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Quale futuro per i produttori di latte in Italia? - Centro Ricerche ...

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2. INDIVIDUAZIONE DEI DRIVER 45<br />

In generale, si osserverà una maggiore <strong>in</strong>cidenza delle malattie, mastiti<br />

comprese, a seguito:<br />

- dell’<strong>in</strong>cremento della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> <strong>in</strong>setti che sono i pr<strong>in</strong>cipali vettori<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi virus (<strong>per</strong> esempio, blue tongue);<br />

- dell’aumento della sopravvivenza <strong>di</strong> virus da un anno all’altro;<br />

- del miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita <strong>per</strong> nuovi <strong>in</strong>setti vettori che<br />

ora sono limitati dalle basse tem<strong>per</strong>ature.<br />

All’opposto, aree normalmente caratterizzate da basse tem<strong>per</strong>ature e<br />

abbondanti piogge potrebbero <strong>di</strong>ventare più favorevoli all’allevamento bov<strong>in</strong>o,<br />

con una riduzione della mortalità dei vitelli.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista zootecnico i pr<strong>in</strong>cipali orientamenti <strong>per</strong> ridurre gli<br />

effetti dello stress termico devono mirare:<br />

– al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni ambientali <strong>di</strong> allevamento;<br />

– al miglioramento genetico delle bov<strong>in</strong>e;<br />

– all’adozione <strong>di</strong> idonee tecniche <strong>di</strong> razionamento.<br />

2.5.2. Strategie <strong>di</strong> lotta al cambiamento climatico<br />

Il cambiamento climatico è una delle emergenze ambientali che sta<br />

maggiormente preoccupando a livello mon<strong>di</strong>ale e che sta <strong>in</strong>fluenzando le<br />

scelte politiche degli organismi <strong>in</strong>ternazionali e dei s<strong>in</strong>goli governi.<br />

Secondo il Libro Verde dell’Unione europea sull’adattamento ai cambiamenti<br />

climatici <strong>in</strong> Europa il cambiamento climatico pone <strong>in</strong> rilievo una<br />

doppia sfida:<br />

– ridurre le emissioni <strong>di</strong> gas responsabili dell’effetto serra, parte dei<br />

quali <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e agricola e zootecnica;<br />

– adattarsi ai cambiamenti climatici <strong>per</strong> attenuarne gli effetti sfavorevoli.<br />

In entrambi i casi, l’agricoltura e la zootecnia sono chiamate a fornire<br />

il loro contributo. In particolare, il settore è tenuto a ridurre le emissioni<br />

<strong>di</strong> protossido <strong>di</strong> azoto, attraverso un razionale utilizzo dei concimi e l’impiego<br />

<strong>di</strong> adeguate tecniche <strong>di</strong> lavorazione del terreno, e <strong>di</strong> metano, che<br />

deriva dai processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>gestione dei rum<strong>in</strong>anti (bov<strong>in</strong>i e ov<strong>in</strong>i).<br />

Emissioni <strong>di</strong> CO2<br />

I risultati <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> pubblicati negli ultimi anni hanno <strong>in</strong><strong>di</strong>cato<br />

nelle attività zootecniche uno dei pr<strong>in</strong>cipali responsabili delle emissioni <strong>di</strong><br />

CO 2 <strong>in</strong> atmosfera.<br />

Il <strong>di</strong>battito tra gli stu<strong>di</strong>osi è ancora a<strong>per</strong>to rispetto a quanto sia l’effettivo<br />

contributo della zootecnia alle emissioni e, <strong>di</strong> conseguenza, quanto

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