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Bollettino n. 184 - Società Filosofica Italiana

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Capograssi”); sono seguite le relazioni di Mario D’Addio (Interessi filosofici e spirito religioso),<br />

Gennaro Savarese (Qualcosa su “tempi” e “ritmi”), Antimo Negri (Memorie della mia amicizia<br />

intellettuale con Filippone-Thaulero), Nino Borsellino (Una poetica dell’Attesa), Giuseppe<br />

Riconda (La ricerca filosofica di V. Filippone-Thaulero tra fenomenologia ed esistenzialismo);<br />

Valentino Cecchetti (Forma chiusa e sonetto nella poesia contemporanea), Giuseppe Papponetti<br />

(Voci e silenzi poetici in V. Filippone-Thaulero), Enzo Randone (Profezia e realtà nei versi di V.<br />

Filippone-Thaulero). Ha concluso la giornata la premiazione dei vincitori del Premio di saggistica<br />

filosofica “Vincenzo Filippone-Thaulero”, giunto alla sua II edizione e rivolto agli studenti<br />

delle scuole medie superiori. Gli Atti di questo convegno saranno pubblicati dal Centro Studi<br />

“Vincenzo Filippone-Thaulero”, al quale potrà essere richiesta copia del volume (via Milli, c/o I<br />

Direzione Didattica, 64026 Roseto degli Abruzzi).<br />

Nato a Roma nel 1930, di origini rosetane, Vincenzo Filippone-Thaulero fece parte della<br />

cerchia di collaboratori di Luigi Sturzo a partire dal 1954 e diresse la rivista «Sociologia». Grazie<br />

ad una borsa di studio dalla Humboldt-Stiftung presso l’Università di Münster ebbe modo di<br />

approfondire lo studio della fenomenologia e della filosofia dei valori. Tradusse l’Etica di<br />

Nicolai Hartmann e pubblicò due volumi su <strong>Società</strong> e cultura nel pensiero di Max Scheler<br />

(Giuffrè, Milano 1963-1966). Conseguita la libera docenza in filosofia morale, ottenne vari incarichi<br />

presso il Magistero e la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Salerno (1965-<br />

1970). Nel 1972 vinse il concorso a cattedra per filosofia morale presso il Magistero di Salerno.<br />

Morì l’11 settembre 1972 in un tragico incidente automobilistico insieme alle figlie Gabriella ed<br />

Elisabeth e alla cognata Maria Antonietta Savini. Il Centro Studi che porta il suo nome è nato nel<br />

2004, grazie all’iniziativa di Vincenzo Di Marco, Giulia Proti, Claudia Ettorre (soci della SFI di<br />

Teramo), di Adriana Piatti e Pasquale Avolio, con lo scopo di studiare l’opera edita ed inedita di<br />

Filippone-Thaulero nei suoi vari aspetti, attraverso l’organizzazione di dibattiti, seminari, convegni,<br />

conferenze, incontri.<br />

Il convegno ha presentato due importanti novità librarie. La prima, in ordine di tempo, è<br />

il volume degli Atti della I giornata di studi, svoltasi il 20 maggio 2003 a Roseto degli Abruzzi,<br />

dal titolo Vincenzo Filippone-Thaulero. Sociologia, Filosofia, Poesia, pubblicato dalla casa editrice<br />

Edigrafital di Teramo nel settembre 2004. Questo primo convegno ha visto la partecipazione<br />

di importanti relatori sulla figura umana e culturale del Nostro. Tra gli altri ricordiamo gli interventi<br />

di Vincenzo Cerulli Irelli, Francesco Mercadante, Gabriele De Rosa, Giovanni Ferretti,<br />

Vittorio Mathieu, Vincenzo Clemente, Maria Cerreto, Luciano Russi (Rettore dell’Università<br />

degli Studi di Teramo) e l’invio di saluti da parte di Pasquale Venditti (allora Vice-presidente<br />

nazionale della SFI), Gianni Vattimo, Mauro Laeng, Roberto Ricci (presidente della sezione teramana<br />

della SFI). La seconda novità è la pubblicazione del volume di poesie di Vincenzo<br />

Filippone-Thaulero, dal titolo Non è perduto il segno, uscito presso le Edizioni di Storia e<br />

Letteratura di Roma nel dicembre 2004 grazie alla cura sapiente di Carla Sabine De Rosa, vedova<br />

dell’autore, con una importante presentazione di Gennaro Savarese e con disegni e incisioni di<br />

Gaetano Pompa. Il volume conclude un lungo ciclo di letture e di ristampe dopo la comparsa di<br />

Seconda attesa (Edizioni Neri Pozza) e di Il mare ha voce, ha voce il vento (Edizioni di Storia e<br />

Letteratura, Roma 2003). Ed è la nota introduttiva a Non è perduto il segno, scritta da Carla<br />

Sabine De Rosa, ad offrirci una espressiva immagine di Vincenzo Filippone-Thaulero, le mani<br />

dietro la schiena, raccolto in silenziosa preghiera, che «cammina davanti alla faccia di Dio»: un<br />

atteggiamento che sintetizza appieno il significato dell’intera sua opera poetica e filosofica.<br />

Vincenzo Di Marco<br />

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