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Danno biologico e mobbing nel rapporto di lavoro - Frareg

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GUIDA al LAVORO<br />

A PPROFONDIMENTI<br />

<strong>Danno</strong> <strong>biologico</strong> <strong>nel</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />

Le predette cause <strong>di</strong> danno <strong>biologico</strong> <strong>nel</strong>l’ambito del <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>lavoro</strong> si possono così sintetizzare:<br />

Ambiente <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />

È il danno psicologico e/o psichico per stress e sindrome ansioso-depressiva<br />

causato al <strong>di</strong>pendente da demansionamento e dequalificazione<br />

professionale, da sanzioni <strong>di</strong>sciplinari, da visite fiscali a pioggia,<br />

da persecutorietà datoriale <strong>di</strong> preposti e colleghi, da condotta<br />

antisindacale, da violenza morale e molestie sessuali (più in generale,<br />

da «<strong>mobbing</strong>»), da licenziamento ingiurioso: tali fattispecie configurano<br />

la violazione degli artt. 2087, 2049, 2043 e 2103 c.c. in<br />

relazione agli artt. 2 e 32 della Costituzione, nonché agli artt. 7, 9, 13,<br />

15 e 28 della legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori).<br />

Infortunio sul <strong>lavoro</strong><br />

È il danno sia psicologico che fisico (sovente con incidenza neurologica)<br />

connesso ad una menomazione da invali<strong>di</strong>tà permanente derivato<br />

da infortunio sul <strong>lavoro</strong>, in seguito a violazione del Dpr n. 547/1955<br />

e del Dlgs n. 626/1994, come mo<strong>di</strong>ficata e integrata dal Dlgs n.<br />

242/1996 in attuazione delle <strong>di</strong>rettive comunitarie, e altresì dalle Linee<br />

Guida della Regione Lombar<strong>di</strong>a (Dgr 25 maggio 1999, n. 43168),<br />

riguardanti il miglioramento della sicurezza e la tutela della salute dei<br />

lavoratori nei vari luoghi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, aziende e cantieri, ed in riferimento<br />

al Tu n. 1124/1965 e al Dlgs n. 38/2000, in conseguenza della:<br />

a) violazione del «dovere <strong>di</strong> sicurezza» per mancanza <strong>di</strong> misure<br />

preventive idonee a prevenire l’evento-infortunio.<br />

b) omessa vigilanza riguardo all’adozione e osservanza delle predette<br />

misure.<br />

Malattia professionale<br />

È il danno derivato dalla contrazione <strong>di</strong> una malattia <strong>nel</strong> corso del<br />

<strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> (tecnopatia), a seguito ed a contatto <strong>di</strong> lavorazioni<br />

con sostanze nocive.<br />

La Corte Costituzionale ha integrato una delle sue prime pronunce in<br />

materia, sentenza n. 179 del 18.2.1988, introducendo il principio del<br />

riconoscimento della malattia professionale anche extratabellare (il<br />

cd. sistema misto) con la sentenza «ad<strong>di</strong>tiva» 18 aprile 1996, n. 118,<br />

in riferimento alla legge 25 febbraio 1992, n. 210 (equo indennizzo<br />

come mo<strong>di</strong>ficato e integrato dalla legge n. 238 del 25 luglio 1997) per<br />

il danno derivato da lesioni alla persona conseguenti a:<br />

- vaccinazioni obbligatorie;<br />

- trasfusioni;<br />

- somministrazioni <strong>di</strong> emoderivati.<br />

Il tema è <strong>di</strong> estrema attualità per l’incrementarsi della <strong>di</strong>ffusione<br />

dell’epatite cronica <strong>di</strong> tipo C (infezione da citomegalovirus) e dell’Aids<br />

per gli operatori sanitari (personale infermieristico e me<strong>di</strong>co) negli<br />

