Dopo l'Estetica - Università di Palermo
Dopo l'Estetica - Università di Palermo
Dopo l'Estetica - Università di Palermo
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
a partire dal quale è possibile la proiezione <strong>di</strong> mon<strong>di</strong> possibili. Solo<br />
un forte impulso <strong>di</strong> vita, un respiro spiccatamente erotico: Platone<br />
collocava nell’eros la scala che ci conduce alla bellezza, permette <strong>di</strong><br />
affrontare questa immersione nelle ra<strong>di</strong>ci dei sensi, che lascia chi lo<br />
realizza senza <strong>di</strong>fese davanti al vuoto, nudo al cospetto della morte.<br />
Così il lavoro <strong>di</strong> istaurare un senso attraverso la produzione <strong>di</strong> immagini<br />
non potrebbe essere portato a termine senza un’esperienza continua<br />
dei limiti dell’essere umano, della negatività.<br />
Perciò l’esperienza estetica è un salto nel vuoto, un rischio che si<br />
corre. E l’appropriazione dell’immagine, sia da parte <strong>di</strong> chi la produce<br />
sensibilmente e mentalmente, che da parte <strong>di</strong> chi la riceve con tutto il<br />
suo essere, si può realizzare solo attraverso un imperativo. Anche se<br />
ce lo <strong>di</strong>mentichiamo, anche se spesso il suo riflesso si immerge nello<br />
stagno, come scrive Rainer Maria Rilke, è necessario lanciarsi <strong>di</strong>etro<br />
all’immagine, avere il coraggio <strong>di</strong> sperimentarla, <strong>di</strong> “conoscerla”: Wisse<br />
das Bild.<br />
Il poeta ci lascia così intravedere l’elemento <strong>di</strong> arricchimento antropologico,<br />
<strong>di</strong> espansione della conoscenza e della sensibilità, favorite<br />
dal salto estetico: la sua <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> emancipazione. Così potremmo<br />
giungere a leggere il verso <strong>di</strong> Rilke come una correzione e un ampliamento<br />
dello spingersi al sapere, del sapere aude, il grande proclama<br />
dei pensatori dell’Illuminismo. In pochi casi al pari dell’esperienza<br />
estetica l’essere umano riesce a raggiungere una tale autonomia rappresentativa<br />
e operativa, che ha costituito la colonna vertebrale del<br />
progetto illuministico. Il contatto con le immagini è sempre perturbatore:<br />
esse sono una via <strong>di</strong> trasgressione del reale, proprio per il modo<br />
nel quale è culturalmente costruito.<br />
Le immagini ci riflettono e ci prolungano. Ci <strong>di</strong>cono chi siamo, ma<br />
anche forse ciò che potremmo <strong>di</strong>ventare, se solo riuscissimo a spingerci<br />
oltre e se si verificassero le con<strong>di</strong>zioni materiali necessarie. Produttività<br />
o creatività, conoscenza o sapere: rischio. Ma anche piacere. L’esperienza<br />
estetica è un incrociarsi continuo <strong>di</strong> livelli propiziati dall’immagine.<br />
Piacere che viviamo come esaltazione del corpo, come esperienza della<br />
sua pienezza e potenza quando il corporeo si proietta nell’immagine.<br />
E il corpo che siamo in prima istanza finisce per vedersi trasfigurato in<br />
corpo collettivo e in corpo naturale.<br />
In virtù della forza dell’immagine, l’esperienza estetica: nella ricerca<br />
<strong>di</strong> ciò che unisce le parole, forme visuali e suoni, ci apre a una percezione<br />
intensa <strong>di</strong> unità. Unità <strong>di</strong> ciò che noi percepiamo come <strong>di</strong>viso:<br />
sentimento, piacere, ragione, sensi… Ma anche unità con gli altri esseri<br />
umani e con l’universo naturale nel suo insieme.<br />
E tuttavia, se si pretende <strong>di</strong> rimanere fedeli alla propria ra<strong>di</strong>ce materiale<br />
e umana, l’esperienza estetica dell’immagine non può rifugiarsi<br />
nell’illusione <strong>di</strong> eternità che la sua potenza configurativa rende possibile.<br />
La “menzogna” artistica, la finzione delle arti, per essere fedele ai<br />
156