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Danno biologico e mobbing nel rapporto di lavoro - Frareg

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I SUPPLEMENTI<br />

APPROFONDIMENTI<br />

d) registrazioni <strong>nel</strong>l’ambiente <strong>di</strong><br />

<strong>lavoro</strong> <strong>di</strong> colloqui ed espressioni<br />

pesanti, vessatori, offensivi e<br />

persecutori, la cui au<strong>di</strong>zione dovrebbe<br />

essere autorizzata dal giu<strong>di</strong>ce,<br />

e a cui fare ricorso in caso<br />

<strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> testimoni [60] .<br />

Nesso <strong>di</strong> causalità<br />

e irrilevanza<br />

delle con<strong>di</strong>zioni<br />

personali della vittima<br />

Una delle obiezioni più ricorrenti<br />

che viene sollevata dagli addetti<br />

ai lavori <strong>nel</strong>le controversie che<br />

a hanno per oggetto fattispecie<br />

<strong>di</strong> <strong>mobbing</strong> è quella inerente al<br />

nesso <strong>di</strong> causalità, in relazione<br />

alla «multifattorialità» del danno<br />

psichico, potendo sussistere<br />

non una sola causa attribuibile a<br />

tale danno, specie se si assume<br />

che l’illecita condotta datoriale<br />

sia una concausa e non l’unica<br />

causa scatenante del danno lamentato<br />

dal lavoratore.<br />

È possibile che tale assunto sia<br />

in parte vero, se scientificamente<br />

fondato, ma ciò non esonera il<br />

datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> dalla responsabilità<br />

degli eventi lesivi e dell’insorgenza<br />

<strong>di</strong> una psicopatologia<br />

ai danni del lavoratore da lui, o<br />

per interposta persona, mobbizzato,<br />

così come hanno posto in<br />

risalto sia la giurisprudenza <strong>di</strong><br />

merito (Trib. Torino 16 novembre<br />

1999 e 30 <strong>di</strong>cembre 1999,<br />

cit., in RCDL, 2000, 108 e 386;<br />

Trib. Milano 21 aprile 1998, in<br />

RCDL, 1998, 95) che quella <strong>di</strong><br />

legittimità (Cass. n. 12339 del 5<br />

novembre 1999; Cass. sez. lav.<br />

GUIDA al LAVORO<br />

n. 1307 del 5 febbraio 2000) <strong>nel</strong><br />

riba<strong>di</strong>re che «la Costituzione all’articolo<br />

32, e la legge all’articolo<br />

2087 del co<strong>di</strong>ce civile tutelano<br />

in<strong>di</strong>stintamente tutti i citta<strong>di</strong>ni,<br />

siano essi forti e capaci <strong>di</strong> rispondere<br />

alle prevaricazioni, viceversa<br />

più deboli e quin<strong>di</strong> destinati<br />

anzitempo a soccombere»,<br />

ed altresì «il <strong>di</strong>ritto al risarcimento<br />

del danno <strong>biologico</strong> a favore<br />

del lavoratore il cui demansionamento<br />

abbia causato una malattia<br />

nervosa e persino un infarto<br />

miocar<strong>di</strong>co».<br />

La giurisprudenza ha cercato <strong>di</strong><br />

dare risposte al delicato quesito<br />

con particolare riguardo alla rilevanza<br />

che possono assumere preesistenti<br />

alterazioni psichiche o<br />

fisiche della vittima del <strong>mobbing</strong>,<br />

palesando un orientamento<br />

che sembra propendere per la irrilevanza<br />

<strong>di</strong> tale dato (Trib. Torino<br />

16 novembre e 30 novembre<br />

1999, cit.; Cass., sez. lav., n.<br />

5539 del 9 aprile 2003, secondo<br />

la quale «la concausa naturale<br />

non riduce la responsabilità del<br />

datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>», <strong>nel</strong> caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendente<br />

