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1. - Clinica malattie apparato respiratorio

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IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 6<br />

do la pressione di insufflazione oppure utilizzando<br />

un sistema di trigger molto sensibile, in modo<br />

tale da accorciare il tempo di latenza fra sforzo inspiratorio<br />

e apertura delle valvole. Questo inconveniente<br />

è presente, anche se non frequentemente,<br />

soprattutto in pazienti ventilati per via facciale<br />

e a rischio di aspirazione del rigurgito; per questo<br />

motivo le maschere facciali dovrebbero essere<br />

tutte trasparenti. È inoltre buona norma, in questi<br />

soggetti, usufruire di un sondino nasogastrico,<br />

che interferisce minimamente con l’aderenza della<br />

maschera, specie di quelle di ultima generazione<br />

che dispongono di un canale di posizionamento.<br />

Il rischio di iperventilazione può sussistere, specie<br />

durante le ore notturne nei pazienti neuromuscolari,<br />

dove l’impedenza del sistema è particolarmente<br />

bassa e la PaCO 2 può diminuire bruscamente<br />

causando chiusura acuta della glottide, per prevenire<br />

l’ipocapnia 48 .<br />

Come nella ventilazione invasiva convenzionale,<br />

l’interazione paziente-ventilatore è importante e<br />

non semplice. Infatti, la ventilazione risultante dipende<br />

da due “centri di controllo”: quello interno<br />

al paziente e la regolazione del ventilatore. Nel<br />

vecchio concetto è il paziente che si deve adattare<br />

al ventilatore. Nel caso di un paziente che<br />

“combatte il ventilatore”, non era infrequente la<br />

sedazione fino alla paralisi 49 . Con la NPPV questo<br />

non è possibile perché la collaborazione del<br />

paziente è necessaria. È quindi la regolazione del<br />

ventilatore che si deve adattare alle modalità di<br />

ventilazione del paziente.Tuttavia,come nella ventilazione<br />

convenzionale, si può manifestare un<br />

asincronismo paziente-ventilatore durante PSV<br />

per via non invasiva 50 . In questo caso alcuni sforzi<br />

inspiratori del paziente non sono seguiti dal<br />

ventilatore: “sforzi inefficaci”. Durante NPPV<br />

questo fenomeno può essere esaltato anche da una<br />

PEEP esterna eccessiva che non permetterebbe al<br />

paziente di raggiungere in breve tempo la caduta<br />

di flusso inspiratorio necessaria a invertire il ciclo<br />

in/espirazione e allungherebbe considerevolmente<br />

il Ti (fenomeno dell’hang-up) 51 . Cambiare la<br />

modalità di ventilazione (per esempio, da pressione<br />

di supporto a pressione controllata) potrebbe<br />

essere un’altra alternativa capace di ridurre l’incidenza<br />

del fenomeno 51 . Alternativamente, una<br />

PEEP insufficiente non consente al paziente di superare<br />

la PEEP intrinseca e quindi di attivare il<br />

ventilatore. Una buona modalità di regolazione è<br />

osservare empiricamente che tutti gli sforzi inspiratori<br />

del paziente si traducano in un respiro assistito.<br />

Questa regolazione può essere eseguita con<br />

ogni ventilatore, ma è certamente facilitata nei<br />

modelli che hanno uno schermo di monitoraggio<br />

delle variabili più semplici come flusso, volume e<br />

pressione in maschera.<br />

CONCLUSIONI<br />

Nei pazienti con insufficienza respiratoria acuta da<br />

riacutizzazione di BPCO, rispetto alla terapia medica<br />

convenzionale e ottimizzata e alla somministrazione<br />

di aria arricchita in O 2 , la NPPV in aggiunta<br />

a tutta la terapia menzionata:<br />

●<br />

●<br />

●<br />

●<br />

●<br />

●<br />

migliora il pH e i gas nel sangue arterioso;<br />

migliora le condizioni cliniche dei pazienti;<br />

diminuisce la percentuale di intubazione;<br />

riduce i giorni di degenza ospedaliera e i costi;<br />

minimizza le complicanze;<br />

riduce la mortalità a breve e a medio termine.<br />

La NPPV si è dimostrata utile 52 :<br />

● nel trattamento dell’insufficienza respiratoria<br />

(evidenza A);<br />

● come tecnica di svezzamento (evidenza B).<br />

È comunque da ricordare che due condizioni sono<br />

particolarmente determinanti per il successo<br />

della NPPV:<br />

●<br />

●<br />

la selezione dei pazienti, per escludere quelli per<br />

i quali la NPPV non sarebbe un intervento salvavita<br />

ma solo un inutile e potenzialmente fatale<br />

ritardo nell’intubazione;<br />

l’esperienza e l’attenzione degli operatori sanitari,<br />

che, almeno nelle prime ore, non devono<br />

essere inferiori a quelle rivolte a un paziente ventilato<br />

con intubazione.<br />

La ventilazione non invasiva a pressione positiva dovrebbe<br />

essere la prima linea di trattamento, in aggiunta<br />

alla terapia medica ottimizzata e all’adeguata<br />

ossigenazione,per l’insufficienza respiratoria acuta<br />

conseguente a una riacutizzazione di BPCO 3 .<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

<strong>1.</strong> Nava S: La Ventilazione non invasiva in terapia intensiva<br />

respiratoria. Midia Edizioni, Monza, 1997.<br />

20

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