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Bollettino n. 184 - Società Filosofica Italiana

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storie, verso il saper raccontare una storia (il che significa possedere il senso dell’evento,<br />

l’essere capaci di evocare le immagini in cui quel senso s’iscrive) rappresenta un<br />

interesse velato di nostalgia per un mondo che le storie le ha vissute e le ha conosciute.<br />

Per questi autori si tratta di difendere, attraverso la narrazione, il diritto ad inventarci, a<br />

scoprirci diversi, a ridarci un’infanzia contro il ‘mite buon senso ’ di una società tristemente<br />

adulta. Significa riappropriarci dell’aleatorio, della non-necessità di quello che<br />

siamo, andando a cercare le tracce di quel che saremmo potuti essere, per riconquistare<br />

il nostro spazio piuttosto che per comprendere quello in cui viviamo. La ‘narrazione<br />

della filosofia’ è in relazione con la ‘filosofia della narrazione’, in cui la filosofia sembra<br />

iscriversi nella sfera della ‘pensosità’ piuttosto che in quella del pensiero propriamente<br />

detto. La filosofia sembra cercare un suo profilo, una sua nuova identità. Nel<br />

mondo della complessità e delle incertezze, la filosofia diventa una specie di scienza<br />

del possibile.<br />

D’altronde, come sostiene Milan Kundera, lo spirito del romanzo è lo spirito<br />

della complessità, è la scoperta di una porzione di esistenza nella consapevolezza che il<br />

mondo non è uno ma molti, ricco di differenze, di frammenti, di ibridazioni, di incommensurabilità.<br />

Il romanzo non fornisce una risposta ma una lunga interrogazione, una<br />

meditazione sull’esistenza vista attraverso personaggi immaginari. «La saggezza del<br />

romanzo come Penelope disfa, nel corso della notte, la trama che teologi, filosofi,<br />

scienziati, hanno tessuto durante il giorno». La scrittura ‘filosofica’ sarebbe allora un<br />

esercizio di alternative possibili allo stato di cose esistenti, un’elaborazione di modelli<br />

diversi di realtà e di pensabilità del reale, e avrebbe proprio la funzione di delimitare,<br />

attraverso l’immaginazione, la pretesa di dominio della teoreticità 12 . Ma il discorso filosofico<br />

può essere prevalentemente caratterizzato dal dominio del linguaggio metaforico?<br />

La filosofia può fare a meno del ‘travaglio del pensiero passato’ e della tensione<br />

verso una certa sistematicità? Pensare filosoficamente non significa forse far passare la<br />

complessità della vita negli argini del discorso coerente e non contraddittorio, costruendo<br />

teorie e ridisegnando nuovi confini?<br />

4. En passant: alcune riflessioni<br />

È certo apprezzabile che il docente stimoli la curiosità, il desiderio di conoscenza,<br />

la spinta naturale a cercare un ordine nel mondo, a scoprire i nessi tra le cose e le<br />

esperienze, ascoltando le domande dei suoi alunni con attenzione, dando loro spazio<br />

perché sono le modalità fondamentali del nostro aprirci sul mondo. Ma non si può<br />

12 M. Kundera, L’art du roman. Essai (1986), tr. it. L’arte del romanzo, Adelphi, Milano 1988 (in<br />

particolare: “Discorso di Gerusalemme: il romanzo e l’Europa”, pp. 221-222).<br />

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