rito magico o religioso, cibo,<br />

poesia come espressione dei sentimenti umani, senza filtri estetici, morali o manierismi. Non si<br />

cantava ne a coro e a solo esisteva solo il cantare assieme e solo durante le fasi salienti della vita.<br />

Nella tra<strong>di</strong>zione non esiste una netta <strong>di</strong>fferenza tra musica, canto e ballo e resta sempre il fatto che<br />

spesso la voce e le semplici percussioni fatte con parti del corpo od oggetti comuni sostituiscono lo<br />

strumento musicale.<br />

Pochi frammenti ancora casualmente affiorano nella memoria degli abruzzesi e magari degli<br />

emigranti che ritornano per la festa del paese, ma è solo una pallida realtà rispetto all’originale. Dal<br />

dopoguerra ai giorni nostri cito il lavoro <strong>di</strong> Bruni, Nataletti, Lomax, Carpitella, Profeta, Gandolfi, De<br />

Silvestre, Giancristofaro, Gala e Di Virgilio.<br />

Domenico Di Virgilio ha cercato <strong>di</strong> riproporre lo scavo archeologico delle tra<strong>di</strong>zioni musicali<br />

abruzzesi, ma per essere creduto ha dovuto usare l’arido linguaggio del purista, del fonetista, del<br />

musicologo tecnico, ponendoci il dubbio se la <strong>di</strong>stanza che c’è tra noi e la musica tra<strong>di</strong>zionale non<br />

sia ormai troppo grande.<br />

Pino Gala ha fatto un opera unica <strong>di</strong> salvataggio e raccolta <strong>di</strong> dati etnocoreologici che ancora deve

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