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Danno biologico e mobbing nel rapporto di lavoro - Frareg

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GUIDA al LAVORO<br />

A PPROFONDIMENTI<br />

ca, Il danno alla vita <strong>di</strong> relazione,<br />

p. 185 e ss.; Petti, Il risarcimento<br />

del danno <strong>biologico</strong>, Il <strong>di</strong>ritto<br />

attuale, Utet, 1997; cfr. in<br />

giurisprudenza: Cass. n. 2761<br />

del 1990; Cass. n. 1341/1991;<br />

Cass. n. 11133/1990; Cass. n.<br />

9170/1994). Ne deriva che il danno<br />

alla persona non si riduce alla<br />

sola sfera lavorativa, potendo<br />

ciascun in<strong>di</strong>viduo estrinsecare<br />

l’affermazione della propria in<strong>di</strong>vidualità<br />

<strong>nel</strong> campo culturale, ricreativo,<br />

sportivo, artistico, <strong>di</strong><br />

volontariato, compresa la sfera<br />

sessuale.<br />

Ciascuna <strong>di</strong> queste espressioni<br />

deve essere garantita attraverso<br />

una «riparazione» del danno derivato<br />

da un fatto illecito e che si<br />

configura come danno alla vita<br />

<strong>di</strong> relazione (il préju<strong>di</strong>ce d’agréement,<br />

<strong>nel</strong> <strong>di</strong>ritto francese, e il<br />

loss of amenities of life del <strong>di</strong>ritto<br />

inglese).<br />

Il pregiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> tale natura costituisce<br />

la lesione del <strong>di</strong>ritto inviolabile<br />

dell’uomo all’esplicazione<br />

<strong>di</strong> ogni aspetto della sua personalità<br />

(art. 2 Cost.): non è coincidente<br />

con il danno <strong>biologico</strong> perché<br />

non vi è lesione della salute.<br />

Il danno alla sfera sessuale<br />

Nozione<br />

È la lesione che comporta la per<strong>di</strong>ta<br />

o la <strong>di</strong>minuzione della attività<br />

degli organi sessuali (o <strong>di</strong> una<br />

sola delle loro funzioni) che consistono,<br />

secondo la scienza me<strong>di</strong>ca<br />

e la psicologia, (cfr. Petti, Il<br />

risarcimento del danno <strong>biologico</strong>,<br />

op. cit.):<br />

a) <strong>nel</strong>lo sviluppo psicofisico dell’in<strong>di</strong>viduo<br />

a raggiungere la maturità<br />

sessuale ed il suo mantenimento;<br />

b) <strong>nel</strong>la riproduzione;<br />

c) <strong>nel</strong> sod<strong>di</strong>sfacimento della libido.<br />

La Corte Costituzionale ha pronunciato<br />

il <strong>di</strong>ritto inviolabile<br />

(cfr. Cass., 11 gennaio 1986, n.<br />

6607, in Giur. It., 1987, I, 1,<br />

2044) del singolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre liberamente<br />

della propria sessualità,<br />

<strong>di</strong>ritto che rientra <strong>nel</strong>la libertà<br />

<strong>di</strong> autodeterminazione e <strong>di</strong> relazione<br />

sociale (Corte Cost. n.<br />

561 del 18 <strong>di</strong>cembre 1987).<br />

La liquidazione del danno<br />

alla vita <strong>di</strong> relazione<br />

Prevale il ricorso alla liquidazione<br />

equitativa ex art. 1226 c.c.,<br />

oltre al danno patrimoniale sia<br />

come danno emergente (per le<br />

spese me<strong>di</strong>che) che come lucro<br />

cessante (per la menomazione<br />

della capacità produttiva e concorrenziale<br />

in relazione agli sviluppi<br />

ed alle alternative <strong>di</strong> carriera<br />

e <strong>di</strong> opportunità).<br />

Il danno alla sfera sessuale è costituito,<br />

pertanto, dalla compromissione<br />

anatomo-funzionale<br />

della vittima dell’illecito, oppure<br />

dalla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> chances <strong>di</strong> paternità<br />

