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Dopo l'Estetica - Università di Palermo

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e, più in generale, quella <strong>di</strong> “creazione”. Tale trasgressione è comunque<br />

più ra<strong>di</strong>cale in Duchamp che in Malevič: quest’ultimo aveva ancora a<br />

che fare con una tela, mentre l’altro non fa che prelevare un oggetto<br />

esistente nel mondo or<strong>di</strong>nario per esporlo in un luogo consacrato alle<br />

opere d’arte. E se, come scrive lo stesso Duchamp, la scelta del readymade<br />

è sempre basata – come s’è detto – sull’in<strong>di</strong>fferenza visiva, allo<br />

stesso modo, il Minimalismo e il Dadaismo si presentano come una<br />

doppia riduzione dell’intervento dell’artista a una <strong>di</strong>mensione sempre<br />

meno visiva e, con ciò stesso, sempre più immateriale. A mano a mano,<br />

si arriva al superamento <strong>di</strong> ogni frontiera assoluta tra arte e non-arte.<br />

Così, dopo i co<strong>di</strong>ci della rappresentazione classica e poi della figurazione,<br />

sono le stesse frontiere dell’arte in quanto tale a essere sistematicamente<br />

messe alla prova, e sono gli stessi canoni che definiscono<br />

la nozione <strong>di</strong> “opera d’arte” a essere colpiti. Sempre più, infatti, si<br />

assiste a un’estensione dell’arte al <strong>di</strong> là dei limiti che le sono assegnati<br />

dal senso comune: l’oltrepassamento del <strong>di</strong>scrimine tra arte e mondo<br />

or<strong>di</strong>nario ha come conseguenza la possibilità <strong>di</strong> affermare sia che tutto<br />

è arte sia che tutti sono artisti. Di qui, la volontà <strong>di</strong> superare tanto la<br />

pittura da cavalletto, perno della concezione classica dell’arte, quanto<br />

la pittura astratta, perno del modernismo. Quello che ora abbiamo è<br />

un’appropriazione del reale attraverso oggetti industriali o presi dalla<br />

vita quoti<strong>di</strong>ana. Ma tutto ciò rappresenta solo una delle possibili vie<br />

<strong>di</strong> estensione delle frontiere dell’arte. Una via <strong>di</strong>versa, infatti, consiste<br />

non più nel far entrare il mondo or<strong>di</strong>nario nel mondo dell’arte stessa<br />

ma nello svuotare le opere del loro contenuto: è la tra<strong>di</strong>zione che ha<br />

inaugurato Malevič con i suoi monocromi degli anni Dieci e che sarà<br />

ripresa sia dalla corrente minimalista sia da Yves Klein con i monocromi<br />

degli anni Cinquanta.<br />

Assistiamo, insomma, a un conflitto <strong>di</strong> para<strong>di</strong>gmi: per il para<strong>di</strong>gma<br />

moderno il valore artistico risiede negli elementi formali dell’oggettoopera<br />

d’arte, per il para<strong>di</strong>gma contemporaneo tale valore risiede invece<br />

nell’insieme delle connessioni stabilite intorno o a partire dall’oggetto,<br />

che non è altro che un’occasione per la smaterializzazione dell’arte. Di<br />

qui, allora, la rottura con il para<strong>di</strong>gma dell’arte moderna, così come<br />

questa aveva rotto con il para<strong>di</strong>gma classico legato alla figurazione. E<br />

la rottura sembra più grande tra il para<strong>di</strong>gma contemporaneo e quello<br />

moderno, piuttosto che tra quest’ultimo e il para<strong>di</strong>gma classico: c’è più<br />

<strong>di</strong>fferenza tra il lavoro <strong>di</strong> Beuys e quello <strong>di</strong> Matisse, che non tra Matisse<br />

e Poussin; la presenza o l’assenza dell’opera <strong>di</strong>venta così un argomento<br />

<strong>di</strong>rimente. In ogni caso, è indubbio che i limiti del concetto <strong>di</strong> arte<br />

hanno subito una forte <strong>di</strong>latazione e non si sa fin dove essi potranno<br />

spingersi 11 . Il fatto è che l’arte non può svelare la verità sull’arte stessa<br />

senza nasconderla, facendo proprio <strong>di</strong> questo svelamento una manifestazione<br />

artistica. Comunque, oggi, nell’epoca del cosiddetto post-modernismo,<br />

non c’è più un para<strong>di</strong>gma forte per la produzione <strong>di</strong> opere<br />

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