argomenti 2.pdf - Acta Otorhinolaryngologica Italica
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Risultati oncologici e funzionali delle laringectomie sopracricoidee estese<br />
è stato possibile conservare anche l’epiglottide sovraioidea.<br />
La pessia è stata pertanto eseguita tra trachea e ioide<br />
in 2 casi (TIP) e tra trachea, epiglottide residua e ioide<br />
nei restanti 4 (TIEP). In tutti i pazienti è stato associato<br />
uno svuotamento linfonodale laterocervicale selettivo<br />
mono- o bilaterale dei livelli II-IV, associato al livello VI<br />
e ad emitiroidectomia nei casi in cui vi era erosione dello<br />
scudo tiroideo o importante estensione sottoglottica. Tutti<br />
i pazienti sono stati sottoposti a follow-up post-operatorio<br />
eseguito con esami videoendoscopici periodici per una durata<br />
media di 27 mesi (range: 5-81). Sono state statisticamente<br />
calcolate, utilizzando le curve attuariali di Kaplan-<br />
Meier, la sopravvivenza globale, la sopravvivenza libera<br />
da malattia e la preservazione d’organo a 5 anni. Infine<br />
è stato eseguito uno studio funzionale focalizzando l’attenzione<br />
sulle complicanze dell’intervento nell’immediato<br />
postoperatorio e tardive, sul tempo di ospedalizzazione,<br />
sulla necessità di posizionamento di sondino naso-gastrico<br />
(SNG) o, eventualmente, di gastrostomia, e quindi sul<br />
tempo del loro utilizzo prima della ripresa dell’alimentazione<br />
per le vie naturali, sul tempo di mantenimento della<br />
cannula tracheostomica e valutando in modo oggettivo la<br />
funzione fonatoria sia mediante test soggettivi, con questionari<br />
compilati dal paziente in modo da assegnare un<br />
punteggio all’handycap determinato dalla disfonia nello<br />
svolgimento delle normali attività quotidiane (Voice<br />
Handycap Index – VHI), che una valutazione percettiva<br />
della voce (mediante scala GRBAS – Grade, Roughness,<br />
Breathiness, Aesthenia, Strain) e, infine, un’analisi oggettiva<br />
della stessa utilizzando un sistema computerizzato<br />
multidimensionale (Multi Dimensional Voice Program o<br />
MDVP), successivamente è stata analizzata la funzione<br />
deglutitoria sottoponendo i pazienti ad un questionario per<br />
la valutazione soggettiva della funzione deglutitoria (M.D.<br />
Anderson Dysphagia Inventory questionnaire – MDADI)<br />
il cui punteggio va da 0 a 100 (in cui gli estremi indicano<br />
rispettivamente la deglutizione soggettivamente percepita<br />
dal paziente come peggiore immaginabile e quella del<br />
tutto normale), un esame fibroscopico flessibile durante<br />
deglutizione di bolo semiliquido ed una videofluoroscopia<br />
con pasto opaco. I risultati ottenuti sono stati paragonati<br />
con una coorte di pazienti trattati con laringectomie sovra<br />
cricoidee “classiche” al fine di valutare se vi fossero differenze<br />
statisticamente significative tra i due gruppi.<br />
Risultati<br />
Due pazienti (11%) sono deceduti, in 1 caso per polmonite<br />
ab ingestis dopo 4 mesi dall’intervento di TCIEP-RT e 1<br />
dopo 29 mesi per carcinoma polmonare, scoperto durante<br />
gli esami radiologici eseguiti nel corso del follow-up. In<br />
1 paziente è stato diagnosticato un carcinoma polmonare<br />
in stadio precoce che è stato trattato chirurgicamente mediante<br />
lobectomia. La sopravvivenza globale a 5 anni è<br />
risultata pertanto dell’89%, la sopravvivenza determinata<br />
del 100% (nessun paziente morto per la neoplasia indice),<br />
mentre la preservazione d’organo dell’83%. L’analisi<br />
condotta sui dati recuperati dalle cartelle cliniche ha evidenziato<br />
che in 6 pazienti (33%) si sono sviluppate complicanze<br />
postoperatorie: in 3 si è verificata una deiscenza<br />
della pessia (rispettivamente in V, VI e VIII giornata), in 2<br />
casi avvenute in pazienti che avevano subito un pregresso<br />