ambienti ospedalieri e Case <strong>di</strong> Cura.<br />

Il Dlgs n. 38/2000, all’art. 10, ha confermato il principio in virtù del<br />

quale sono considerate malattie professionali anche quelle non comprese<br />

<strong>nel</strong>le tabelle <strong>di</strong> cui al Testo unico n. 1124/1965 (introduzione<br />

del sistema extra tabellare).<br />

to principio generale accolto dall’or<strong>di</strong>namento<br />

in virtù del quale,<br />

ai sensi dell’art. 2697 c.c. «chi<br />

vuol far valere un <strong>di</strong>ritto in giu<strong>di</strong>zio<br />

(99, 100 c.p.c.) deve provare<br />

i fatti che ne costituiscono il fondamento».<br />

Lo scoglio più grosso da superare<br />

anche per l’accertamento e la<br />

successiva quantificazione del<br />

danno psichico è dunque costituito<br />

dalla necessità <strong>di</strong> provare il<br />

nesso <strong>di</strong> causalità, tanto più che<br />

sovente alla base <strong>di</strong> malattie e<br />

<strong>di</strong>sturbi mentali non vi è una sola<br />

causa, e in tal senso parrebbe<br />

con<strong>di</strong>visibile il concetto della<br />

preesistenza [25] . Rimane il fatto<br />

che, poiché il <strong>di</strong>sturbo psichico<br />

tende solitamente a oscillare [26]<br />

tra transitorietà e permanenza,<br />

ciò rende <strong>di</strong>fficile, a volte, la<br />

quantificazione dell’entità dello<br />

stesso e della sua durata.<br />

La me<strong>di</strong>cina legale e la psichiatria<br />

da tempo hanno adottato come<br />

riferimento il Manuale Diagnostico<br />

e Statistico dei Disturbi<br />

Mentali (DSM - IV) universalmente<br />

in uso <strong>nel</strong>la pratica psichiatrica<br />

per la quantificazione<br />

in termini percentuali del danno<br />

psichico sin dal 1952 con varie<br />

e<strong>di</strong>zioni, pur rilevando che:<br />

1) non esistono tabelle né esperienze<br />

consolidate tali da definire<br />

in maniera certa l’esattezza <strong>di</strong><br />

questo danno;<br />

2) le tabelle adottate per l’accertamento<br />

degli stati <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà<br />

civile non appaiono sufficienti,<br />

né adeguate;<br />

3) la formula del Gabrielli non<br />

appare corretta ai più quale criterio<br />

universale, per la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

stabilire la percentuale <strong>di</strong> preesistente<br />

menomazione in relazione<br />

a un assetto personologico<br />

più vulnerabile.<br />

L’oscillazione del calcolo del<br />

danno in via forfettaria può così<br />

variare fino al 90%, ma il vero<br />

interrogativo - cui la me<strong>di</strong>cina<br />

legale risponde negativamente -<br />

è se la psiche possa essere considerata<br />

alla stregua <strong>di</strong> un organo,<br />

per la sua peculiarità <strong>di</strong> sfuggire,<br />

per sua natura, ad una quantifica-<br />

I SUPPLEMENTI<br />

[25] G. Ponti, <strong>Danno</strong> psichico e attuale percezione psichiatrica del <strong>di</strong>sturbo mentale, inRiv. It. Med. Leg., XIV, 1992;<br />

Palmieri e Zangani, Me<strong>di</strong>cina legale delle Assicurazioni, Morano, Napoli, 1990.<br />

[26] R. Castiglioni, <strong>Danno</strong> psichico: <strong>di</strong>agnosi e nesso causale, transitorietà e permanenza, quantificazione. Una<br />

rassegna casistica, Relazione al Congresso <strong>di</strong> Montecatini, 1995, indetto dall’Associazione «M. Gioia» <strong>di</strong> Pisa, che<br />

pubblica la Rivista Tagete.<br />

n. 2 - maggio 2003 55

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