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1. - Clinica malattie apparato respiratorio

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4. MANAGEMENT CLINICO DELLA BPCO<br />

La BPCO in medicina interna<br />

Vittorio Grassi, Stefania Cossi, Roberto Zulli<br />

La BPCO è la più internistica<br />

delle <strong>malattie</strong> dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong><br />

●<br />

Amotivo delle sue complicanze e comorbosità,<br />

degli effetti sistemici e delle frequenti riacutizzazioni,<br />

della sua evoluzione verso l’insufficienza<br />

respiratoria cronica e cronica riacutizzata (si vedano,<br />

a tale proposito, i relativi Capitoli in questa<br />

stessa Collana) 1-3 , riteniamo che l’affermazione<br />

suddetta possa essere largamente condivisa. Tuttavia,<br />

in qualche misura, la BPCO è ancora fuori<br />

dalla “cultura” della medicina interna che, nel nostro<br />

paese, raramente ha avuto un ruolo attivo in<br />

questo settore della patologia. Ne deriva che, in<br />

medicina interna, la BPCO appare come una patologia<br />

“sfuocata” senza un volto ben definito. Ovviamente<br />

le conseguenze sono importanti.<br />

Per dare un contenuto a questo Capitolo cercheremo<br />

intanto di definire, per quanto possibile, il peso<br />

e il volto della BPCO in medicina interna per concludere<br />

provando a rispondere ad alcune domande.<br />

● La BPCO nella trattatistica internistica internazionale<br />

- Il Cecil (2001) 4 e l’Harrison<br />

(2002) 5 . Si tratta di due giustamente famosi trattati<br />

di medicina interna che da circa 50 anni dominano<br />

la scena internazionale: molto “maturi” e<br />

validati nella loro strutturazione. Il numero di pagine<br />

dedicate indica, in qualche misura, il “peso”<br />

attribuito a ciascuna specifica patologia.Abbiamo<br />

a questo scopo valutato quale posizione occupa<br />

la BPCO, come numero di pagine, nell’insieme<br />

delle condizioni patologiche croniche (figura<br />

4.1). I due trattati attribuiscono alla BPCO esattamente<br />

lo stesso “peso” quantitativo: il 6% dello<br />

spazio dedicato alle <strong>malattie</strong> croniche (8,5 pagine<br />

/1267 l’Harrison, 8/1200 il Cecil).A dar retta<br />

alle dimensioni dell’Harrison,cinquantasei <strong>malattie</strong><br />

croniche sono più importanti della BPCO;<br />

nel Cecil quarantadue: che è come dire che, in<br />

ordine di importanza, la BPCO occupa nell’Harrison<br />

la 57 a posizione (a pari merito con altre undici<br />

condizioni) e nel Cecil la 43 a posizione (a<br />

pari merito con altre nove). Ma questi sono soltanto<br />

numeri. Conseguenza, tra l’altro, di una diversa<br />

organizzazione della materia medica: il Cecil<br />

privilegia infatti i piccoli capitoli (3/1, rispetto<br />

all’Harrison, quelli con dimensioni inferiori o<br />

uguali alle tre pagine e 2/1 quelli compresi tra tre<br />

e cinque pagine); l’Harrison privilegia al contrario<br />

gli accorpamenti (2/1, rispetto al Cecil, i capitoli<br />

con più di 15 pagine). Questi trattati esprimono,<br />

necessariamente, la cultura della fine del<br />

secolo scorso. È auspicabile che, già a partire dalla<br />

prossima edizione, la BPCO abbia uno spazio<br />

conforme al suo peso clinico e sociosanitario.<br />

Il volto della BPCO in medicina interna:<br />

l’esperienza di Brescia - Quali sono le caratteristiche<br />

della BPCO che entra in un reparto<br />

di medicina interna È difficile, ovviamente,<br />

tracciare un volto “esportabile” con caratteristiche<br />

di validità generale. Particolarmente<br />

se si parte da un Istituto di medicina interna<br />

che nel corso degli anni ’90 ha sviluppato<br />

precipui interessi in ambito di medicina cardiorespiratoria,<br />

di gastroenterologia e geriatria.<br />

E questi si riflettono nel “volto” illustrato nella<br />

figura 4.2, che riporta le più significative (per<br />

frequenza e rilevanza clinica) condizioni patologiche<br />

associate alla BPCO. È sicuramente<br />

anomala e distorcente – se non si tiene conto<br />

della premessa fatta – l’elevata frequenza di associazione<br />

di alcune condizioni patologiche<br />

(ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica<br />

cronica, scompenso cardiaco, diabete mellito),<br />

dentro le quali la BPCO rischia di risultare come<br />

“affogata”.<br />

Per proseguire nell’analisi può essere utile cercare di<br />

rispondere – con ovvi limiti – ad alcune domande.<br />

QUAL ÈILPERCORSO<br />

DELLA BPCO IN OSPEDALE<br />

Un dato indicativo a questo proposito è fornito dalla<br />

Regione Lombardia: il 60% dei casi di BPCO<br />

non viene ricoverato in pneumologia, il che ha implicazioni<br />

importanti sulle quali torneremo. L’espe-<br />

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