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Danno biologico e mobbing nel rapporto di lavoro - Frareg

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I SUPPLEMENTI<br />

APPROFONDIMENTI<br />

ti, come non <strong>di</strong> rado avviene.<br />

Confermando la pronuncia <strong>di</strong><br />

merito, che aveva ritenuto risarcibile<br />

il danno <strong>biologico</strong> consistente<br />

<strong>nel</strong>l’aggravamento della<br />

malattia cagionato dal comportamento<br />

datoriale, la Cassazione<br />

ha ravvisato la configurazione<br />

dell’esercizio abusivo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto<br />

che, seppur riconosciuto al datore,<br />

si era concretizzato <strong>nel</strong>la<br />

fattispecie in un atteggiamento<br />

illegittimo e persecutorio.<br />

Sanzioni <strong>di</strong>sciplinari reiterate,<br />

trasferimento, licenziamento<br />

ingiurioso<br />

La comminazione <strong>di</strong> reiterati e<br />

<strong>di</strong>scriminatori provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari<br />

[34] , il trasferimento pretestuoso<br />

e <strong>di</strong>scriminatorio, non rispondente<br />

ai requisiti (comprovate<br />

esigenze aziendali tecnico-organizzative<br />

della cui sussistenza<br />

occorre fornire da parte datoriale<br />

l’inevitabilità) ex art. 2103<br />

c.c. [35] , il licenziamento specie se<br />

ingiurioso (Cass. 1.7.1997, n.<br />

5850) procurano un danno psichico<br />

al lavoratore perseguitato e sono<br />

fonti <strong>di</strong> responsabilità contrattuale<br />

ed extra contrattuale del datore<br />

<strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> (artt. 2087, 2043,<br />

2049 e 2110 c.c.), per la clausola<br />

generale dell’ingiustizia del danno,<br />

la stessa cui si è ispirata la<br />

Cassazione [36] in tema <strong>di</strong> risarcibilità<br />

del danno da interessi legittimi,<br />

dando valore alla meritevolezza<br />

degli interessi tutelati.<br />

Molestie sessuali<br />

e proposte indecenti<br />

(Artt. 2, 3, 32 e 41, comma 2,<br />

Cost.; artt. 1175, 1375, 1460,<br />

2043, 2049, 2087 c.c.; artt. 660 e<br />

726 c.p.; legge n. 66/1996)<br />

Configura inadempimento con-<br />

Progetti e <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> legge<br />

in tema <strong>di</strong> molestie sessuali<br />

GUIDA al LAVORO<br />

In Italia pur avvertendosene l’esigenza da più parti, tuttavia non esiste ancora<br />

una legislazione sulle molestie sessuali nei luoghi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, bensì solo <strong>di</strong>versi<br />

Progetti e Disegni <strong>di</strong> legge.<br />

Citiamo, tra i tanti:<br />

-ilprogetto <strong>di</strong> legge n. 1813 del 1996, con cui si vuole prevedere il reato <strong>di</strong><br />

<strong>mobbing</strong> e perseguirlo penalmente, equiparandolo ad un reato verso la persona<br />

e verso la società, con una condanna detentiva - nei confronti del mobber -<br />

fino a 3 anni e l’inter<strong>di</strong>zione dai pubblici uffici fino a 3 anni;<br />

-ilprogetto <strong>di</strong> legge n. 601 del 9 maggio 1996 (Cordoni e altri), che riproduce<br />

in gran parte la proposta <strong>di</strong> legge presentato dai Senatori Smuraglia e altri al<br />

Senato fin dalla XI Legislatura e dal titolo «Norme per la tutela della <strong>di</strong>gnità e<br />

libertà della persona che lavora, contro le molestie sessuali nei luoghi <strong>di</strong><br />

<strong>lavoro</strong>».<br />

-il<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge 1286 approvato il 23 aprile 1998 al Senato che, ispirandosi<br />

