Danno biologico e mobbing nel rapporto di lavoro - Frareg
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APPROFONDIMENTI<br />
GUIDA al LAVORO<br />
I SUPPLEMENTI<br />
per la pre<strong>di</strong>sposizione delle quali<br />
«vengono sentiti anche i lavoratori<br />
dell’area aziendale interessata<br />
ai fatti accertati».<br />
Per quanto riguarda le conseguenze<br />
dei comportamenti illeciti,<br />
l’art. 4 stabilisce che nei confronti<br />
sia <strong>di</strong> coloro che attuano le<br />
azioni lesive, sia <strong>di</strong> chi denuncia<br />
consapevolmente violenze morali<br />
e persecuzioni psicologiche<br />
che si rivelino inesistenti per ottenere<br />
vantaggi comunque configurabili,<br />
«si può realizzare responsabilità<br />
<strong>di</strong>sciplinare, secondo<br />
quanto previsto dalla contrattazione<br />
collettiva». L’art. 5, inoltre,<br />
prevede, per il lavoratore<br />
che abbia subito il comportamento<br />
lesivo e non ritenga <strong>di</strong> avvalersi<br />
delle procedure <strong>di</strong> conciliazione<br />
previste dai contratti collettivi,<br />
la possibilità <strong>di</strong> a<strong>di</strong>re il giu<strong>di</strong>ce<br />
ex art. 413 c.p.c. e <strong>di</strong> promuovere<br />
il tentativo <strong>di</strong> conciliazione<br />
ex art. 410 c.p.c., anche attraverso<br />
le rappresentanze sindacali<br />
aziendali. Sempre l’art. 5 sancisce<br />
la condanna ad opera del giu<strong>di</strong>ce<br />
del responsabile del comportamento<br />
sanzionato al risarcimento<br />
del danno, da liquidarsi in<br />
forma equitativa. In mancanza<br />
<strong>di</strong> ulteriori precisazioni a riguardo,<br />
è stato rilevato in dottrina<br />
(l’articolo 5 inserisce l’inciso<br />
«anche in attuazione <strong>di</strong> quanto<br />
previsto dall’art. 2082» c.c., ma<br />
forse c’è stato un errore <strong>nel</strong>la<br />
stampa o <strong>nel</strong>la riproduzione del<br />
testo, dove verosimilmente doveva<br />
essere scritto art. 2087 c.c.,<br />
norma qui più pertinente <strong>di</strong> quella<br />
che definisce l’impren<strong>di</strong>tore.<br />
Tale dubbio è già stato sollevato<br />
da M. Meucci) che essa potrebbe<br />
ipotizzare il risarcimento del danno<br />
<strong>biologico</strong>, del danno morale<br />
ex art. 2059 c.c. slegato dall’integrazione<br />
<strong>di</strong> un reato e del danno<br />
professionale (da dequalificazione<br />
o per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> chances <strong>di</strong> carriera).<br />
Infine, l’art. 7 recita: «Su<br />
istanza della parte interessata, il<br />
giu<strong>di</strong>ce può <strong>di</strong>sporre che del<br />
provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> condanna o <strong>di</strong><br />
assoluzione venga data informazione,<br />
a cura del datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>,<br />
me<strong>di</strong>ante lettera ai <strong>di</strong>pendenti<br />
interessati, per reparto e attività,<br />
dove si è manifestato il caso<br />
<strong>di</strong> violenza morale e persecuzione<br />
psicologica, oggetto dell’intervento<br />
giu<strong>di</strong>ziario, omettendo<br />
il nome della persona che ha subito<br />
tali azioni <strong>di</strong> violenza e persecuzione».<br />
L’art. 8 prevede la<br />
nullità <strong>di</strong> tutti gli atti o fatti che<br />
derivano da comportamenti lesivi,<br />
nonché la presunzione, salvo<br />
prova contraria ex art. 2728,<br />
comma 2, c.c., del contenuto <strong>di</strong>scriminatorio<br />
dei provve<strong>di</strong>menti,<br />
in qualunque modo peggiorativi<br />
della con<strong>di</strong>zione professionale,<br />
relativi alla posizione soggettiva<br />
del lavoratore che abbia posto<br />
in essere una denuncia per<br />
violenze morali e persecuzioni<br />
psicologiche, adottati entro un<br />
anno dal momento della denuncia,<br />
compresi i trasferimenti e i<br />
