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1. - Clinica malattie apparato respiratorio

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IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 6<br />

BPCO e insufficienza respiratoria acuta ipercapnica<br />

può essere considerata una modalità di trattamento<br />

che ha indubbi vantaggi in termini di risultato<br />

clinico e probabilmente economico rispetto<br />

alla terapia medica tradizionale.Tuttavia, essa<br />

non può essere applicata alla totalità dei pazienti,<br />

dato che solo il 31% dei casi selezionati rispettò<br />

i criteri di arruolamento. Quindi, NPPV<br />

non può essere considerata a tutti gli effetti sostitutiva<br />

della ventilazione meccanica invasiva. Tuttavia,<br />

un recente studio prospettico e randomizzato<br />

di Conti et al. 28 ha confrontato NPPV (23<br />

pazienti) con la ventilazione meccanica convenzionale<br />

(26 pazienti) dopo aver prefissato i criteri<br />

che rendevano necessaria l’assistenza meccanica<br />

alla ventilazione. Nel primo gruppo, la metà<br />

(48%) dei pazienti evitò l’intubazione, nonostante<br />

avessero gli stessi criteri di selezione del gruppo<br />

che fu immediatamente intubato. La durata<br />

della degenza in terapia intensiva fu maggiore per<br />

il gruppo intubato, mentre il gruppo NPPV ebbe<br />

una migliore sopravvivenza e una minore frequenza<br />

di ricadute a un anno. Questo studio, che<br />

per primo confronta NPPV e ventilazione invasiva,<br />

conclude che anche pazienti tradizionalmente<br />

candidati all’intubazione possono trarre vantaggio<br />

dalla precoce applicazione della NPPV. È tuttavia<br />

necessario considerare che lo studio fu eseguito in<br />

una terapia intensiva e non in una corsia pneumologica.<br />

Sono generalmente accettati come criteri di esclusione<br />

da NPPV e suggestivi di una necessità di intubazione<br />

quasi immediata:<br />

● arresto <strong>respiratorio</strong>;<br />

● instabilità cardiovascolare (ipotensione, aritmie<br />

incontrollabili, infarto del miocardio);<br />

● stato mentale molto compromesso, sonnolenza<br />

pesante, coma, incapacità alla collaborazione;<br />

● secrezioni vischiose e abbondanti con rischio di<br />

aspirazione;<br />

● recente chirurgia facciale o gastroesofagea;<br />

● traumi cranio-facciali o anomalie stabili del nasofaringe;<br />

● ustioni gravi ed estese;<br />

● obesità grave.<br />

L’intubazione deve essere considerata anche quando<br />

il pH e i gas nel sangue arterioso e/o le condizioni<br />

cliniche generali del paziente non migliorino o addirittura<br />

peggiorino dopo l’applicazione della NPPV.<br />

Un altro aspetto molto importante è il “dove” è<br />

somministrata la NPPV. La maggioranza degli studi<br />

pubblicati, infatti, è stata eseguita in luoghi cosiddetti<br />

protetti come UTI generali o UTI Respiratorie,<br />

dove il training del personale, il monitoraggio<br />

e lo standard tecnico sono molto accurati ed<br />

elevati. Invece, il recente lavoro di Plant et al. 25 è<br />

stato condotto “nel mondo reale” della cosiddetta<br />

general ward (corsia pneumologica) con un monitoraggio<br />

di minima (saturimetria) e un ventilatore domiciliare<br />

direttamente regolato dal personale infermieristico.<br />

Furono reclutati circa 200 pazienti randomizzati<br />

per ricevere ventilazione non invasiva o<br />

terapia medica. L’uso della prima ridusse significativamente<br />

il ricorso all’intubazione e aumentò significativamente<br />

la sopravvivenza.Tuttavia, l’effetto<br />

statistico era principalmente dovuto al maggior successo<br />

dei pazienti ammessi con un pH ≥7,30, mentre<br />

nel sottogruppo con pH 45 e

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