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Dopo l'Estetica - Università di Palermo

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(con gesto schiettamente metafisico) da un’intima e costitutiva tessitura<br />

“soprasensibile”. Ma è tempo <strong>di</strong> chiarire analiticamente questo or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> problemi.<br />

4. Al <strong>di</strong> là delle <strong>di</strong>fferenze (teoriche e assiologiche) che ho sottolineato,<br />

Gadamer e Danto con<strong>di</strong>vidono, come si è visto, almeno una<br />

tesi fondamentale. Ho cercato <strong>di</strong> farla emergere mostrando che c’è una<br />

convergenza significativa tra la nozione gadameriana <strong>di</strong> “<strong>di</strong>fferenziazione<br />

estetica” e il concetto <strong>di</strong> “mondo dell’arte” introdotto da Danto. In<br />

entrambi gli ambiti, infatti, vige una forma peculiarmente moderna <strong>di</strong><br />

“coscienza” che determina la possibilità <strong>di</strong> separare l’esperienza delle<br />

opere d’arte dal mondo della praxis. È una tale separabilità e non altro,<br />

per Danto, a <strong>di</strong>rimere l’enigma degli in<strong>di</strong>scernibili (a determinare,<br />

cioè, la <strong>di</strong>fferenza ontologica dei Brillo Boxes <strong>di</strong> Warhol dal prodotto<br />

che acquistiamo in un supermercato), il che ne attesta l’eccezionale<br />

rilievo filosofico. Ma anche per Gadamer la “<strong>di</strong>fferenziazione estetica”,<br />

sebbene sia responsabile <strong>di</strong> un reale impoverimento dell’esperienza<br />

artistica, <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un risvolto filosofico positivo <strong>di</strong> cui egli sembra<br />

<strong>di</strong>sinteressato a sviluppare le implicazioni. Nelle sua parole: «La coscienza<br />

estetica ha un carattere sovrano, costituito da questa sua facoltà<br />

<strong>di</strong> operare la <strong>di</strong>fferenziazione e <strong>di</strong> poter vedere tutto ‘esteticamente’<br />

(alles ‘ästhetisch’ ansehen zu können)» 21 .<br />

Si potrebbe forse <strong>di</strong>re che mentre il concetto <strong>di</strong> “<strong>di</strong>fferenziazione<br />

estetica” è indeterminato e potenzialmente inclusivo, quello <strong>di</strong> “mondo<br />

dell’arte” è determinato ed effettivamente esclusivo.<br />

Gadamer infatti non nega che l’oggetto <strong>di</strong> una “coscienza estetica”,<br />

storicamente costituitosi nella famiglia delle cosiddette “opere d’arte”,<br />

potrebbe estendersi anche ad altri oggetti, e in verità, se dobbiamo<br />

prendere sul serio le sue parole, a “tutto”. Quel che gli interessa mettere<br />

in luce è solo che l’assunzione delle opere d’arte quali oggetti<br />

privilegiati della “<strong>di</strong>fferenziazione” ha avuto l’effetto <strong>di</strong> far perdere<br />

all’opera «il suo posto e il mondo al quale appartiene». In altri termini:<br />

nel momento in cui la coscienza estetica avrebbe assunto le opere<br />

d’arte come occasioni esemplari <strong>di</strong> quel <strong>di</strong>sinteressato “piacere della<br />

riflessione” <strong>di</strong> cui essa consiste, queste sarebbero incappate in un<br />

processo <strong>di</strong> crescente <strong>di</strong>fferenziazione interpretabile come ‘per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

mondo’ e sra<strong>di</strong>camento dalla praxis. Ma questo processo non solo non<br />

può essere messo in carico all’estetica filosofica (e infatti Gadamer ne<br />

ritrova le origini nel pensiero <strong>di</strong> Schiller sulle arti e non in quello <strong>di</strong><br />

Kant sulla fondazione trascendentale del giu<strong>di</strong>zio estetico), ma è anche<br />

largamente rive<strong>di</strong>bile. Tant’è vero che gli si può opporre, con fondata<br />

speranza <strong>di</strong> successo, un’ontologia dell’opera d’arte.<br />

La “coscienza estetica”, insomma, se non è un epifenomeno ideato<br />

da Kant per sequestrare le arti in una provincia autonoma (e Gadamer,<br />

a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri e spesso autorevoli interpreti, non lo ha mai pensa-<br />

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