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Dopo l'Estetica - Università di Palermo

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* Traduzione italiana <strong>di</strong> Davide Di Maio.<br />

1 Concepire “la bellezza in sé come un bene” significa il contrario della concezione che<br />

considera la bellezza come «un segno <strong>di</strong> bene futuro», Th. Hobbes, Elements of Philosophy,<br />

1657, cap. 11 (De Homine); ed. it. a cura <strong>di</strong> A. Negri, Elementi <strong>di</strong> filosofia. L’uomo - Il Corpo,<br />

Torino 1972, p. 595.<br />

2 «Il gravido, quando si avvicina al bello si allieta e, rallegrato, si effonde, partorisce e<br />

genera», Platone, Simposio, 206 d; ed. it. a cura <strong>di</strong> G. Reale, in Id., Tutti gli scritti, Milano<br />

2000, p. 514.<br />

3 E. Burke, A Philosophical Inquiry into the Origin of Our Ideas of The Sublime and<br />

Beautiful, 1757 ; ed. it. a cura <strong>di</strong> G. Sertoli, G. Miglietta, Inchiesta sul Bello e il Sublime,<br />

<strong>Palermo</strong> 2002.<br />

4 S. Freud, Das Unbehagen in der Kultur, 1929; ed. it. a cura <strong>di</strong> E. Sagittario, Il <strong>di</strong>sagio<br />

della civiltà, in Id., Opere, vol. 10, Torino 1989. Non risiede in questa concezione l’opinione<br />

ambigua secondo cui le sod<strong>di</strong>sfazioni senza proroga potrebbero essere soltanto espressione<br />

<strong>di</strong> un eros grossolano e basso?<br />

5 Platone, Fedro, 250 b; ed. it. cit., p. 559.<br />

6 Ivi, 250 d.<br />

7 Cfr. a proposito Platone, Ippia i, 291 a; ed. it. cit., p. 983.<br />

8 Questo sembra sostenere J. J. Winckelmann, Geschichte der Kunst des Altertums, 1764,<br />

quando scrive: «La bellezza, infatti, è uno dei gran<strong>di</strong> misteri della natura […], mentre un’idea<br />

chiara e universale della sua essenza rimane tra le verità non ancora scoperte»; cfr. J. J.<br />

Winckelmann, Storia dell’arte nell’antichità, trad. it. <strong>di</strong> M. L. Pampaloni, Milano 1990, p. 112.<br />

9 Fr. Nietzsche, Die Geburt der Tragö<strong>di</strong>e aus dem Geist der Musik, 1872; ed. it. a cura<br />

<strong>di</strong> G. Colli e M. Montinari, tr. <strong>di</strong> M. Montinari e S. Giametta, La nascita della trage<strong>di</strong>a, in<br />

Id., Opere, vol. iii, t. i, Milano 2009 28 .<br />

10 F. Brentano, Grundzüge der Ästhetik, Bern 1959, p. 32.<br />

11 Mi permetto, a tal proposito, <strong>di</strong> rimandare al mio Zeit der Muße – Zeit der Musen,<br />

Tübingen 2008.<br />

12 «Quel che si contrappone facendo convergere, e dai fattori <strong>di</strong>vergenti la più bella<br />

connessione», Eraclito, Frammento n. 47, in Die Vorsokratiker, trad. <strong>di</strong> J. Mansfeld, Stuttgart<br />

1999, p. 259; ed. it. a cura <strong>di</strong> A. Lami, I presocratici. Testimonianze e frammenti da Talete a<br />

Empedocle, Milano 1997, p. 203 (DK, Fr. B8).<br />

13 Si pensi ad esempio al “Canone <strong>di</strong> Policleto”, alle “bellezze della struttura del corpo<br />

umano”, che Winckelmann cercava ancora <strong>di</strong> determinare. Cfr. J. J. Winckelmann, Storia<br />

dell’arte nell’antichità, ed. it. cit., pp. 120-121, o alle <strong>di</strong>scussioni sulla statua del Laocoonte.<br />

14 Nel Filebo Platone respinge la concezione secondo cui il bello non sarebbe né nei<br />

corpi né nelle altre cose, ma soltanto nell’anima e in questa solo il piacere. Ma senza non<br />

c’è bellezza. Aristotele nella sua Metafisica osserva che i Pitagorici avrebbero visto nella matematica<br />

l’origine <strong>di</strong> tutte le cose e ritrovato nei numeri le “affezioni e le proporzioni delle<br />

armonie”: «E per tutte queste ragioni essi concepirono gli elementi dei numeri come elementi<br />

<strong>di</strong> tutta la realtà, e l’intero cielo come armonia»; cfr. Metafisica, 986 a, trad. it. <strong>di</strong> A. Russo,<br />

Roma-Bari 1988, pp. 20-21.<br />

15 Plotino, Del Bello, Ennea<strong>di</strong> i, 6 (1); tr. it. <strong>di</strong> G. Faggin, Ennea<strong>di</strong>, Milano 1992, pp.<br />

126-29.<br />

16 Riallacciandosi ad alcune riflessioni <strong>di</strong> Platone nel Timeo o nel Filebo, (51a, Werke,<br />

vol. v, cit., p. 121; ed. it. cit., p. 462) G. Th. Fechner esprime questa opinione (in Vorschule<br />

der Ästhetik, Leipzig 1876).<br />

17 A. G. Baumgarten, Æsthetica, 1750-58, § 14-24; ed. it. a cura <strong>di</strong> S. Tedesco, L’Estetica,<br />

<strong>Palermo</strong> 2000, pp. 29-31.<br />

18 I. Kant, Kritik der Urteilskraft, 1790, § 15; ed. it. a cura <strong>di</strong> E. Garroni e H. Hohenegger,<br />

Critica della facoltà <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio, Torino 1999, pp. 62-64.<br />

19 A. G. Baumgarten, Æsthetica, cit., § 24, p. 15; ed. it. cit., pp. 30-31; cfr. a proposito:<br />

W. Janke, Das Schöne, in Id., Handbuch philosophischer Grundbegriffe, vol. 5, München 1974,<br />

p. 1260. Kant concede che «l’armonizzarsi del molteplice in un’unità […] non dà a conoscere<br />

per sé in alcun modo una conformità a scopi oggettiva», solo una «conformità a scopi<br />

soggettiva delle rappresentazioni nell’animo <strong>di</strong> chi intuisce» (Critica della facoltà <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio,<br />

ed. it. cit., p. 65). E però così il rapporto della bellezza viene unilateralmente spostato dagli<br />

oggetti al sentimento soggettivo nel gioco con le forze della conoscenza.<br />

20 M. Mendelsohn, Über <strong>di</strong>e Empfindung, in Ästhetische Schriften in Auswahl, 1755-61; ed.<br />

it. a cura <strong>di</strong> L. Lattanzi, in Id., Scritti <strong>di</strong> Estetica, <strong>Palermo</strong> 2004.<br />

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