per impotenza sessuale o<br />

sterilità prodotte dal danneggiante<br />

o, in genere, <strong>di</strong> chances affettive:<br />

in sostanza, il danno le cui<br />

conseguenze pregiu<strong>di</strong>zievoli investono<br />

l’integrità degli organi<br />

riproduttivi ed il loro sviluppo,<br />

anche in relazione alla possibilità<br />

<strong>di</strong> «libido».<br />

L’altro aspetto del danno alla sfera<br />

sessuale è quello che la lesione<br />

comporta sulla persona del coniuge<br />

o del convivente (menomazione<br />

del partner).<br />

Il danno viene ragionevolmente<br />

liquidato, <strong>di</strong> consueto, in via<br />

equitativa, ex art. 1226 c.c., salvo<br />

che non venga fatto rientrare<br />

<strong>nel</strong> danno <strong>biologico</strong>.<br />

In tal caso, saranno applicate le<br />

Tabelle del danno <strong>biologico</strong> vigenti<br />

<strong>nel</strong> Foro <strong>di</strong> competenza.<br />

Il danno da morte<br />

Il danno conseguente alla per<strong>di</strong>ta<br />

della vita e la Corte Costituzionale:<br />

risarcibilità come «iure proprio»<br />

e/o «iure successionis»<br />

Sovente le riviste giuri<strong>di</strong>che in<br />

materia <strong>di</strong> responsabilità civile e<br />

<strong>di</strong> danno alla persona si sono occupate<br />

negli ultimi anni del risarcimento<br />

del danno da morte sotto<br />

il duplice profilo, «iure proprio»<br />

e «iure successionis», e <strong>di</strong>versi<br />

e molteplici sono stati i contributi<br />

<strong>di</strong> dottrina e giurisprudenza<br />

sul tema, che ha richiesto più<br />

volte l’intervento della Corte Costituzionale.<br />

Del resto, la storia della responsabilità<br />

civile italiana è costellata<br />

da pronunce e <strong>di</strong>battiti sul risarcimento<br />

del danno a favore<br />

dei sopravvissuti (familiari superstiti).<br />

Facciamo il punto sullo stato della<br />

giurisprudenza al riguardo.<br />

Innanzitutto le controversie si instaurano,<br />

<strong>di</strong> solito, allorquando<br />

non si è riusciti a raggiungere un<br />

accordo transattivo stragiu<strong>di</strong>ziale<br />

sulla misura del risarcimento<br />

e se le compagnie <strong>di</strong> assicurazione<br />

valutano poco il danno sofferto<br />

dai familiari, che preferiscono,<br />

o sono costrette, ad affidarsi<br />

alle sentenze dei giu<strong>di</strong>ci: la morte<br />

è, per antonomasia, l’espressione<br />

massima del danno alla salute,<br />

compromettendo irreparabilmente<br />

la vita stessa.<br />

Le incertezze sul tema, che hanno<br />

visto il Giannini, schieratosi a<br />

favore della risarcibilità del danno<br />

<strong>biologico</strong> da morte per gli ere<strong>di</strong>,<br />

contrapposto a Pogliani (entrambi<br />

del Foro Milanese), secondo<br />

cui il danno per la lesione<br />

del <strong>di</strong>ritto fondamentale della salute<br />

non poteva essere risarcito<br />

agli ere<strong>di</strong> del defunto perché non<br />

può esserci un danno alla salute<br />

se la persona danneggiata è morta,<br />

sono sfociate in due <strong>di</strong>versi<br />

orientamenti.<br />

L’interessante <strong>di</strong>alogo tra Giannini<br />

e Pogliani, Il danno <strong>biologico</strong><br />

in caso <strong>di</strong> morte, <strong>Danno</strong> <strong>biologico</strong><br />

non oltre la vita, è riprodotta<br />

<strong>nel</strong> volume, Il danno alla salute<br />

oggi, Padova, 1990 e in Resp.<br />

Civ. prev., 1989, rispettivamente<br />

383 ss. e 394 ss.).<br />

I SUPPLEMENTI<br />

n. 2 - maggio 2003 41

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