Dopo l'Estetica - Università di Palermo
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che permette <strong>di</strong> concepire l’unità antropologica delle arti, senza farla<br />
<strong>di</strong>pendere da un’unica ra<strong>di</strong>ce espressiva o dall’idea <strong>di</strong> sistema, con la<br />
forte carica metafisica che queste ultime due possibilità implicano. Si<br />
renderebbe così possibile il nostro stesso ingresso in una catena <strong>di</strong><br />
trasmissione culturale che, con sfumature e varianti, accetta sin dalla<br />
Grecia antica la vali<strong>di</strong>tà universale del proce<strong>di</strong>mento mimetico che assicura<br />
l’unità istituzionale e culturale delle arti, sulla base dell’unità del<br />
suo effetto. L’effetto estetico che genera la finzione verosimile <strong>di</strong> una<br />
o molteplici immagini <strong>di</strong> pienezza (o <strong>di</strong> contro pienezza: si pensi ad<br />
esempio agli universi estetici <strong>di</strong> Samuel Beckett o <strong>di</strong> Fernando Pessoa)<br />
con le quali ci ve<strong>di</strong>amo sensibilmente e conoscitivamente confrontati.<br />
Nei miei libri e nei miei scritti in generale ho insistito più volte sul<br />
carattere convenzionale, culturale del processo <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> immagini<br />
che deve essere inteso anche, come un segnale della sua presenza e<br />
circolazione in tutti i piani, le sfere dell’universo delle rappresentazioni<br />
<strong>di</strong> una determinata catena culturale. Non esistono ambiti privilegiati<br />
nel processo <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> immagini, visto che lo scenario nel quale<br />
le immagini rendono possibile la comprensione e la conoscenza è<br />
l’insieme della vita, la vita è pluralità e <strong>di</strong>versità, solo speculativamente<br />
riducibile ad un’unità omogenea.<br />
Quin<strong>di</strong>, saremmo in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> dare una spiegazione antropologica<br />
sia della forza <strong>di</strong> permanenza delle immagini, che della presenza<br />
delle stesse immagini in sfere <strong>di</strong>verse, in <strong>di</strong>versi strumenti sensibili o<br />
mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> rappresentazione. Come cristallizzazioni dell’esperienza vitale,<br />
le immagini costituiscono un percorso simbolico dei sensi <strong>di</strong> vita e<br />
morte che, nel corso <strong>di</strong> una determinata tra<strong>di</strong>zione culturale, si trasmettono<br />
<strong>di</strong> generazione in generazione, da ciò la loro capacità <strong>di</strong><br />
perdurare, la sensazione <strong>di</strong> eternità che producono in noi.<br />
Come ho detto prima, mi riferisco a immagini in senso antropologico,<br />
non retorico: come forme simboliche <strong>di</strong> conoscenza e identità,<br />
prodotte culturalmente, e che possono presentarsi su <strong>di</strong>versi piani sensibili,<br />
linguistici, visuali, sonori… Si spiegherebbe così l’intercomunicazione<br />
tra le arti e anche la loro <strong>di</strong>fferenza espressiva, senza bisogno <strong>di</strong><br />
ricorrere ad una fondamentazione idealista dell’arte e dell’esperienza<br />
estetica.<br />
Tuttavia per ciò che si riferisce al suo processo <strong>di</strong> costituzione, quel<br />
percorso simbolico ha una configurazione pre-linguistica o pre-segnica,<br />
e questa è la chiave che spiega l’unità dei suoni, delle forme visuali<br />
e delle parole, della musica, delle arti plastiche e della letteratura; <strong>di</strong><br />
tutte le arti composte, e i processi <strong>di</strong> ibridazione e meticciato. Fino<br />
a culminare nel nuovo orizzonte artistico multi<strong>di</strong>mensionale o multime<strong>di</strong>ale,<br />
caratteristico del nostro presente, orizzonte complesso che<br />
stabilisce a partire dall’arte la risposta nei confronti del carattere altresì<br />
complesso della cultura au<strong>di</strong>o-visuale delle società <strong>di</strong> massa.<br />
La recon<strong>di</strong>ta ra<strong>di</strong>ce comune delle immagini è l’esperienza del corpo<br />
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