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1. - Clinica malattie apparato respiratorio

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IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 6<br />

zione, dell’organizzazione e dei risultati dei programmi<br />

di screening ed è fornita la risposta alla domanda<br />

di Budgett e Tanaka sulla giustificazione di<br />

questi programmi per la BPCO 31 . Qui vorremmo<br />

porre l’accento sul fatto che le campagne di screening<br />

non sempre hanno trovato entusiastici sostenitori,<br />

soprattutto fra gli economisti sanitari. In effetti,<br />

esse sembrano avere un relativo basso costo<br />

per soggetto studiato, ma spesso hanno un alto costo<br />

per caso diagnosticato, sia in rapporto alla prevalenza<br />

della malattia, sia in funzione della sensibilità<br />

e specificità dei test utilizzati 32 . Il solo studio in<br />

letteratura sulla diagnosi precoce di BPCO ha però<br />

ben dimostrato che il costo per caso diagnosticato<br />

era di $ 564, inferiore a quasi tutti i programmi di<br />

screening per altre <strong>malattie</strong>, quali per esempio l’ipercolesterolemia<br />

33 . Da rilevare che, in questo studio,<br />

oltre ai questionari era impiegata la spirometria prima<br />

e dopo farmaco broncodilatatore e in laboratorio<br />

era studiata l’iper-reattività all’istamina 33 .<br />

Un altro motivo che per alcuni limita l’attuazione<br />

di sistematici programmi di screening è rappresentato<br />

dal fatto che essi potrebbero causare costi aggiuntivi<br />

ai sistemi sanitari legati soprattutto a un<br />

maggiore utilizzo dei servizi sanitari ed eventualmente<br />

a successive indagini diagnostiche e trattamento<br />

dei falsi positivi.Van den Boom 34 , utilizzando<br />

i dati dello studio olandese DIMCA, ha però dimostrato<br />

che per la BPCO non vi è un significativo<br />

aumento dei costi sanitari dopo il programma di<br />

screening.Tuttavia, i soggetti in cui era stata posta la<br />

diagnosi di COPD o d’asma utilizzavano una maggiore<br />

quantità di risorse sanitarie dopo il programma<br />

di screening valutabile in circa $ 385 per anno.<br />

Non vi sono ancora dati sui rapporti costo-efficacia<br />

dei programmi di diagnosi precoce delle BPCO,<br />

soprattutto per la difficoltà di valutare i benefici futuri.<br />

È certo, tuttavia, che la diagnosi precoce associata<br />

a un monitoraggio e alla corretta terapia è assolutamente<br />

indispensabile per ridurre gli alti costi<br />

d’ospedalizzazione,essendo il più efficace modo per<br />

rallentare l’evoluzione della BPCO.<br />

Ottimizzazione della terapia<br />

Fatto salvo il concetto che la sospensione del fumo<br />

di sigaretta è in grado di produrre un efficace<br />

miglioramento della funzione respiratoria e che<br />

pertanto ciò va incoraggiato nei soggetti fumatori,<br />

quando comunque persiste una significativa ostruzione<br />

delle vie aeree va instaurata una strategia terapeutica<br />

farmacologica, d’impegno crescente e<br />

proporzionale alla sua gravità. Gli algoritmi comportamentali<br />

più condivisi si basano su dati che documentano<br />

come i broncodilatatori rappresentino<br />

l’opzione più utile ed efficace nella grande maggioranza<br />

dei soggetti con BPCO, e a fronte di una<br />

trascurabile incidenza d’effetti collaterali rilevanti:<br />

sia i β 2 -adrenergici sia gli anticolinergici, anche in<br />

associazione fra loro, sono, infatti, in grado di migliorare<br />

la funzione respiratoria dei soggetti, la loro<br />

qualità di vita, di ridurre il consumo di farmaci<br />

al bisogno e di contenere il numero di riacutizzazioni<br />

35 .I più recenti broncodilatatori ad azione<br />

long-acting hanno ulteriormente ottimizzato il loro<br />

impiego regolare nel trattamento long-term della<br />

BPCO, fornendo significativi miglioramenti in<br />

termini sia di compliance e aderenza alla terapia da<br />

parte dei soggetti, sia in termini di contenimento<br />

delle risorse impiegate. A fronte, infatti, di un possibile<br />

maggior costo farmaceutico, sono molti gli<br />

studi farmaco-economici che hanno dimostrato<br />

durante il loro impiego un consistente contenimento<br />

dei costi complessivi della malattia (cost-ofillness),<br />

prevalentemente attribuibile alla significativa<br />

diminuzione delle più rilevanti voci di costo,<br />

quali il numero dei ricoveri ospedalieri e il ricorso<br />

ai dipartimenti d’emergenza. A questo proposito<br />

va detto che, rispetto agli short-acting, i più attuali<br />

principi attivi ad azione long-acting richiedono,<br />

per la copertura delle 24 ore, un minor numero<br />

complessivo di somministrazioni giornaliere: ciò<br />

consente una più facile adesione alla strategia terapeutica<br />

che, in definitiva, si traduce in una migliore<br />

effectiveness della terapia stessa. Rispetto a questa<br />

strategia, l’aggiunta di teofillina long-acting nei casi<br />

più severi sembra non spostare sensibilmente gli<br />

outcomes, a fronte però di un incremento dei costi<br />

di circa 350/paziente/anno, in parte anche dovuti<br />

ai test di laboratorio effettuati periodicamente per<br />

monitorarne i livelli plasmatici 36 .È tuttora dibattuto<br />

l’impiego regolare degli steroidi inalatori ad<br />

alte dosi nella BPCO: mentre in un recente passato<br />

alcuni studi ne hanno sottolineato l’importanza<br />

clinica, altri, più critici, hanno invece enfatizzato gli<br />

effetti collaterali degli steroidi inalatori, la loro incapacità<br />

a condizionare positivamente il progressivo<br />

declino del FEV 1 in corso di BPCO e, pur a<br />

fronte di una certa riduzione del numero d’esacerbazioni,<br />

l’incapacità a contenere i costi della gestione<br />

della malattia. Ciononostante, più di recente,<br />

l’impiego regolare degli steroidi inalatori è comunque<br />

stato previsto nel documento GOLD nei<br />

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