Quale futuro per i produttori di latte in Italia? - Centro Ricerche ...

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IL PROGETTO INNOVALATTE 2030
citare ritenendo più opportuno gestire i propri processi di innovazione in
piena autonomia, senza interferenze e senza i ritardi che spesso l’intervento
incentivante pubblico presenta, ma anche per mantenere adeguati
margini di segretezza.
Il mancato sostegno finanziario pubblico può limitare, però, l’effettiva
realizzazione di innovazioni da parte delle imprese, che sono costrette a
basarsi sulle sole risorse finanziarie proprie. Si possono così determinare
ritardi nell’introduzione di innovazioni, con conseguente perdita di competitività
di alcune aziende, che vengono perciò marginalizzate nel mercato
e anche costrette ad uscirne.
Scenario B (A2, B1)
Mercato autoregolato – Bassa capacità
di innovazione tecnologica
In questo scenario gli imprenditori del settore lattiero-caseario sono
in grado di condividere regole comuni per strutturare e condizionare l’offerta,
acquisendo così potere contrattuale sul mercato nazionale e anche
internazionale. Ciò consente di evitare oscillazioni e tendenziali riduzioni
del prezzo del latte, che si mantiene a livelli tali da assicurare una buona
redditività aziendale. I disciplinari DOP vengano rafforzati in quanto consentono
di assicurare distintività ai prodotti e di praticare prezzi più elevati
con una significativa redditività.
La propensione degli imprenditori ad associarsi e a focalizzarsi su esigenze
comuni consente loro, tramite le associazioni, di essere un interlocutore
forte e ascoltato dalle istituzioni pubbliche. In questo modo sono
in grado di ottenere l’elaborazione di politiche pubbliche a sostegno dello
sviluppo del settore, nonché di influenzare l’emanazione di normative e di
regolamentazioni (ad esempio, riguardo agli impatti sull’ambiente delle
attività aziendali e al benessere degli animali) in modo da renderle più
equilibrate e non penalizzanti. Il mercato viene regolato da barriere e vincoli
alla concorrenza internazionale, che consentono alle imprese di sopravvivere
senza significativi investimenti aziendali.
Si viene così a determinare un contesto politico ed economico-ambientale
in larga misura protettivo degli imprenditori del settore, che ricevono
stimoli attenuati dal mercato e dalla competizione, e che rispondono con
una limitata spinta ad utilizzare l’innovazione tecnologica come leva fondamentale
per assicurarsi successo sul mercato e con una bassa capacità
di concepire e di attuare processi e progetti innovativi.
Questa situazione è largamente legata al limitato ricambio generazionale
ai vertici delle aziende. I giovani non sono attratti, in quanto l’attività
agricola si svolge in condizioni organizzative e ambientali scarsamente
compatibili con gli stili di vita presi a riferimento e con le loro aspettative.