Danno biologico e mobbing nel rapporto di lavoro - Frareg
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GUIDA al LAVORO<br />
A PPROFONDIMENTI<br />
prio <strong>nel</strong> mondo politico, negli anni<br />
settanta, a un deputato è stata<br />
riconosciuta una infermità per effetto<br />
del <strong>mobbing</strong> e per questo si<br />
è provveduto al rilascio <strong>di</strong> una<br />
pensione <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà. In Svezia<br />
una indagine statistica ha <strong>di</strong>mostrato<br />
che il 20 per cento dei suici<strong>di</strong>,<br />
in un anno, hanno avuto<br />
quale causa scatenante fenomeni<br />
<strong>di</strong> <strong>mobbing</strong>. In Italia soffrono<br />
per <strong>mobbing</strong> circa un milione <strong>di</strong><br />
lavoratori e si stimano in 5 milioni<br />
le persone coinvolte in qualche<br />
modo <strong>nel</strong> fenomeno, quali<br />
familiari, amici o parenti delle<br />
vittime. Un lavoratore costretto<br />
a prepensionamento a soli 40 anni<br />
determina un costo sociale <strong>di</strong><br />
un miliardo e 200 milioni in più<br />
rispetto a un lavoratore che va in<br />
quiescenza all’età prevista. Possono<br />
configurarsi <strong>nel</strong> <strong>mobbing</strong><br />
anche le molestie sessuali, 1’ostracismo<br />
del datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />
nei confronti del personale femminile,<br />
la <strong>di</strong>versità politica del<br />
lavoratore rispetto a quella aziendale,<br />
ecc. L’atteggiamento repressivo<br />
può essere assunto <strong>nel</strong>l’ambito<br />
<strong>di</strong> una strategia aziendale<br />
tesa alla riduzione <strong>di</strong> personale<br />
o all’eliminazione <strong>di</strong> persone<br />
indesiderate, colpendo proprio il<br />
personale in con<strong>di</strong>zioni psicologiche<br />
più deboli. Il <strong>mobbing</strong> <strong>nel</strong>la<br />
nostra nazione trova più che<br />
altrove con<strong>di</strong>zioni favorevoli<br />
per prosperare grazie ad una crisi<br />
economica preoccupante che<br />
provoca drastiche riduzioni <strong>di</strong><br />
personale; per questo è altissima,<br />
<strong>nel</strong> lavoratore, la paura <strong>di</strong><br />
perdere il posto <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>.<br />
Nel co<strong>di</strong>ce penale non è previsto<br />
il reato <strong>di</strong> <strong>mobbing</strong>, anche se<br />
spesso esso si può inquadrare in<br />
altri illeciti come l’abuso <strong>di</strong> ufficio,<br />
l’abuso <strong>di</strong> potere, le molestie,<br />
eccetera, ossia atti che conducono<br />
al <strong>mobbing</strong>. Con la seguente<br />
proposta <strong>di</strong> legge si vuole<br />
prevedere il reato <strong>di</strong> <strong>mobbing</strong> e<br />
perseguire penalmente tale comportamento,<br />
equiparandolo ad<br />
un reato verso la persona e verso<br />
la società. Il reato <strong>di</strong> <strong>mobbing</strong><br />
comporterà una condanna detentiva,<br />
nei confronti del mobber,<br />
fino a tre anni e l’inter<strong>di</strong>zione<br />
dai pubblici uffici fino a tre anni.<br />
Tale progetto <strong>di</strong> legge si presta a<br />
duplice censura, in quanto sanziona<br />
penalmente il <strong>mobbing</strong><br />
senza prevedere alcuna tutela o<br />
misura preventiva sul piano privatistico<br />
e <strong>nel</strong>l’ambiente <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />
e introduce così una <strong>di</strong>sciplina<br />
troppo rigorosa elevando la<br />
conflittualità tra colleghi.<br />
Camera dei deputati<br />
Proposta <strong>di</strong> legge n. 6410<br />
del 30 settembre 1999 (ad iniziativa<br />
dei deputati Benvenuto, Ciani,<br />
Pistone, Repetto)<br />
Disposizioni a tutela dei lavoratori<br />
dalla violenza e dalla persecuzione<br />
psicologica<br />
Molti sono i punti <strong>di</strong> contatto<br />
con il Ddl Senato n. 4265 del 13<br />
ottobre 1999 (<strong>di</strong> seguito analizzato),<br />
