Quale futuro per i produttori di latte in Italia? - Centro Ricerche ...

2. INDIVIDUAZIONE DEI DRIVER 43
milioni di morti in tutto il mondo nel 2002, il 29% dei quali concentrato
in Africa. L’aumento della temperatura non farà altro che incrementarne
la portata e l’impatto.
L’Europa meridionale e l’intero bacino del Mediterraneo (Portogallo,
Spagna, Francia meridionale, Italia, Slovenia, Grecia, Malta, Cipro, Bulgaria
e Romania meridionale) saranno le zone più colpite dalla siccità. Le
stime collocano il calo delle precipitazioni annuali fino al 40% rispetto ai
livelli del 1990 entro il decennio 2080, mentre le temperature supereranno
di 4-5°C in media quelle attuali. La riduzione delle precipitazioni e l’aumento
delle temperature incrementeranno fortemente il rischio di carenza
idrica, siccità, ondate di calore, incendi boschivi e perdita di specie ed
ecosistemi.
Per l’Italia, i modelli su scala regionale indicano un riscaldamento in
tutte le stagioni, ma con un massimo d’estate e un minimo d’inverno. Le
piogge vengono indicate in diminuzione su tutta la penisola in estate e, in
maniera minore, in primavera e in autunno. In inverno le precipitazioni
sono previste in aumento sull’Italia settentrionale e in riduzione su quella
meridionale. A questo si accompagneranno periodi di siccità e incremento
della frequenza di eventi piovosi di forte intensità.
2.5.1. Impatto sulla produzione zootecnica
Complementare al Libro Bianco dell’UE, il documento settoriale sull’agricoltura
(SEC(2009) 417) sintetizza le principali ripercussioni dei cambiamenti
climatici sull’agricoltura comunitaria, analizza gli adeguamenti
necessari, descrive le implicazioni per la PAC ed esplora i possibili orientamenti
per gli interventi futuri. Di seguito, vengono riportate le principali
considerazioni del documento UE sugli effetti del cambiamento climatico
su agricoltura e zone rurali europee.
Riscaldamento ed eventi estremi, come le ondate di calore, avranno
effetti diretti sulla salute, la crescita, la produzione e la riproduzione degli
animali, ma anche effetti indiretti legati alla mutata produttività dei pascoli
e delle culture foraggere e alla distribuzione territoriale delle malattie
degli animali.
Si ritiene che le ripercussioni saranno estremamente negative per gli
allevamenti estensivi al pascolo, dove le condizioni climatiche influenzeranno
direttamente la quantità di foraggio disponibile e le possibilità di
riparo per gli animali.
Nelle zone mediterranee le temperature più elevate e le scarse precipitazioni
estive accorceranno il periodo di pascolamento e ridurranno
la quantità e la qualità di foraggio disponibile, mentre nelle zone umide
nord-occidentali il riscaldamento, se moderato, potrà essere benefico per