Quale futuro per i produttori di latte in Italia? - Centro Ricerche ...

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IL PROGETTO INNOVALATTE 2030
– le disposizioni riguardanti gli aspetti ambientali, di benessere degli animali,
di salubrità, salute e sicurezza alimentare, formulate a livello di
Unione europea e implementate dagli Stati membri, ai quali spetta,
peraltro, il compito di eseguire i controlli e sanzionare le inadempienze.
A tutto ciò si aggiunge un ulteriore elemento da non trascurare e cioè
gli interventi della politica agricola nazionale, che in Italia sono condivisi
tra Stato e Regioni. Rientrano in questa categoria il sistema delle agevolazioni
(contributive, fiscali, previdenziali, ecc.) e i classici interventi di
politica agraria (misure di mercato e strutturali) a completamento e integrazione
di quelli realizzati dall’Unione europea tramite la PAC.
La PAC, le regole che sovrintendono al WTO e la politica ambientale
sono oggetto di continui ed importanti cambiamenti, i quali si riflettono
sulle condizioni di funzionamento della filiera lattiero-casearia, andando
a impattare sulle performance delle aziende, sulla struttura e sull’organizzazione
del settore e sulle condizioni nelle quali si svolge la competizione.
Per esempio, dal 1991 al 2008 si sono susseguite ben quattro diverse
riforme della PAC, che hanno cambiato i connotati dell’intervento pubblico
europeo sul settore agricolo. Un quinto ciclo riformatore è iniziato
nel 2009 ed oggi è in pieno svolgimento: la nuova PAC sarà applicata nel
periodo intercorrente tra il 2014 e il 2020.
Di seguito, vengono approfondite le misure e il budget previsti dalla
PAC per le aziende da latte; per questo settore la PAC ricopre un ruolo importante,
con una spesa nel triennio 2007-2010 che è stata in media ogni
anno di 3,5 miliardi di euro, in calo rispetto al periodo precedente, e pari
a circa 26 euro per ogni tonnellata di latte prodotto.
Senza entrare nello specifico delle singole misure, esse si articolano in:
– misure di mercato (quote di produzione, prezzi di intervento, acquisto
e stoccaggio delle eccedenze, protezione alle frontiere), il cui scopo è di
sostenere il prezzo sul mercato europeo al di sopra di quello che si determinerebbe
in una situazione di equilibrio di piena concorrenza. Senza
voler dare il dettaglio di tutte le voci di spesa, le restituzioni alle esportazioni
nel 2007-2009 pesavano annualmente per meno di 500 milioni
di euro, in forte calo rispetto agli anni precedenti. Sempre nello stesso
periodo, lo stoccaggio ha impegnato circa 37 milioni di euro, anche in
questo caso in forte diminuzione;
– pagamenti diretti annuali per sostenere il reddito dei produttori.
Dal 2004 il grosso dei pagamenti diretti è disaccoppiato, vale a dire calcolato
sulla base di dati storici di riferimento individuali ed erogati ai
beneficiari a prescindere dal livello produttivo corrente. Gli aiuti sono
quantificati sulla base della quota latte posseduta dall’allevatore al 31
marzo 2005 e ammontano a poco più di 3 centesimi di euro per ogni
chilogrammo di quota in portafoglio. Questo sostegno disaccoppiato è
stato introdotto in vista dell’abolizione delle quote latte, per mitigare