Bollettino n. 184 - Società Filosofica Italiana
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del pensiero: Antistene, Platone, gli eristi nell’Encomio di Elena, sul proemio dell’Encomio di<br />
Elena (2-3) di Isocrate analizzato in quanto documento di storia del pensiero, per il catalogo di<br />
intellettuali ivi contenuto, esponenti della querelle per il conseguimento del primato pedagogico<br />
nell’Atene del IV secolo.<br />
Dalle Giornate Socratiche, sentite nell’auspicio di tutti come prime, è emersa la figura di<br />
un Socrate «meno innocente» di quello dell’Apologia e del Fedone, e degli scritti senofontei, più<br />
vicino alla maschera aristofanea, socialmente pericoloso, piuttosto che nelle dottrine, negli atteggiamenti<br />
mentali e metodologici, recepiti dall’ampia schiera dei seguaci (Mario Vegetti;<br />
Giovanni Cerri), inquietante per metodo dialettico che sa avvalersi del paradosso e del capovolgimento<br />
(Giovanni Casertano), un Socrate sempre meno aporetico (Emidio Spinelli).<br />
Il convegno padovano sulla ricezione di Kant<br />
Francesca Dinapoli<br />
Nei giorni 24-26 febbraio 2005 si è svolto a Padova, presso la Sala dell’Archivio antico<br />
del Palazzo del Bo e la Sala della Facoltà di Scienze della formazione, il convegno Momenti della<br />
ricezione di Kant nell’Ottocento, organizzato dai Dipartimenti di Filosofia delle Università di<br />
Padova e Verona, con il patrocinio della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> di Studi Kantiani e dalla Sezione Veneta<br />
della SFI. La prima giornata, nel corso della quale il prof. Giuseppe Micheli ha anche commemorato<br />
la figura di Giovanni Santinello quale studioso di Kant, è stata dedicata alla ricezione del<br />
filosofo di Königsberg in ambito tedesco. Ha aperto il convegno la relazione del prof. Franco<br />
Chiereghin (Univ. di Padova), che ha mostrato la complessità della ripresa, da parte di Hegel, del<br />
concetto kantiano di libertà e la conseguente “doppia lettura” da parte del filosofo idealista<br />
dell’idea di “limite”. La successiva relazione del prof. Massimo Mori (Univ. di Torino) ha ricostruito<br />
la fortuna della Pace perpetua in Germania, dalla prima entusiastica ricezione (nella<br />
quale, pur con molte differenze e personali rielaborazioni, spiccano le figure di Fichte e Friedrich<br />
Schlegel) al suo successivo rifiuto nell’“età dei nazionalismi”. Il prof. Renato Pettoello (Univ.<br />
statale di Milano) ha invece illustrato la critica mossa da Friedrich Herbart alla concezione categoriale<br />
di Kant (con particolare attenzione alla categorie di sostanza), critica ispirata dall’interesse<br />
dello stesso Herbart per la filosofia aristotelica. Il pomeriggio ha visto succedersi gli interventi<br />
di Mario Longo (Univ. di Verona), di Massimo Ferrari (Univ. dell’Aquila) e di Reinhard Brandt<br />
(Univ. di Marburg). Il prof. Longo ha analizzato l’interpretazione di Kant offerta da Kuno<br />
Fischer, protagonista di primo piano della storiografia filosofica del secondo Ottocento, mentre il<br />
prof. Ferrari si è soffermato sulla questione del kantismo nella scienza del tardo Ottocento in<br />
Germania, delineando le molteplici immagini che del filosofo di Königsberg vengono fornite in<br />
tale contesto. Un complesso confronto tra Kant e Nietzsche è stato al centro della relazione del<br />
prof. Reinhard Brandt. La prima giornata si è chiusa con le comunicazioni del dott. Paolo<br />
Grillenzoni e della dott.ssa Nicoletta De Cian, dedicate rispettivamente alla lettura di Kant a partire<br />
da Reinhold fino al 1794 e all’interpretazione schopenhaueriana della Critica del Giudizio.<br />
Hanno aperto la seconda giornata di lavori Riccardo Pozzo (Univ. di Verona) e Gregorio<br />
Piaia (Univ. di Padova). Il prof. Pozzo ha ricostruito una situazione inedita dell’incidenza della<br />
Svizzera nella diffusione del pensiero kantiano, mentre il prof. Piaia ha evidenziato la persistenza<br />
dell’immagine di Kant “metafisico” negli ambienti positivistici del secondo Ottocento francese.<br />
Sempre in ambito francese si sono mosse le comunicazioni dei dottori Andrea Bellantone e<br />
Ilaria Maluguti, mentre i dottori Alberto Vanzo (insieme al prof. Gabriele Tomasi dell’Univ. di<br />
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