1. - Clinica malattie apparato respiratorio
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IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 6<br />
connesse alla BPCO, quali l’insufficienza respiratoria<br />
e le esacerbazioni infettive 6 . Infatti, nel 1998 negli<br />
USA, alle 662.000 ospedalizzazioni attribuite alla<br />
BPCO andrebbero aggiunti anche 2.530.000 episodi<br />
di ricovero in cui la BPCO era segnalata come<br />
concausa del ricovero 7 .Anche nel nostro paese<br />
le BPCO hanno un impatto rilevante, come recentemente<br />
dimostrato da Dal Negro et al. 8 .<br />
L’influenza della BPCO sull’attività lavorativa è stata<br />
studiata da Eisner 9 , che ha rilevato come solo il<br />
46% dei pazienti in età lavorativa (18-64 anni) sia<br />
stabilmente occupato e che il rischio di prolungata<br />
assenza dal lavoro per BPCO è particolarmente<br />
elevato (OR = 2,92). Inoltre, recenti dati riferiscono<br />
che la BPCO ha causato una perdita di lavoro<br />
negli USA nel 1994 valutabile approssimativamente<br />
in 9,9 miliardi di dollari 10 .<br />
Infine, la BPCO è una delle maggiori cause di disabilità<br />
valutata in termini di perdita in DALYs (disability-adjusted<br />
life years). Nel 1996 è stato stimato<br />
che la BPCO è l’ottava causa di DALYs negli uomini<br />
e la settima nelle donne 11 e, dalle previsioni<br />
dello studio di Lopez e Murray 12 , ci si aspetta che<br />
in tutto il mondo la BPCO diventi, nel 2020, la<br />
quinta causa di disabilità, mentre era la dodicesima<br />
del 1990.<br />
Tutti questi dati rappresentano con estrema drammaticità<br />
l’impatto economico e sociale della BPCO<br />
non solo sui servizi sanitari ma su tutta la società e<br />
giustificano la necessità di affrontare il problema in<br />
modo complessivo. Gli obiettivi prioritari potrebbero<br />
(dovrebbero) essere:<br />
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la prevenzione della BPCO;<br />
la riduzione dei costi ospedalieri;<br />
la prevenzione e il trattamento della disabilità.<br />
Anche nella valutazione dei possibili interventi in<br />
questi campi bisogna tenere conto delle evidenze<br />
scientifiche derivanti dagli studi di tipo economico.<br />
Numerosi, infatti, sono gli studi costo-beneficio<br />
e soprattutto quelli costo-efficienza pubblicati<br />
e ritenuti utili al fine di strutturare i programmi<br />
d’intervento sulla BPCO, non soltanto nel modo<br />
apparentemente meno costoso, ma soprattutto più<br />
efficace ed efficiente a parità di costi.<br />
PREVENZIONE<br />
In quest’ottica è fuori dubbio che la prevenzione<br />
della BPCO rappresenta un punto chiave.<br />
La prevenzione deve evidentemente essere orientata<br />
a controllare i fattori di rischio in generale e,<br />
fra questi, soprattutto l’esposizione a fumo di sigaretta.<br />
I programmi di cessazione del fumo sono efficaci<br />
per la prevenzione non solo della BPCO, ma<br />
di tutte le <strong>malattie</strong> correlate al fumo di sigaretta, in<br />
particolare le <strong>malattie</strong> cardiovascolari e il tumore<br />
del polmone. Non è questa la sede per discutere<br />
l’organizzazione e i risultati dei programmi educazionali<br />
per la cessazione del fumo di sigaretta: basta<br />
ricordare che questi programmi hanno dimostrato<br />
di avere un rapporto costo/efficacia di £ 212-<br />
873 per anno di vita guadagnato 13 . Inoltre, l’efficacia<br />
della cessazione del fumo di tabacco è stata anche<br />
recentemente confermata da studi danesi condotti<br />
su un ampio campione di popolazione esaminato<br />
fra il 1967 e il 2000 e che hanno dimostrato<br />
come la cessazione del fumo di sigaretta comporti<br />
una significativa riduzione del rischio di morte<br />
per tutte le cause 14 e una riduzione del rischio<br />
di ricovero ospedaliero per BPCO 15 . Al contrario,<br />
la sola riduzione del fumo di sigaretta non sortisce<br />
effetti sulla mortalità e sulla riduzione dei ricoveri<br />
ospedalieri.<br />
Bisogna essere consapevoli che le eventuali favorevoli<br />
conseguenze dei programmi di cessazione del<br />
fumo non si registreranno nel medio e breve periodo.<br />
Feenstra et al. 16 hanno dimostrato, con un<br />
modello matematico, che dal 1995 al 2015 vi sarà<br />
un aumento della prevalenza delle BPCO dal 21 al<br />
33 per <strong>1.</strong>000 nei maschi e dal 10 al 23 per <strong>1.</strong>000<br />
nelle donne, con un aumento dei costi di circa il<br />
90%. I cambiamenti nell’abitudine al fumo provocano<br />
una modesta attenuazione della prevalenza<br />
della BPCO nei maschi, ma non nelle donne, dimostrando<br />
che i cambiamenti nell’abitudine al fumo<br />
di tabacco hanno solo un piccolo effetto nell’immediato<br />
futuro.<br />
Da questo modello appare significativo l’aumento<br />
della BPCO nelle donne, comunemente attribuito<br />
all’incremento all’abitudine al fumo di sigaretta 17<br />
che nelle donne sembra avere anche un effetto particolarmente<br />
dannoso 18 ,ma che potrebbe essere anche<br />
attribuito al rapido incremento del numero di<br />
donne inserite in tutte le categorie di lavoratori.<br />
Infatti, negli Stati Uniti il numero di donne che lavorano<br />
è aumentato del 30% dal 1980 al 1994 19 .<br />
Nei programmi di prevenzione delle BPCO non<br />
bisogna però dimenticare gli altri fattori di rischio;<br />
infatti, anche recentemente è stato evidenziato che<br />
soggetti non fumatori sviluppano la BPCO e che<br />
anche fra i pazienti morti per BPCO circa il 17%<br />
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