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1. - Clinica malattie apparato respiratorio

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IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 6<br />

turale della malattia e la progressiva riduzione della<br />

funzione respiratoria nel tempo sembra attualmente<br />

possibile solo con la cessazione precoce dell’abitudine<br />

al fumo, ciò non vuol dire che il trattamento<br />

farmacologico sia inefficace. Esso, infatti,<br />

è capace di migliorare i sintomi e ridurre le limitazioni<br />

funzionali connesse alla malattia (come, per<br />

esempio,la tolleranza allo sforzo),migliorare la qualità<br />

della vita, ridurre il numero e la gravità delle<br />

riacutizzazioni e rallentare lo sviluppo delle complicazioni<br />

della malattia 1 . La sola riduzione delle<br />

riacutizzazioni può essere responsabile di una riduzione<br />

della mortalità 4 . Quindi, un atteggiamento<br />

rinunciatario nel trattamento della BPCO non<br />

è giustificato e ogni paziente dovrebbe essere attentamente<br />

valutato per ottenere il massimo miglioramento<br />

possibile nelle condizioni cliniche e<br />

funzionali connesse alla sua malattia. Per altro verso,<br />

anche un eccesso di trattamento non è giustificato,<br />

in quanto non sarebbe capace di modificare<br />

l’evoluzione della malattia.<br />

Gli obiettivi che devono essere perseguiti dal trattamento<br />

farmacologico e devono quindi essere attentamente<br />

ricercati e valutati nei controlli periodici<br />

sono riportati nella tabella <strong>1.</strong>2.<br />

La maggior parte di questi obiettivi è raggiungibile<br />

con un’adeguata scelta del trattamento farmacologico<br />

e non farmacologico e con l’educazione del<br />

paziente. Gli ultimi due obiettivi sono, al momento,<br />

difficilmente ottenibili con la terapia farmacologica,<br />

ma sia la cessazione del fumo sia l’ossigenoterapia<br />

domiciliare a lungo termine hanno mostrato<br />

la capacità di influire positivamente su questi<br />

aspetti della malattia. Molti di questi parametri<br />

sono valutabili con un’attenta indagine anamnestica,<br />

alla portata quindi anche del medico di medicina<br />

generale, altri richiedono l’utilizzo di test strumentali,a<br />

cui occorre comunque ricorrere,data anche<br />

la scarsa relazione esistente tra sintomi e alterazioni<br />

della funzione respiratoria o parametri che<br />

esprimono la tolleranza allo sforzo.<br />

Tabella <strong>1.</strong>2 Obiettivi del trattamento (modificata da 1 )<br />

Migliorare i sintomi, in particolare la dispnea<br />

Migliorare la tolleranza allo sforzo<br />

Migliorare lo stato di salute<br />

Prevenire le riacutizzazioni e le ospedalizzazioni<br />

Ridurre il ricorso alle strutture sanitarie<br />

Rallentare il declino progressivo della funzione respiratoria<br />

Prevenire le complicanze (insufficienza respiratoria, cuore<br />

polmonare)<br />

Valutazione clinica<br />

I sintomi respiratori (la tosse, l’espettorazione, la dispnea<br />

da sforzo, il respiro sibilante) possono migliorare<br />

con il trattamento farmacologico, sia con<br />

l’uso dei broncodilatatori 5-8 sia, meno frequentemente,<br />

con l’uso dei corticosteroidi inalatori 9,10 o<br />

con la terapia di combinazione 11,12 .L’entità dell’effetto<br />

dipende dalle caratteristiche della malattia<br />

(in particolare dall’entità della componente di reversibiltà<br />

dell’ostruzione bronchiale di base) e dalla<br />

gravità della malattia, anche se solo pochi studi<br />

sono stati fatti in tal senso.<br />

La tosse e l’espettorazione risentono favorevolmente<br />

della cessazione del fumo e, meno frequentemente,<br />

sono riportati come migliorati dopo trattamento<br />

farmacologico. A oggi non esistono metodi<br />

standardizzati per la valutazione di questi sintomi.Valutazioni<br />

semiquantitative per i singoli sintomi<br />

sono state applicate in alcuni studi multicentrici<br />

6,11,12 , mentre altri autori hanno proposto una<br />

scala di punteggio globale dei principali sintomi (tra<br />

cui anche tosse ed espettorazione) che sembra essere<br />

sensibile al miglioramento apportato dalla terapia<br />

farmacologica 13 .<br />

La dispnea è il sintomo principale della BPCO e<br />

rappresenta quindi un obiettivo importante del<br />

trattamento farmacologico. La valutazione della<br />

dispnea è resa difficile dall’eterogeneità dei meccanismi<br />

che la determinano in ciascun soggetto<br />

(alterazioni della meccanica respiratoria, trofismo<br />

dei muscoli scheletrici, stato psicologico del paziente,<br />

comorbilità cardiovascolare ecc.) e dalla diversa<br />

modalità di espressione dei pazienti 14 .I metodi<br />

più semplici per la valutazione della dispnea<br />

sono il ricorso alla classificazione MRC (Medical<br />

Research Council) della dispnea 15 e la scala<br />

BDI/TDI (Baseline and Transition Dyspnea Indexes)<br />

16 . La prima si basa sulla distinzione in cinque<br />

gradi di attività fisica di intensità decrescente<br />

che causano dispnea. Questa classificazione è molto<br />

utile per la distinzione della gravità della dispnea<br />

tra soggetti, è parzialmente correlata con<br />

l’entità della compromissione funzionale respiratoria,<br />

ma è poco sensibile alle variazioni apportate<br />

dalla terapia farmacologica 5,10 . La scala<br />

BDI/TDI proposta da Mahler si compone di una<br />

valutazione iniziale della gravità della dispnea, distinta<br />

in diverse componenti e personalizzata per<br />

ogni individuo (baseline dyspnea index, BDI), e in<br />

una valutazione delle variazioni che si realizzano<br />

in un periodo più o meno lungo di follow-up (tran-<br />

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