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Danno biologico e mobbing nel rapporto di lavoro - Frareg

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I SUPPLEMENTI<br />

APPROFONDIMENTI<br />

<strong>mobbing</strong> e <strong>nel</strong>la quantificazione<br />

del danno che ne deriva o a mezzo<br />

della Consulenza Tecnica<br />

d’Ufficio o anche senza particolari<br />

ausili scientifici ma basandosi<br />

su mere prove documentali, ed<br />

esercitando, come si potrà constatare<br />

dalla elaborazione giurisprudenziale<br />

<strong>di</strong> seguito illustrata,<br />

in virtù del «principio del fatto<br />

notorio» (ex art. 115 c.p.c.), il<br />

potere <strong>di</strong>screzionale me<strong>di</strong>ante il<br />

ricorso alla liquidazione equitativa<br />

del danno (articoli 1226 e<br />

2056 del co<strong>di</strong>ce civile).<br />

Spetterà altresì al lavoratore, che<br />

ha riportato il danno <strong>biologico</strong> e<br />

alla salute, anche il danno morale,<br />

quale integrale risarcimento<br />

[41] .<br />

<strong>Danno</strong> psichico<br />

e <strong>mobbing</strong>: tecnopatia<br />

Il <strong>mobbing</strong> può essere riconosciuto,<br />

per il danno psichico che<br />

genera quale patologia me<strong>di</strong>ca,<br />

come malattia professionale<br />

Tale quesito non è sicuramente<br />

<strong>di</strong> facile e pronta soluzione.<br />

Vi sono tuttavia molti elementi<br />

che possono indurre a ritenere<br />

fondata tale configurazione, così<br />

come l’ipoacusia è correlata al<br />

rumore ambientale, l’asbestosi<br />

all’amianto, il saturnismo al<br />

piombo.<br />

È anzitutto necessario il supporto<br />

della me<strong>di</strong>cina legale, senza il<br />

motivato parere della quale, in <strong>di</strong>fetto<br />

<strong>di</strong> qualificazione del danno<br />

quanto al nesso <strong>di</strong> causalità e <strong>di</strong><br />

entità del danno stesso patito,<br />

non è possibile pervenire ad una<br />

precisa definizione del problema.<br />

Appare fondato prospettare se il<br />

danno <strong>biologico</strong> da danno psichico<br />

causato dal <strong>mobbing</strong>, costituendo<br />

una patologia me<strong>di</strong>ca,<br />

con conseguenze non facilmente<br />

emendabili, e che tende a sconfinare,<br />

per l’ambito strettamente<br />

in<strong>di</strong>viduale per un lasso <strong>di</strong> tempo<br />

non definibile e non preventivabile,<br />

persino <strong>nel</strong> danno sopra<br />

definito esistenziale, pertanto<br />

permanente nei suoi effetti specie<br />

sotto il profilo delle «rinunce<br />

gravose a un facere», sia configurabile<br />

come una vera e propria<br />

«malattia professionale», pur<br />

sempre sotto l’egida ed il rigore<br />

della me<strong>di</strong>cina legale.<br />

In buona sostanza, può rientrare<br />

tale voce <strong>di</strong> danno tra le «tecnopatie»<br />

Il quesito, per quanto legittimo,<br />

si presta a molteplici riflessioni<br />

e meriterà approfon<strong>di</strong>mento,<br />

non apparendo <strong>di</strong> facile soluzione,<br />

ma, ad avviso dello scrivente<br />

il fondamento del riconoscimento<br />

del danno psichico da <strong>mobbing</strong><br />

come tecnopatia può ben desumersi<br />

dalla natura e dall’insorgenza<br />

<strong>di</strong> tale voce <strong>di</strong> danno <strong>biologico</strong><br />

in relazione all’ambiente <strong>di</strong><br />

<strong>lavoro</strong>.<br />

Trattandosi <strong>di</strong> danno <strong>biologico</strong>,<br />

del quale il danno psichico è una<br />

«species», il <strong>di</strong>ritto alla risarcibilità<br />

sorge a favore del prestatore<br />

<strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> che ha subito la lesione,<br />