trattamento radiante, un paziente ha sviluppato una fistola<br />
salivare peristomale, mentre 2 pazienti sono stati ricondotti<br />
in sala operatoria per la comparsa di emorragie. Tre<br />
pazienti (17%) hanno sviluppato polmoniti ab ingestis, 2<br />
risoltesi con terapia antibiotica durante il ricovero e in 1<br />
caso a distanza di 4 mesi dall’intervento, con comparsa di<br />
insufficienza respiratoria acuta e morte. A tutti i pazienti<br />
è stato posizionato al termine dell’intervento SNG il cui<br />
tempo medio di mantenimento è stato di 20 giorni (range:<br />
13-40). In 1 paziente è stato necessario eseguire una<br />
gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) per la mancata<br />
ripresa dell’alimentazione per le vie naturali. Tutti i<br />
pazienti sono stati sottoposti a tracheotomia temporanea<br />
al V-VI anello tracheale e la dipendenza dalla via aerea<br />
artificiale è stata in media di 18 giorni (range: 7-50). In 2<br />
pazienti (11%) non è stato possibile rimuovere la cannula:<br />
di questi, 1 presentava una riduzione dello spazio respiratorio<br />
dovuta alla dislocazione anteriore dell’aritenoide,<br />
l’altro edema della mucosa ridondante dell’ipofaringe.<br />
L’analisi condotta tra questi dati e quelli relativi al gruppo<br />
delle sovra cricoidee “classiche” non ha evidenziato differenze<br />
statisticamente significative. Non significative sono<br />
risultate, inoltre, le differenze relative ai dati ottenuti per<br />
la fonazione e la deglutizione.<br />
Conclusioni<br />
Ancora oggi circa la metà dei pazienti giunge ad una diagnosi<br />
di carcinoma laringeo già in stadio avanzato (T3-T4<br />
con o senza N+). Fino a pochi decenni fa la terapia di prima<br />
scelta per queste forme era rappresentata dalla laringectomia<br />
totale che consentiva un controllo ottimale sia sulla<br />
malattia primitiva che a livello regionale. A partire dai primi<br />
anni ’90, l’approccio terapeutico al carcinoma laringeo<br />
in fase intermedio-avanzata, soprattutto negli Stati Uniti e<br />
nell’Europa Settentrionale, è cambiato in modo radicale.<br />
Si cerca, infatti, di conservare integra la struttura laringea<br />
o di mantenere parti dell’organo in modo da consentirne il<br />
mantenimento delle funzioni, a vantaggio della qualità di<br />
vita del paziente. Negli Stati Uniti e nei paesi Anglosassoni,<br />
soprattutto, si è visto il graduale abbandono di terapie<br />
chirurgiche di tipo conservativo, visti gli elevati costi di<br />
gestione dei malati a fronte di costi relativamente contenuti<br />
applicando, invece, protocolli di conservazione d’organo<br />
di tipo medico, sfruttando strumentazioni e farmaci utilizzabili<br />
anche per la cura di tumori di altri distretti, tuttavia,<br />
la risposta al trattamento non è equiparabile per tutte le lesioni<br />
laringee, soprattutto quelle in stadio avanzato, facendo<br />
sorgere, pertanto, il problema di un’adeguata selezione<br />
dei pazienti da arruolare in tali protocolli di conservazione<br />
d’organo. Molteplici studi, eseguiti in centri di riferimento<br />
per la cura delle neoplasie della laringe, hanno dimostrato<br />
come la riduzione del volume neoplastico in risposta alla<br />
chemio-induzione sia un fattore prognosticamente positivo<br />
al successivo trattamento radiante o chemio-radiante, ottenendo<br />
in tal modo risultati paragonabili alla laringectomia<br />
totale nella cura del tumore, ma mantenendo integra la<br />
struttura laringea 4-6 . Tuttavia, il limite maggiore di questi<br />
lavori è che le neoplasie vengono solitamente classificate<br />
in base al loro stadio, più che in relazione alla sola categoria<br />
di T. Come conseguenza, molte neoplasie vengono<br />
considerate avanzate (III-IV stadio) più in relazione allo<br />
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