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Bollettino n. 184 - Società Filosofica Italiana

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Avellino<br />

LE SEZIONI<br />

La sezione di Avellino della SFI, in collaborazione con gli assessorati alla Cultura<br />

dell’Ente Provincia e del Comune, ha organizzato presso l’Istituzione educativa “P. Colletta”<br />

della città un incontro di studio – in data 11 febbraio 2005 – per la presentazione del volume di<br />

Mirella Napodano: Creature variopinte – Laboratorio di filosofia con i bambini della scuola primaria,<br />

ed. Anicia, Roma 2004.<br />

Ai lavori hanno partecipato, oltre ad un folto pubblico di insegnanti e dirigenti scolastici,<br />

illustri docenti della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno, tra cui il<br />

Preside prof. Luigi Reina e i professori Aniello Montano e Antonio Iannaccone, ordinari rispettivamente<br />

di Storia della Filosofia e Psicologia generale.<br />

In apertura di seduta, il prof. Reina ha messo in luce l’attualità della proposta laboratoriale<br />

contenuta nel testo della prof.ssa Napodano, dirigente scolastica in servizio come supervisore<br />

del tirocinio didattico presso il Corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria dell’Ateneo<br />

salernitano. Infatti, il libro propone un percorso dialogico di Filosofia con i bambini indirizzato<br />

alla ricerca di nuovi paradigmi di conoscenza e creatività, utilizzando la discussione come metodologia<br />

di apprendimento, nell’ottica della personalizzazione degli itinerari formativi e dell’autoorientamento.<br />

Il fare filosofico diventa così spontaneamente dialogo, ricorsività, conversazione<br />

democratica fondata sull’ascolto reciproco e sulla scelta strategica dell’apprendimento cooperativo,<br />

in presenza e a distanza – con scuole partners – utilizzando il supporto delle tecnologie digitali.<br />

Il prof. Reina ha rilevato che il testo propone anche percorsi di narrazione (valorizzando il<br />

pensiero autobiografico), di scrittura e lettura creativa, nonché di animazione teatrale come spazio<br />

del possibile, realizzando un approccio olistico centrato anche sull’utilizzo dei linguaggi non<br />

verbali della musica e delle attività grafico-espressive, in funzione dell’autoespressione delle<br />

identità individuali e della collaborazione, in un clima di accettazione empatica dell’alterità e di<br />

ascolto/riconoscimento reciproco.<br />

Il prof. Montano ha poi sottolineato che il titolo dell’opera è ispirato ad un’espressione<br />

usata da Platone nella Repubblica, che tuttavia nel volume è usata per definire l’aspirazione a<br />

rifiutare l’omologazione culturale, la demotivazione affettiva e la banalizzazione dell’esistenza. È<br />

in questo senso – infatti – che i docenti possono fare filosofia con i bambini, cercando insieme a<br />

loro le possibili risposte alle domande capitali sull’uomo, sulla vita, sul mondo attraverso una<br />

pratica didattica di tipo problematico, con il supporto di materiali tratti dalla letteratura fiabesca,<br />

dal mito greco, dal midrash ebraico e da altre fonti lasciate alla libera iniziativa degli insegnanti.<br />

Si tratta perciò di una ricerca autentica – non eterodiretta – che mobilita le energie mentali del<br />

gruppo di apprendimento in senso altamente collaborativo, come si evince anche dai risultati<br />

della sperimentazione realizzata nei decorsi anni scolastici ad Avellino.<br />

Infine, il prof. Iannaccone ha illustrato la valenza psicopedagogia di questo laboratorio<br />

filosofico, finalizzato al raggiungimento di obiettivi formativi di rilevante attualità, tra cui il riconoscimento/apprezzamento<br />

dell’alterità e della reciprocità in un’ottica prosociale, l’incremento<br />

delle abilità di problem solving e di controllo dei propri atti mentali (in senso metacognitivo), con<br />

riguardo sia alla rimozione delle eventuali difficoltà di apprendimento che alla promozione delle<br />

eccellenze individuali. Il percorso didattico delineato dalla Napodano infatti punta molto sulla<br />

creatività simbolica, sull’utilizzo delle metafore e del pensiero narrativo, perché la ‘verità’ non è<br />

mai puramente razionalistica, ma si traduce in ragionevolezza arricchita dai sentimenti e dalle<br />

competenze emozionali (Goleman) e relazionali (Bateson).<br />

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