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Bollettino n. 184 - Società Filosofica Italiana

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RECENSIONI<br />

Aristotele, Eubulo o della ricchezza. Dialogo perduto contro i governanti ricchi, autentico falso<br />

d’autore di E. Berti, Guida, Napoli 2004, pp. 96.<br />

Platone, Repubblica Libro XI, Lettera XIV. Socrate incontra Marx lo Straniero di Treviri, autentico<br />

falso d’autore di M. Vegetti, Guida, Napoli 2004, pp. 56.<br />

Aristotele ha effettivamente scritto un dialogo intitolato Eubulo in cui sembra che si parlasse<br />

di ricchezza, ma l’Eubulo ideato da Enrico Berti è un falso perché costituisce una sua libera ricostruzione.<br />

Quanto poi a Platone, tutti sanno che la sua Repubblica era in dieci libri, non undici, e del<br />

resto a Platone sono state attribuite tredici, non quattordici epistole. Con questi due libretti siamo<br />

dunque nel regno della pura affabulazione (o fiction). Ai nudi dati editoriali ha senso aggiungere<br />

che i due volumetti sono usciti in una collana diretta (e, sento dire, ideata) da Giovanni Casertano.<br />

In questo caso sono dunque scesi in campo alcuni riconosciuti maestri della filosofia antica in Italia,<br />

ma per un progetto che in prima battuta si direbbe giocoso e solo giocoso: provare a immaginare un<br />

incontro tra Socrate e Marx che possa in qualche modo inserirsi nella cornice della Repubblica,<br />

oppure provare a scrivere un dialogo di Aristotele che non ci è pervenuto, dunque inventarselo di<br />

sana pianta. L’editore informa, del resto, che tra gli altri “autentici falsi d’autore” ora in preparazione<br />

ci sono un falso Marx che scrive la Storia della lotta di classe nell’agro nocerino-sarnese, un<br />

falso Torquato Tasso, una falsa Saffo e magari – provo ad immaginare – un falso Dostojevski e un<br />

falso Nietzsche, un falso Heidegger e un falso Wittgenstein. Il tutto ad opera di autentici professionisti,<br />

grandi connoisseurs dell’uno o dell’altro autore, come chiaramente sono i due soli studiosi<br />

finora usciti allo scoperto. Si ammetterà che la situazione incuriosisce, ma non invoglia poi tanto a<br />

fare dei pronostici su cosa possa mai venir fuori da una miscela del tipo indicato.<br />

In compenso, ora possiamo andare a vedere. E capiamo subito che quella di Enrico Berti è<br />

stata un’idea felice: egli ha provato a scrivere un dialogo “di Aristotele” partendo dalla constatazione<br />

che in nessun caso noi siamo in grado di rappresentarci lo scambio di idee tra i personaggi messi<br />

in scena da Aristotele in questo o quel suo dialogo, perché sul conto di queste opere disponiamo di<br />

informazioni decisamente troppo povere. Ha dunque provato a inventarne uno di sana pianta, sia<br />

pure con il tenue appiglio di poche e assai reticenti testimonianze, ed ha immaginato che ai tempi<br />

del vecchio Platone si organizzassero di tanto in tanto dei simposi ad alto livello, per i membri più<br />

autorevoli della scuola. Leggiamo dunque che Aristotele, in veste di personaggio leader del dialogo,<br />

esordisce dicendo: «Quest’anno, cari amici, tocca a me organizzare e presiedere il tradizionale<br />

simposio della nostra scuola. Non so se sarà altrettanto interessante di quello, organizzato alcuni<br />

anni fa dal nostro maestro, Platone, sulla sua dottrina delle idee», né di altri organizzati in seguito.<br />

Segue una garbata presentazione dei luoghi, dei personaggi, della figura di Eubulo e del tema: se gli<br />

uomini di governo sono troppo ricchi, se possiedono poco meno che il monopolio degli spettacoli,<br />

se hanno un potere fin troppo grande. Ne nasce una conversazione plausibile, a tratti addolcita da<br />

qualche bella trovata conversazionale, che coinvolge Platone, Aristotele, Speusippo, Senocrate e<br />

Teofrasto. Tanto basta perché prenda forma una rappresentazione garbata e plausibile della scuola<br />

di Platone e dei suoi esponenti intorno all’anno 350 a.C., dunque di un momento particolarmente<br />

significativo della tradizione filosofica occidentale, di cui sarebbe difficile tracciare un rapido e<br />

convincente profilo. Il risultato è insomma istruttivo. Il libretto lo si legge con gusto e merita di<br />

essere non solo letto per curiosità, ma anche proposto, presentato, adottato e magari fatto recitare<br />

dai ragazzi di liceo, sicuri che così essi perverranno a fissare nella loro mente dei personaggi altrimenti<br />

esposti al più serio rischio di rimanere fin troppo evanescenti. Ne è nata infatti una sorpresa<br />

tanto istruttiva quanto gradevole da leggere.<br />

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