Quale futuro per i produttori di latte in Italia? - Centro Ricerche ...

2. INDIVIDUAZIONE DEI DRIVER 21
l’impatto della riforma e favorire il cosiddetto atterraggio morbido, e
cioè un’uscita indolore dal sistema delle quote. In termini di budget UE
questa misura ha pesato in media nel 2007-2009 per 2,7 miliardi di euro
annui. C’è inoltre una componente di aiuto calcolata sulla base delle
colture praticate nel triennio 2000-2002. L’importo complessivo è ripartito
in un numero di titoli pari alla superficie agricola a disposizione
nel periodo di riferimento. I titoli disaccoppiati in capo ai produttori
di latte hanno, pertanto, un valore variabile, in relazione al grado di
intensità produttiva registrato nel 2005: si va da qualche centinaia di
euro per ettaro, fino a superare il migliaio di euro per ettaro. In media
nella Pianura Padana si può considerare un importo di 600-800 euro. In
montagna e in collina, il valore del titolo disaccoppiato è minore, dato
il carattere più estensivo del modello zootecnico;
– interventi nell’ambito della Politica di Sviluppo Rurale (PSR), che per
le aziende zootecniche da latte riguardano gli aiuti a fondo perduto per
l’esecuzione di progetti di investimento (strutture, attrezzature, macchinari),
le indennità compensative per le aziende di montagna e delle
aree svantaggiate e i premi per l’assunzione di impegni quinquennali
agro-ambientali e sul benessere animale;
– oltre a questi elementi, sono presenti altre disposizioni europee che, a
rigore, sono fuori dalla PAC, ma che comunque incidono sui comportamenti
e sulle performance delle aziende da latte. Ci riferiamo alle politiche
in materia di qualità, informazione al consumatore, trasparenza
ed equilibrio del potere negoziale nella filiera.
In relazione alle prospettive della PAC nel settore lattiero lattiero-caseario,
l’indirizzo generale è verso il ridimensionamento delle misure di mercato
contenute nel Regolamento 1234/2007. Queste misure sono già state
oggetto di una sostanziale riduzione negli ultimi anni e sono destinate a un
ulteriore indebolimento nel medio termine (PAC 2014-2020). Per la maggior
parte di esse, inoltre, si può verosimilmente prevedere la definitiva
soppressione nel lungo periodo (oltre il 2020). L’abolizione di tali misure
tende ad avere effetti analoghi alla soppressione delle quote di produzione,
e cioè l’avvicinamento dei prezzi interni del latte a quelli internazionali e
un aumento della volatilità del mercato.
In base al dibattito in corso sul futuro della PAC, si può prevedere una
ulteriore revisione delle politiche di sviluppo rurale, con il consolidamento
nel medio termine degli interventi per la competitività. Ciò al fine di favorire
la transizione dopo l’abolizione del regime delle quote, il rafforzamento
nel medio e lungo termine degli interventi sulle risorse umane, la
revisione e una diversa collocazione delle misure ambientali, con un deciso
orientamento verso la remunerazione dei beni pubblici prodotti dall’agricoltura,
altrimenti non remunerati dal mercato.