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Bollettino n. 184 - Società Filosofica Italiana

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le, dunque della nientificazione di ogni orizzonte di eternità e stabilità che ha come<br />

conseguenza di fare emergere l’“ultima evidenza”, il divenire di tutti gli enti.<br />

6. Una volta chiarito che l’attualismo può essere interpretato come la coerenza<br />

dell’idealismo e mostrata la necessità che l’attualismo stesso “si liberi” dalle sue ultime<br />

“pastoie teologiche”, c’è da chiedersi se la versione fortemente “negativa” e originale<br />

dell’attualismo presente nel pensiero di Emo non vada poi, per un’altra strada, fortemente<br />

tragica, nella stessa direzione di “liberazione” e non costituisca una delle più<br />

radicali concezioni del nulla che siano apparse, e quindi sia “leggibile” come una forma<br />

particolarmente efficace e coerente di nichilismo. Emo è contestatore della modernità e<br />

quindi dello strapotere della tecnica, e tuttavia resta la sensazione che una presa di<br />

coscienza (così radicale, come la sua) del nientificarsi dell’atto, quindi degli enti, non<br />

fornisca, suo malgrado, una formidabile “sponda filosofica” a quella specifica forma di<br />

nientificazione costituita dall’agire tecnico. L’atto coincide per Emo con la coscienza<br />

dell’atto, dunque con il tempo, dunque con il nulla. Se l’atto è coscienza dell’atto esso è<br />

allora l’individualità stessa; non si dà, pertanto, nessun “Assoluto generico”, ma l’assoluto<br />

è l’individualità stessa e il togliersi dell’assoluto, il suo nientificarsi, è la sua stessa<br />

spiegazione:<br />

Dobbiamo spiegare l’assoluto, in modo che contenga la spiegazione stessa.<br />

Quando, questa spiegazione è il nulla. Dio deve incarnarsi, essere individuo, essere<br />

spiegato. Se l’assoluto contiene la spiegazione, quindi non ne è contenuto, che valore<br />

può avere spiegazione? Questa spiegazione è essenziale in quanto è il nulla contenuto<br />

dall’atto, il negarsi dell’atto stesso; assoluto negarsi; assoluta coscienza.<br />

Il contenere, il contenente, è l’attualità, la positività di questo togliersi o negarsi.<br />

La spiegazione, essendo il nulla, cioè il negarsi, è l’essenza dell’assoluto stesso. È<br />

identica all’assoluto stesso, pur essendone contenuta: è l’assoluto stesso.<br />

Negarsi è possedere l’assoluto stesso; è l’assoluto stesso, l’attualità stessa; pur<br />

essendo contenuto da questo assoluto. Perché l’assoluto è tale in quanto togliersi,<br />

ed è il togliersi della spiegazione stessa, in quanto assoluta.<br />

Il togliersi dell’assoluto è appunto la sua spiegazione 17 .<br />

Per Emo, allora, non si ha coscienza, ma si è coscienza e l’obiettivarsi del soggetto<br />

è il suo stesso togliersi, e di questo togliersi l’atto ha coscienza e questa coscienza<br />

è l’unica modalità possibile della sua esistenza. L’eternità può darsi solo come il<br />

togliersi stesso; in questo senso è possibile porsi la domanda se questo togliersi, “eterno”<br />

nella sua ripetizione, non coincida con la nozione di divenire, benché Emo tenga<br />

17 Emo, Il Dio negativo, cit., pp. 7-8.<br />

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