colpito da sindrome ansiosa<br />

depressiva per effetto <strong>di</strong> un<br />

illegittimo licenziamento e fisicamente<br />

pre<strong>di</strong>sposto alla malattia),<br />

pur essendo suscettibili tali<br />

fattispecie <strong>di</strong> opportune indagini<br />

conoscitive (ad esempio, il fatto<br />

che in precedenza mai la vittima<br />

aveva manifestato debolezza o<br />

cedevolezza sul piano emotivo e<br />

comportamentale e considerando<br />

pure la particolare sensibilità<br />

della stessa vittima) [61] .<br />

Anche la dottrina (Tullini, Mobbing<br />

e <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, una<br />

fattispecie emergente <strong>di</strong> danno<br />

alla persona,inRiv. It. Dir. Lav.,<br />

2000, parte I, n. 3) accede a tale<br />

passaggio interpretativo, attribuendo<br />

rilevanza sostanziale alle<br />

concrete modalità dell’aggressione<br />

e all’impatto sulla «vittima»,<br />

e ponendo così a carico del datore<br />

<strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> la previsione <strong>di</strong> responsabilità<br />

per i danni sofferti<br />

dal <strong>di</strong>pendente molestato in ragione<br />

<strong>di</strong> una concausa (la particolare<br />

fragilità del soggetto), e potendo<br />

inoltre, la violenza esercitare<br />

una pressione tale da impressionare<br />

una persona sensata e da<br />

farle temere <strong>di</strong> esporre sé o i propri<br />

beni ad un male ingiusto e<br />

notevole, avuto riguardo all’età,<br />

al sesso e alla con<strong>di</strong>zione della<br />

vittima, e venendo sovente esercitata<br />

nei confronti <strong>di</strong> un soggetto<br />

contingentemente fragile, quale<br />

vittima designata.<br />

In tale senso, non si può convenire<br />

con quella parte della dottrina,<br />

che peraltro risulta minoritaria<br />

[62] , secondo la quale il <strong>mobbing</strong><br />

è uno «strumento straor<strong>di</strong>nario»<br />

che seleziona i migliori,<br />

dal momento che le persecuzioni<br />

e le vessazioni morali ostacolano<br />

coloro che posseggono potenzialità<br />

e capacità, mettendoli<br />

in cattiva luce e <strong>di</strong>struggendoli,<br />

comportando ciò <strong>di</strong>visioni e selezione<br />

tra i <strong>di</strong>pendenti, e nuocciono<br />

altresì, alla socialità.<br />

L’auspicio che faccia presa la<br />

prevenzione è il motivo ispiratore<br />

<strong>di</strong> buona parte delle proposte<br />

<strong>di</strong> legge [63] sul <strong>mobbing</strong> che più<br />

oltre analizzeremo.<br />

[60] Cass., sez. lav., n. 143/2000 cit., ove la stessa Suprema Corte riconosce che «la prova del <strong>mobbing</strong> è particolarmente<br />

<strong>di</strong>fficoltosa a causa <strong>di</strong> eventuali sacche <strong>di</strong> omertà, sempre presenti, o per altre ragioni»; Cass., sez. civ. II., n.<br />

12206 del 11 <strong>di</strong>cembre 1993, Pres. Angelani, secondo cui la registrazione su nastro magnetico <strong>di</strong> una conversazione<br />

telefonica, costituisce fonte <strong>di</strong> prova a norma dell’art. 2712 c.c. ed all’ammissibilità della prova non osta la<br />

<strong>di</strong>sposizione dell’art. 615-bis c.p., che non vieta la riproduzione <strong>di</strong> conversazioni da parte del destinatario; Cass.,<br />

sez. lav., n. 12715 del 18 <strong>di</strong>cembre 1998, Pres. Lanni, ove è scritto che «l’efficacia probatoria delle riproduzioni<br />

meccaniche (registrazioni fonografiche) è subor<strong>di</strong>nata all’esclusiva volontà della parte contro la quale esse sono<br />

prodotte e all’ammissione che siano realmente accaduti i fatti <strong>di</strong> cui si tendono a provare le effettive modalità e la<br />

rispondenza a quanto sostenuto dalla parte producente».<br />

[61] F. Amato-Cascimo-Lazzeroni-Loffredo, Il <strong>mobbing</strong>, Giuffrè E<strong>di</strong>tore 2002.<br />

[62] M. Meucci, Violenza da <strong>mobbing</strong> sul posto <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, inRCDL, 275-284.<br />

[63] S. Pirola, Il <strong>mobbing</strong> tra repressione e prevenzione, inRCDL, 2000, p. 645.<br />

72 n. 2 - maggio 2003

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