in conseguenza <strong>di</strong>:<br />

a) violazione della normativa<br />

prevista dall’articolo 2087 del<br />

co<strong>di</strong>ce civile, in relazione agli<br />

articoli 2043 e 2049 del co<strong>di</strong>ce<br />

civile (nonché dell’articolo 590<br />

del co<strong>di</strong>ce penale, trattandosi <strong>di</strong><br />

lesioni personali gravi), <strong>nel</strong>l’ambito<br />

del <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> subor<strong>di</strong>nato;<br />

b) violazione <strong>di</strong> numerosi principi<br />

costituzionalmente garantiti<br />

(articoli 2, 3, 4, 32, 35, 37, 38 e<br />

41, comma 2, Cost.);<br />

c) suo indubbio carattere me<strong>di</strong>co-legale,<br />

trattandosi <strong>di</strong> «lesione<br />

personale con carattere <strong>di</strong> permanenza»,<br />

o, comunque <strong>di</strong> menomazione<br />

permanente in riferimento<br />

al danno alla psiche una<br />

volta accertata e quantificata con<br />

motivato parere me<strong>di</strong>co-legale e<br />

GUIDA al LAVORO<br />

della riduzione della capacità lavorativa<br />

che deriva dalla predetta<br />

lesione;<br />

d) assoggettabilità del suddetto<br />

accertamento alla quantificazione<br />

me<strong>di</strong>co-legale, «in misura percentuale»<br />

e tabellare;<br />

e) sussistenza dei requisiti <strong>di</strong> cui<br />

agli articoli 2 e 3 del Tu n. 1124<br />

del 1965, nonché del «nesso <strong>di</strong><br />

causalità» (in virtù ed «in occasione<br />

del <strong>lavoro</strong>», proprio ai fini<br />

Inail), tra condotta datoriale illegittima<br />

e antidoverosa ed ambiente<br />

<strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> e il danno patito<br />

dal prestatore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>.<br />

La Suprema Corte <strong>di</strong> Cassazione,<br />

con sentenza n. 9801 del<br />

1998 ha nuovamente riba<strong>di</strong>to il<br />

proprio consolidato orientamento<br />

affermando che «all’occasione<br />

<strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> è riconducibile anche<br />

tutto quanto attiene alle con<strong>di</strong>zioni<br />

ambientali <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>».<br />

Trattasi <strong>di</strong> elementi che concorrono<br />

per la riconoscibilità del<br />

<strong>mobbing</strong> come malattia professionale,<br />

ipotesi che appare vieppiù<br />

fondata in virtù dell’applicazione<br />

analogica del principio<br />

adottato dalla Corte Costituzionale<br />

me<strong>di</strong>ante la sentenza «ad<strong>di</strong>tiva»<br />

n. 118 del 18 aprile 1996,<br />

ma ancor prima, dalla sentenza<br />

n. 179 del 1988, che aveva segnato<br />

il passaggio dal sistema chiuso<br />

tabellare delle malattie professionali<br />

a quello misto od extratabellare.<br />

Infine, con il Dlgs n. 38/2000, è<br />

sancita altresì la previsione dell’indennizzo<br />

del danno <strong>biologico</strong><br />

da infortunio sul <strong>lavoro</strong> a carico<br />

dello Stato. L’articolo 10,<br />

comma 4, del citato Dlgs n.<br />

38/2000 qualifica come malattie<br />

professionali anche quelle «non<br />

tabellate».<br />

Orbene, potrà soccorrere tale tesi<br />

a favore dei soggetti danneggiati<br />

psichicamente da <strong>mobbing</strong><br />

la stessa ratio adottata dalla Cor-<br />

[41] Cass., sez. lav., n. 8182 del 16 giugno 2001, Pres. Dell’Anna.<br />

60 n. 2 - maggio 2003

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