licenziamenti («atti <strong>di</strong>scriminatori<br />
e <strong>di</strong> ritorsione»).<br />
L’art. 6 stabilisce che «le variazioni<br />
<strong>nel</strong>le qualifiche, <strong>nel</strong>le mansioni,<br />
negli incarichi, nei trasferimenti<br />
o le <strong>di</strong>missioni, determinate<br />
da azioni <strong>di</strong> violenza morale e<br />
persecuzione psicologica, sono<br />
impugnabili ai sensi e per gli effetti<br />
<strong>di</strong> cui all’articolo 2113 c.c.,<br />
salvo risarcimento dei danni» come<br />
stabilito dall’articolo 5 del<br />
Ddl. Come noto, l’impugnabilità<br />
ex art. 2113 c.c. evita che la prescrizione<br />
decorra in corso <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong><br />
lavorativo (come avviene<br />
invece in regime <strong>di</strong> stabilità reale<br />
del posto <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>).<br />
Senato della Repubblica<br />
Disegno <strong>di</strong> legge n. 4313<br />
del 2 novembre 1999 (ad iniziativa<br />
del senatore De Luca)<br />
Disposizioni a tutela dei lavoratori<br />
e delle lavoratrici dalla violenza<br />
psicologica<br />
Il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge n. 4313 del<br />
1999 si <strong>di</strong>fferenzia dagli altri poiché<br />
introduce all’art. 4 il concetto<br />
<strong>di</strong> «strategia societaria» e nei<br />
successivi articoli 5 e 6 precisa<br />
gli obblighi informativi a carico<br />
del datore e del sindacato e fa<br />
riferimento alla legge sulla sicurezza<br />
nei luoghi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, promuovendo<br />
i provve<strong>di</strong>menti necessari<br />
al loro superamento con<br />
l’attuazione della Direttiva Quadro<br />
Cee 391/89, recepita <strong>nel</strong> nostro<br />
or<strong>di</strong>namento con il Dlgs n.<br />
626/1994.<br />
Nel testo della relazione si legge<br />
che: «Altrettanta rilevanza e <strong>di</strong>ffusione<br />
sta assumendo <strong>nel</strong> nostro<br />
Paese un nuovo tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio,<br />
trasversale a tutte le categorie<br />
occupazionali, che con termine<br />
inglese si definisce “<strong>mobbing</strong>”<br />
ed in<strong>di</strong>ca un conflitto sociale,<br />
un’esperienza ed un vissuto<br />
<strong>di</strong> vessazione psicologica (che<br />
a volte sfocia <strong>nel</strong>la violenza),<br />
operata ai danni <strong>di</strong> un lavoratore<br />
da parte <strong>di</strong> colleghi o superiori.<br />
Tale forma <strong>di</strong> terrore psicologico<br />
<strong>di</strong> solito viene esercitata attraverso<br />
attacchi reiterati e può assumere<br />
svariate forme: dalla semplice<br />
emarginazione alla <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong><br />
mal<strong>di</strong>cenze, dalle continue critiche<br />
alla sistematica persecuzione,<br />
dall’assegnazione <strong>di</strong> compiti<br />
dequalificanti al carico <strong>di</strong> oneri<br />
insopportabili, dall’obbligo a<br />
comportamenti ed azioni contrari<br />
all’etica ed alle convinzioni<br />
del soggetto alla compromissione<br />
dell’immagine pubblica nei<br />
confronti <strong>di</strong> clienti e superiori.<br />
Nei casi più gravi si può arrivare<br />
anche al sabotaggio del <strong>lavoro</strong> e<br />
ad azioni illegali. Lo scopo <strong>di</strong><br />
tali violenze è quello <strong>di</strong> eliminare<br />
una persona che è, o è <strong>di</strong>venuta,<br />
in qualche modo “scomoda”,<br />
<strong>di</strong>struggendola psicologicamente<br />
e socialmente onde provocarne<br />
il licenziamento o indurla alle<br />
<strong>di</strong>missioni, come comprovato da<br />
accertate strategie aziendali messe<br />
in atto con siffatta finalità.<br />
L’esercizio <strong>di</strong> tale tipo <strong>di</strong> “pratica”,<br />
solitamente, danneggia an-<br />
84 n. 2 - maggio 2003