infatti, anche il progetto <strong>di</strong><br />
legge n. 6410 in esame sottoposto<br />
alla Camera muove dai risultati<br />
degli stu<strong>di</strong> anglosassoni <strong>di</strong><br />
psicologia del <strong>lavoro</strong> e dalle statistiche<br />
relative; rileva l’esigenza<br />
<strong>di</strong> una regolamentazione del<br />
<strong>mobbing</strong> non solo allo scopo <strong>di</strong><br />
tutelare la <strong>di</strong>gnità umana e l’integrità<br />
psico-fisica dei lavoratori<br />
ma anche a quello <strong>di</strong> minimizzare<br />
i costi dati dalla formazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>seconomie interne all’azienda<br />
e per la cura dei danni provocati<br />
dalle condotte lesive, con conseguente<br />
accentuazione dell’importanza<br />
delle iniziative preventive,<br />
e particolarmente <strong>di</strong> quelle informative;<br />
è applicabile sia ai datori<br />
<strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> privati sia a quelli<br />
pubblici; prevede due ore supplementari<br />
su base annuale per effettuare<br />
riunioni informative sul<br />
problema, fuori dall’orario <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>;<br />
prevede l’applicazione delle<br />
sanzioni <strong>di</strong>sciplinari a chi commette<br />
le azioni persecutorie o a<br />
chi denuncia consapevolmente il<br />
compimento <strong>di</strong> vessazioni inesistenti,<br />
al fine <strong>di</strong> ottenere vantaggi<br />
comunque configurabili; prevede,<br />
negli stessi termini, la tutela<br />
giu<strong>di</strong>ziale ed il risarcimento<br />
del danno liquidabile in forma<br />
equitativa. Tuttavia, tra le due<br />
proposte vi sono alcune <strong>di</strong>fferenze<br />
che meritano <strong>di</strong> essere sottolineate,<br />
seppur sinteticamente.<br />
L’art. l fornisce la definizione <strong>di</strong><br />
<strong>mobbing</strong> specificando <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre<br />
la tutela dei lavoratori da «atti<br />
e comportamenti ostili che assumono<br />
le caratteristiche della violenza<br />
e della persecuzione psicologica,<br />
<strong>nel</strong>l’ambito dei rapporti<br />
<strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>». La fattispecie «violenza<br />
e della persecuzione psicologica»<br />
è integrata dagli «atti posti<br />
in essere e i comportamenti<br />
tenuti da datori <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, nonché<br />
da soggetti che rivestano incarichi<br />
in posizione sovraor<strong>di</strong>nata<br />
o pari grado nei confronti del<br />
lavoratore, che mirano a danneggiare<br />
quest’ultimo e che sono<br />
svolti con carattere sistematico e<br />
duraturo e con palese predeterminazione».<br />
Al <strong>di</strong> là della <strong>di</strong>fferenza<br />
terminologica <strong>nel</strong>la definizione<br />
dei comportamenti lesivi e<br />
<strong>nel</strong> requisito della palese predeterminazione<br />
invece che dell’intensità,<br />
viene in rilievo qui<br />
un’importante <strong>di</strong>fferenza rispetto<br />
al Ddl Senato 4265: la limitazione<br />
della definizione <strong>di</strong> <strong>mobbing</strong><br />
agli atti posti in essere da<br />
colleghi fino al pari grado rispetto<br />
a chi subisce i comportamenti<br />
lesivi, con esclusione invece <strong>di</strong><br />
quelli posti in essere da <strong>di</strong>pendenti<br />
con posizione inferiore <strong>nel</strong>la<br />
gerarchia aziendale: la nozione<br />
è quin<strong>di</strong> più restrittiva, e si<br />
<strong>di</strong>scosta da quella prospettata<br />
dalla psicologia del <strong>lavoro</strong>.<br />
L’art. 1 fornisce anch’esso un<br />
elenco <strong>di</strong> comportamenti rilevanti<br />
(precisando che essi «si caratterizzano<br />
per il contenuto vessatorio<br />
e per le finalità persecutorie,<br />
e si traducono in maltrattamenti<br />
verbali e in atteggiamenti che<br />
I SUPPLEMENTI<br />
n. 2 - maggio 2003 81