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Bollettino n. 184 - Società Filosofica Italiana

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2001): per un bilancio. Modello di cultura e ruolo formativo), Tiziano Tussi (La “scomparsa”<br />

dei giovani tra la fine del Novecento e il nuovo secolo) e Luca Nolasco (Un illuminista nel<br />

Salento: Giuseppe Palmieri). Alla pubblicazione di due brevi testi inediti di Giulio Preti, dedicati<br />

ad una critica del pensiero liberaldemocratico ed al fallibilismo popperiano, segue la sezione<br />

“Archivio della memoria”, destinata a trattare di problemi e figure della Resistenza. Vi compaiono<br />

saggi di Oscar Luigi Scalfaro (La difesa della memoria quale strumento di libertà), Franco<br />

Giannantoni (Dante Di Nanni oggi), Giovanni Pesce (Dante Di Nanni gappista: un ricordo). Ne<br />

risulta un quadro assai composito, in cui si ricordano i valori della Resistenza e la necessità di<br />

tenerli bene a mente, per costruire un’identità nazionale critica e responsabile, consapevole del<br />

sacrificio su cui si fonda.<br />

La penultima sezione, “Problemi della scuola”, raccoglie i saggi di Fabio Minazzi (Le<br />

radici della riforma scolastica di Berlusconi nella “nuova scuola” di Luigi Berlinguer),<br />

Alessandra Chiappano (La genesi delle scuole di specializzazione all’insegnamento secondario<br />

nella storia della scuola italiana), Giuseppe Anceschi (Lettera sulla scuola e la sua deriva aziendale).<br />

Ne emerge una lettura a più voci degli attuali problemi dell’insegnamento e delle nuove<br />

modalità di reclutamento concorsuale, in un confronto serrato tra gli annosi problemi della scuola<br />

italiana e le tendenze al rinnovamento avanzate nelle due ultime legislature dalle compagini politiche<br />

che si sono alternate al governo del Paese. Le “Cronache” e le “Recensioni” chiudono questo<br />

ricco volume di una rivista ormai “storica”, sottratta alle aride fauci dell’oblio e finalmente<br />

restituita a se stessa. L’appello al dialogo ed al libero confronto tra posizioni critiche con cui<br />

viene riproposta all’attenzione degli studiosi colpisce ed affascina. È questa, del resto, la più bella<br />

lezione del Protagora storico, sofista sì, ma convinto assertore del carattere esclusivamente<br />

umano della conoscenza. Con tutti i rischi e i limiti che l’assenza di garanzie metaindividuali<br />

comporta.<br />

Sandro Ciurlia<br />

F.C. Manara, Comunità di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova didattica<br />

della filosofia, Lampi di stampa, Milano 2004, pp. 271.<br />

L’autore, sotto il patrocinio del Centro Interuniversitario per la Didattica della Filosofia<br />

di Bari e Padova, riunisce in un sol volume alcuni scritti che nel corso degli anni lo hanno visto<br />

attivo nella sperimentazione didattica nonché nella riflessione teorica a supporto della prassi. Il<br />

lavoro sulle pratiche filosofiche è, a suo giudizio, un momento significativo sia per le attività,<br />

nella scuola secondaria, sia per la formazione, in campo universitario. Non vuol essere la presentazione<br />

di un risultato conclusivo, ma più che altro una relazione su di un cammino sempre in<br />

evoluzione.<br />

Otto sono i saggi raccolti in quest’opera tutti legati da una matrice comune che fa da<br />

sfondo, il laboratorio in filosofia. Esso non va visto nell’ottica di una concezione riduttivistica<br />

che lo consideri tale solo in presenza delle nuove tecnologie, ma va concepito come comunità di<br />

ricerca atta al filosofare, per cui sbagliano coloro che lo intendono come semplice insieme di tecniche.<br />

Nel primo saggio, Per un ‘laboratorio di Filosofia’ (pp. 15-61), l’autore si pone il «compito<br />

di pensare il progetto di un laboratorio di filosofia che assuma la questione delle tecnologie<br />

come sua componente sostanziale»; e per fare ciò ridiscende al significato della pratica del filosofare<br />

consistente nell’attivazione di un processo formativo attraverso l’esercizio del pensiero critico<br />

e speculativo. Così concepita la pratica del filosofare, di necessità segue che, come l’oralità e<br />

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