Quale futuro per i produttori di latte in Italia? - Centro Ricerche ...

3. L’IMPRESA DA LATTE DEL 2030: VALUTAZIONE DEI DRIVER 63
Questo meccanismo si è concretizzato nonostante il sistema lattiero-caseario
italiano fosse tutto sommato un sistema geograficamente piuttosto
chiuso, infatti il mare e la barriera alpina pongono dei limiti ben precisi
all’importazione del latte liquido dai Paesi confinanti, gravando il prodotto
d’importazione di costi di trasporto significativi. Nonostante ciò, l’importazione
di latte liquido, in cisterna o confezionato, negli ultimi anni si è
sempre attestato sui 2 milioni di tonnellate di prodotto.
Con l’archiviazione del sistema delle quote latte in programma dal
1° aprile 2015, il principio del mantenimento dei prezzi basato sull’aggregazione
dell’offerta rimane, ma il meccanismo viene totalmente stravolto.
Non ci sarà più infatti una quota produttiva imposta ai produttori e controllata
centralmente, ma si darà agli allevatori, grazie al Pacchetto latte,
la possibilità di unirsi e di commercializzare quantità di prodotto significative
in modo aggregato fino al 33% del latte nazionale prodotto.
Un altro elemento importante è la volontarietà, nel senso che la possibilità
di aggregarsi e di formare una organizzazione di prodotto sarà
volontaria e quindi toccherà agli allevatori gestire le quantità di prodotto
in funzione della domanda.
3.2. Macroaree di driver (variabili esogene)
3.2.1. Normative/regolamentazioni/politiche
(nazionali e internazionali)
Il ruolo delle normative nel settore agricolo ha avuto sino ad oggi un
peso particolarmente elevato, superiore a quello di ogni altro settore nel
determinare la sua struttura e le sue performance economiche. Si ritiene
che nei prossimi decenni il ruolo degli organi di governo e delle relative
politiche continuerà ad avere un peso essenziale, ai fini della regolazione
del mercato internazionale e ai fini del reindirizzo strategico (e della tipologia
stessa di attività economica) delle imprese agricole. Tale reindirizzo
(l’uso quindi della leva fiscale, nonché il mantenimento, anche se a livelli
ridotti, dei contributi statali e comunitari) stimolerà l’azione di salvaguardia
e tutela del territorio e la diffusione di tecnologie energetiche (biogas,
energia solare). Produrre energia andrà però a scontrarsi con la necessità
di utilizzare le risorse – terreni in primo luogo – ai fini della produzione di
latte e dei bisogni primari legati all’alimentazione. Per questo si ritiene che
a regime solo un numero limitato di imprese si convertirà alla produzione
di energia, attività che resterà, comunque, marginale.
In tale contesto, è probabile che si vada verso un assetto di governo
del sistema agricolo nazionale intermedio fra quello attuale, fortemente
pianificato dall’alto, e quello di completa liberalizzazione dei prezzi e delle