Quale futuro per i produttori di latte in Italia? - Centro Ricerche ...

2. INDIVIDUAZIONE DEI DRIVER 15
ha ribadito che non sarà possibile arrestare l’eccessivo sfruttamento delle
risorse idriche europee, notoriamente limitate, e invertire le tendenze in
atto senza un’azione più incisiva.
L’Unione europea sta quindi lavorando all’ambizioso obiettivo di integrare
la politica sulle acque in obiettivi politici più ampi a tutti i livelli, sia
in ambito comunitario che su scala nazionale e regionale. La parola chiave
sulla quale si lavorerà è sostenibilità. Ormai c’è consapevolezza che non si
possa consumare l’acqua destinata alle generazioni future.
In molte zone dell’Europa l’equilibrio tra domanda di acqua e risorse
idriche disponibili ha raggiunto un punto critico. La penuria di acqua e
la siccità sono diventate sfide importanti e i cambiamenti climatici non
semplificheranno le cose.
Le norme comunitarie, in primo luogo la Direttiva quadro sulle acque
2000/60/CE, prevedono misure per la messa in atto di politiche dei prezzi
dell’acqua atte a incentivare un uso efficiente della risorsa e un adeguato
recupero dei costi dei servizi idrici, incluso il costo ambientale e della
risorsa.
Una gestione ottimale delle acque, inoltre, dovrebbe basarsi su una gerarchia
di interventi che privilegi la gestione della domanda e le possibilità
di intervenire individuando nuove forme di approvvigionamento idrico
dovrebbe essere considerata solo dopo aver esaurito tutte le possibilità di
risparmio idrico.
La Commissione, con la Comunicazione COM (2012) 673 finale Piano
per la salvaguardia delle risorse idriche europee ha concluso il riesame
della politica in materia, incluse le misure riguardanti carenza idrica e
siccità.
Il Piano propone un approccio strategico basato su tre pilastri:
1. migliorare l’attuazione della politica idrica dell’UE sfruttando tutte
le opportunità date nel quadro della legislazione in vigore. Ad esempio,
aumentando la diffusione delle misure di ritenzione naturale delle
acque, come il ripristino di zone umide e pianure alluvionali, o un’applicazione
più efficace del cosiddetto principio del “chi inquina paga”,
ma anche ricorrendo alla misurazione del consumo con una tariffazione
delle acque e a una migliore analisi economica;
2. integrare maggiormente gli obiettivi di politica idrica in altri settori
strategici correlati, come l’agricoltura, la pesca, le energie rinnovabili,
i trasporti e i Fondi di coesione e strutturali;
3. colmare le attuali lacune, in particolare in merito agli strumenti necessari
per incrementare l’efficienza idrica. A tale proposito il Piano
prevede che gli Stati membri stabiliscano degli obiettivi in materia di
contabilità delle acque e di efficienza idrica e che siano elaborati degli
standard per il riutilizzo delle acque.