Dopo l'Estetica - Università di Palermo
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tipi falsi e convenzionali <strong>di</strong> entrambi, come se in Occidente non ci<br />
fosse stata una gran<strong>di</strong>ssima tra<strong>di</strong>zione spirituale e reciprocamente in<br />
Oriente una raffinatissima conoscenza tecnica! Non si può fare a meno<br />
<strong>di</strong> convenire con Said, quando sostiene che l’orientalismo è il trionfo<br />
<strong>di</strong> un pregiu<strong>di</strong>zi e <strong>di</strong> ignoranze più o meno ben occultate.<br />
Esiste infine un terzo ostacolo ai processi <strong>di</strong> modernizzazione autonoma<br />
delle società tra<strong>di</strong>zionali, che deriva dall’universalismo sincretistico,<br />
secondo cui esisterebbero modelli ideali o archetipi, comuni alle<br />
culture <strong>di</strong> tutto il mondo. Tutto sarebbe ridotto ad un conflitto tra la<br />
tra<strong>di</strong>zione (non <strong>di</strong> rado scritta con la T maiuscola) ovunque portatrice<br />
<strong>di</strong> ideali e <strong>di</strong> verità universali, e la modernità, che <strong>di</strong>sgrega le comunità<br />
e corrompe ogni forma <strong>di</strong> moralità. È questo il pericolo che corrono<br />
gli stu<strong>di</strong> comparativisti, quando si sottraggono allo stu<strong>di</strong>o scientifico<br />
delle singole culture.<br />
Dall’Ottocento, la posta in gioco per i paesi extra-europei (e forse<br />
non solo per loro) è semplice: la loro modernizzazione è assolutamente<br />
necessaria per evitare <strong>di</strong> essere completamente colonizzati dagli euroamericani,<br />
ma questo processo non deve seguire pe<strong>di</strong>ssequamente i<br />
modelli culturali proposti ed imposti dagli euro-americani, ma inventare<br />
nuove forme <strong>di</strong> modernizzazione che mantenendo il rapporto col<br />
loro passato, siano in grado <strong>di</strong> reggere da tutti i punti <strong>di</strong> vista l’attacco<br />
che proviene dall’Occidente.<br />
Il primo paese asiatico a rendersi conto nella prima metà dell’Ottocento<br />
<strong>di</strong> questa situazione è stato il Giappone, il quale attraverso<br />
una straor<strong>di</strong>naria e particolarmente fortunata <strong>di</strong> serie <strong>di</strong> circostanze, è<br />
riuscito a passare, senza scatenare una guerra civile, da una con<strong>di</strong>zione<br />
premoderna, che lo avrebbe portato ad essere colonizzato, ad una<br />
con<strong>di</strong>zione moderna autonoma e straor<strong>di</strong>nariamente efficace da tutti i<br />
punti <strong>di</strong> vista senza rinunciare alle proprie tra<strong>di</strong>zioni 8 .<br />
Cultura estetica versus potere politico<br />
La modernizzazione del Giappone è <strong>di</strong>pesa da circostanze politiche<br />
del tutto eccezionali e da eventi straor<strong>di</strong>nariamente fortunati. I presupposti<br />
storico-sociali <strong>di</strong> tale successo sono sostanzialmente due: il fatto<br />
che questa nazione sia stato “paese chiuso” (sakoku) agli stranieri dal<br />
1639 al 1868, vale a <strong>di</strong>re fino a quel profonda e ra<strong>di</strong>cale trasformazione<br />
politica del paese nota come “rinnovamento Meiji”, e in secondo luogo<br />
che questo sia avvenuto in modo pacifico e sia stato <strong>di</strong>retto da una<br />
nuova classe <strong>di</strong>rigente “illuminata” formata da samurai, vale a <strong>di</strong>re guerrieri,<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>a con<strong>di</strong>zione, i quali già da più <strong>di</strong> duecento anni avevano<br />
abbandonato le armi e si erano trasformati in tecnici, amministratori,<br />
burocrati, stu<strong>di</strong>osi, spesso inventando congegni e <strong>di</strong>spositivi assai <strong>di</strong>fferenti<br />
da quelli europei: in altre parole, avevano già modernizzato il<br />
paese in modo autonomo dalla scienza europea.<br />
Questa epoca della storia del Giappone, il periodo Tokugawa, è co-<br />
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