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34 RICERCA SU INSETTICIDI UTILIZZABILI SECONDO IL METODO DI PRODUZIONE BIOLOGICO DI PRODOTTI AGRICOLI Fabio Molinari – Piero Cravedi Istituto di Entomologia e Patologia vegetale – Facoltà di Agraria U.C.S.C. – Piacenza – e-mail entomo@pc.unicatt.it Introduzione La protezione del pesco con il metodo biologico di produzione è attuata da alcuni anni con vari prodotti ad azione antiparassitaria di cui non è ben nota l’efficacia. Varia attività sperimentale è stata condotta negli anni con finalità non sempre aderenti alle esigenze del metodo. La valutazione dell’efficacia dei prodotti antiparassitari non può essere fatta prescindendo dal metodo complessivo di coltivazione che è determinante nell’influenzare la sensibilità delle piante agli attacchi parassitari. La carenza di informazioni sull’argomento non consente di avere un quadro preciso del ruolo che certi prodotti possono svolgere nella difesa delle colture (pesco e di melone nella presente ricerca). L’obiettivo che ci si propone di ottenere dati che, tenendo conto della filosofia del metodo della produzione biologico, risultino valutabili secondo criteri scientifici. l’Istituto di Entomologia di Piacenza svolge dal 1998 una Ricerca su insetticidi utilizzabili secondo il metodo di produzione biologico di prodotti agricoli nell’ambito del Progetto: Difesa delle produzioni in agricoltura biologica promosso dal MINISTERO PER LE POLITICHE AGRICOLE. La ricerca si inserisce sulla “produzione integrata” nei pescheti che da anni l’Istituto di Entomologia di Piacenza sta conducendo in varie regioni italiane in collegamento con le principali istituzioni di ricerca europee. Materiali e Metodi Sono state effettuate prove parcellari per determinare l’efficacia nel controllo di insetti di alcuni prodotti per l’agricoltura biologica. Inizialmente i prodotti da sperimentare erano quassine ed oli vegetali su afide verde del pesco e su Aphis gossypii su cucurbitacee, ryania su Cydia molesta su pesco. In corso di svolgimento, anche in relazione all’interesse mostrato da parte dei produttori interpellati per l’esecuzione della sperimentazione, sono state inserite prove con Azadiractina in sostituzione di quelle con oli vegetali, che non è stato possibile allestire per mancanza di interesse da parte di tecnici ed agricoltori; in fase avanzata sono state inserite prove per la valutazione di ryanodine contro Cydia funebrana. Pertanto le prove effettuate nel progetto sono state: Quassio contro M. persicae su pesco (su reinfestazioni dopo la fioritura) Quassio contro A. gossypii su melone (anguria) Ryania contro C. molesta su pesco Ryania contro Cydia funebrana su susino Azadiractina 3 contro C. molesta su pesco Azadiractina 3 contro M. persicae su pesco Azadiractina 3 contro A. gossypii su melone (anguria) 1 - Polvere micronizzata (400 g/hl) 2 - polvere setacciata 180 mm, con contenuto di ryanodine 0,1%. (600 g/hl) 3 - Oikos, Sipcam (100 g/hl) Il progetto prevede una prima fase dedicata alla determinazione dell’efficacia, mentre nelle fasi successive verranno ricercati i criteri per un’utilizzazione ottimale dei prodotti. Lo schema di base è stato il seguente: Aphis gossypii. Prove parcellari secondo lo schema proposto dall’EPPO su cotone. Trattamento effettuato all’inizio dell’arrivo degli insetti alati e ripetuto dopo 7 giorni. Myzus persicae. Prove parcellari. 1998-1999: trattamenti effettuati sulle reinfestazioni in post-fioritura quando l’azione degli antagonisti inizia a manifestarsi e potrebbe essere influenzata negativamente da trattamenti a base di piretro o rotenone. 2000-2001: concentrando maggiormente l’attenzione sull’azadiractina, sono stati valutati gli effetti di trattamenti pre e postfiorali. Cydia molesta. Prove parcellari. Trattamenti effettuati sulle larve della seconda generazione per meglio evidenziare il livello di efficacia. Cydia funebrana. Prova a parcelloni sulle larve di seconda generazione. I trattamenti sono stati ripetuti 3 volte (2 per ryania) a distanza di 8-10 giorni. Risultati PDF creato con FinePrint pdfFactory versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint 152
Vengono qui riportati i risultati di alcune prove rappresentative. Aphis gossypii: le scarse infestazioni nei campi sperimentali non hanno consentito di trarre indicazioni chiare. Nella prova di Castellazzo Bormida (a) Myzus persicae: le prime prove hanno evidenziato una limitata attività del quassio sulle reinfestazioni, mentre più interessante è risultata l’azione di azadiractina; buona l’efficacia prefiorale, chiaramente migliorata dalla ripetizione del trattamento in postfioritura (b). Cydia molesta. Sia azadiractina sia rianodine hanno mostrato una attività variabile, ma complessivamente tale da suggerire ulteriori approfondimenti, sia sulle modalità applicative, sia sulle formulazioni; in particolare le rianodine hanno presentato alcune difficoltà in fase di preparazione e di distribuzione, e nonostante ciò hanno fornito risultati quasi sempre in linea, e talvolta superiori a quelli dei preparati a base di Bacillus thuringiensis.. Un esempio è riportato in figura c. Cydia funebrana. E’ stata effettuata una sola prova nel 2002 su parcelloni con 2 repliche. Dal grafico (d) si può osservare che nelle parcelle trattate con ryania e azadiractina si è registrato un calo nell’infestazione, mentre in quelle trattate con Bacillus thuringiensis una scarsa azione può essere evidenziata solo dalla riduzione dell’incremento del fitofago, con un risultato finale comunque non differente rispetto al testimone. PDF creato con FinePrint pdfFactory versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint 153
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