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argomenti 2.pdf - Acta Otorhinolaryngologica Italica

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Argomenti di ACTA otorhinolaryngologica italica 2009; 3: 76-78<br />

Valutazione sul modello in vitro di carcinoma<br />

squamocellulare di testa e collo dell’anticorpo<br />

monoclonale C225 come sensibilizzante<br />

all’apoptosi<br />

D. Rizzo, F. Bussu, V. Giglia, G. Almadori, G. Paludetti<br />

Istituto di Clinica Otorinolaringoiatrica, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma<br />

76<br />

Introduzione<br />

Il carcinoma squamocellulare rappresenta circa il 95% dei<br />

tumori maligni della testa e collo. Le sedi più colpite sono<br />

il cavo orale e la laringe. Nonostante i progressi tecnologici,<br />

la prognosi negli ultimi 20 anni è invariata 1 , mentre si<br />

è osservato un miglioramento dei risultati funzionali. Particolare<br />

attenzione è stata data ai trattamenti non chirurgici<br />

degli HNSCC, in particolare ai farmaci ad azione metabolica,<br />

tra di essi l’anticorpo monoclonale contro il recettore<br />

per EGF: il Cetuximab. Il recettore per il fattore di crescita<br />

dell’epidermide (EGFR), chinasi membro della famiglia<br />

HER, è un proto-oncogene, distribuito omogeneamente<br />

sulle normali cellule epiteliali umane ed iper-espresso in<br />

diversi carcinomi, oltre che nelle precancerosi e nei tessuti<br />

sani adiacenti alle lesioni tumorali, dove rappresenta un<br />

indicatore indipendente di malignità 2 . L’unione tra il recettore<br />

ed i suoi ligandi naturali porta ad un cambiamento<br />

conformazionale che promuove l’omo, etero o oligodimerizzazione<br />

che risulta nell’attivazione della tirosin-chinasi<br />

intracellulare che va incontro all’autofosforilazione divenendo<br />

capace di fosforilare altre proteine della membrana<br />

o del citosol 3 , conducendo all’espressione dei protooncogeni<br />

c-fos e c-myc, all’incremento del turnover del<br />

fosfatidilinositolo, alla progressione del ciclo cellulare,<br />

ad una ridotta capacità apoptotica, all’angiogenesi 3 e che<br />

è coinvolta nella regolazione della differenziazione delle<br />

cellule epiteliali. Per questi motivi la ricerca si è impegnata<br />

nello sviluppare un anticorpo monoclonale chimerico<br />

umano-murino, C225 (Cetuximab), la cui azione competitiva<br />

si esplica sul dominio extracellulare dell’EGFR, dove<br />

il frammento Fab del Cetuximab va a legarsi, creando una<br />

conformazione tale da impedire sia il legame con i fattori<br />

di crescita, sia il processo di dimerizzazione alla base dell’attivazione<br />

di questi recettori, inducendo l’endocitosi e<br />

la degradazione lisosomiale del complesso ligando-recettore,<br />

ed esplicando così una down-regulation dell’EGFR.<br />

L’uso del C225 è volto a potenziare l’attività antitumorale<br />

dei trattamenti citotossici convenzionali (chemio e radioterapia)<br />

inibendo simultaneamente la progressione del ciclo<br />

cellulare, favorendo l’apoptosi, riducendo la proliferazione,<br />

l’angiogenesi, l’invasività e la metastatizzazione 4 : nei<br />

pazienti con HNSCC avanzato l’azione del Cetuximab,<br />

insieme ad alte dosi di RT, ha mostrato un incremento statisticamente<br />

significativo della sopravvivenza 4 , al contrario<br />

è stata dimostrata un’efficacia limitata del C225 quando<br />

somministrato come singolo agente; anche la terapia<br />

combinata cetuximab/cisplatino ha mostrato dei risultati<br />

notevoli, specie in quei pazienti con neoplasie recidivanti<br />

o metastatiche che presentano una particolare refrattarietà<br />

alla chemioterapia 3 .<br />

Obiettivo del lavoro<br />

Il nostro studio si pone lo scopo di valutare la linea di<br />

coltura Hep-2 come modello sperimentale per stabilire se<br />

il trattamento con anti-EGFR sortisca un qualche effetto<br />

sulle cellule tumorali, valutarne la natura, l’entità e la riproducibilità,<br />

ed infine determinare l’eventuale interazione<br />

dell’anticorpo monoclonare con il Cisplatino nell’induzione<br />

dell’apoptosi e individuarne i meccanismi d’azione<br />

a livello molecolare.<br />

Materiali e Metodi<br />

Gli studi sono stati condotti su una linea cellulare denominata<br />

HEP-2, originante da cellule umane di SCC della<br />

laringe, propagata per circa 18 mesi. La valutazione della<br />

crescita cellulare è stata eseguita mediante conta del numero<br />

di cellule al microscopio ottico a contrasto di fase<br />

in camera emocitometrica di Bunker. L’entità dell’apoptosi<br />

indotta dai farmaci è stata valutata mediante l’utilizzo<br />

della metodica di colorazione con Hoechst 33258,<br />

colorante vitale in grado di legarsi al DNA effettuata circa<br />

24 ore dopo l’esposizione al farmaco e valutata al microscopio<br />

a fluorescenza ad una magnificazione di 400x.<br />

La valutazione delle cellule si è basata sulla morfologia<br />

del nucleo cellulare: sono stati considerati fenotipi normali<br />

i nuclei con fluorescenza omogenea, mentre i nuclei<br />

apoptotici sono stati identificati in base alla brillantezza<br />

della fluorescenza ed alla presenza di addensamenti di<br />

cromatina. Il grado di apoptosi è stato calcolato come il<br />

rapporto tra il numero di cellule andate incontro a morte<br />

cellulare ed il numero totale di cellule visualizzabili per<br />

campo. La significatività statistica delle differenze tra le<br />

conte cellulari è stato calcolato mediante test t di student,<br />

mentre i valori di crescita cellulare sono stati comparati<br />

con il test ANOVA.<br />

Risultati e Discussione<br />

Il primo esperimento ha permesso di determinare la concentrazione<br />

adeguata di Erbitux necessaria per avere un

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