- come altri - alle <strong>di</strong>sposizioni comunitarie in materia, tra cui la risoluzione<br />

del Consiglio Ue 29 maggio 1990 con «la raccomandazione» della Commissione<br />

del 27 novembre 1991 <strong>di</strong> identico titolo (tutela della <strong>di</strong>gnità degli uomini<br />

e delle donne <strong>nel</strong> mondo del <strong>lavoro</strong>), prevede la ricorribilità al pretore per:<br />

l’annullamento <strong>di</strong> promozioni e trasferimenti se ottenute con comportamenti<br />

scorretti dal punto <strong>di</strong> vista sessuale; l’invalidamento <strong>di</strong> licenziamenti se riguardano<br />

chi ha denunciato <strong>di</strong> avere subito molestie o chi ha testimoniato in suo<br />

favore; il riconoscimento della giusta causa per <strong>di</strong>missioni, in caso <strong>di</strong> «attenzioni<br />

pesanti» del datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> con una indennità fino a 12 mensilità <strong>di</strong><br />

retribuzione (un altro progetto <strong>di</strong> legge, il n. 5090, ha previsto ad<strong>di</strong>rittura un<br />

risarcimento del danno <strong>nel</strong>la misura <strong>di</strong> 24 mensilità dell’ultima retribuzione in<br />

<strong>rapporto</strong> alla gravità della molestia o del ricatto sessuale subìto).<br />

In America, invece, già si parla <strong>di</strong> «molestatori virtuali» (cyber molestie<br />

sessuali). «Nel Connecticut, in particolare, è stata approvata una legge che<br />

estende al cyberspazio la normativa contro i molestatori: il principio che si<br />

vuole stabilire è che anche i cyber-molestatori sono criminali e animati da<br />

delinquenzialità. I molestatori colti sul fatto rischiano fino a tre mesi <strong>di</strong> prigione<br />

se la loro fe<strong>di</strong>na penale elettronica è pulita; per i reci<strong>di</strong>vi la punizione potrà<br />

giungere fino a un massimo <strong>di</strong> cinque anni. Severe pene sono anche contenute<br />

<strong>nel</strong> “Communication Decency Act” (S 314), detto anche Exon Act» dal<br />

nome del senatore democratico che lo ha proposto, approvato da un ramo del<br />

Parlamento federale statunitense. Il testo prevede persino la reclusione <strong>di</strong> chi<br />

trasmette in reti telematiche materiali a sfondo sessuale o comunque indecenti,<br />

osceni o lascivi, senza peraltro dare una precisa definizione dei comportamenti<br />

vietati. La responsabilità si estenderebbe inoltre a carico dei gestori<br />

della rete <strong>di</strong> trasmissione (compagnia telefonica, gestore <strong>di</strong> BBS, fornitore <strong>di</strong><br />

Internet …) imponendogli <strong>di</strong> controllare tutto il traffico <strong>di</strong> dati, files e messaggi<br />

personali per evitare <strong>di</strong> incorrere <strong>nel</strong>le sanzioni. Contro questa proposta che,<br />

se approvata definitivamente, limiterebbe fortemente la libertà <strong>di</strong> parola, ledendo<br />

la privacy e rallentando l’espansione e la creazione delle nuove autostrade<br />

dell’informazione si sono levate proteste da parte <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse categorie, dai<br />

semplici utenti della rete alle industrie informatiche e <strong>di</strong> telecomunicazione»<br />

(«Dal Mondo» a cura <strong>di</strong> Raimondo Zagami e M.R.T. 1996).<br />

In Francia, ove esiste già dal 1994 una legge sulle molestie sessuali, si<br />

reputa che ben il 30% delle donne che lavorano - ovvero quasi una su tre - ha<br />

subito molestie sessuali sul luogo <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, secondo un’indagine conoscitiva<br />

del 1998, inducendo il Sindacato ad invitare le donne a <strong>di</strong>fendersi dalle<br />

molestie e dai ricatti sessuali a cui come lavoratrici sono sempre più esposte<br />

e ad iniziative clamorose come la <strong>di</strong>stribuzione recente <strong>di</strong> volantini a Marsiglia<br />

contenenti l’invito alle donne <strong>di</strong> denunciare i casi <strong>di</strong> molestia sessuale.<br />

[34] Trib. Milano 18 febbraio 2002, est. Frattin in Guida al Lavoro n. 38/2002; Pret. Milano 14 <strong>di</strong>cembre 1995 in Riv.<br />

Crit. Dir. Lav. n. 2, aprile-giugno 1996, p. 463; Cass. sez. lav. n. 17932 del 14 <strong>di</strong>cembre 2002, in Guida al Lavoro<br />

n. 6/2003, che riba<strong>di</strong>sce il requisito della specificità della previa contestazione dell'addebito onde consentire al<br />

lavoratore una puntuale <strong>di</strong>fesa.<br />

[35] Cass. n. 1074 dell’8 febbraio 1999; Trib. Milano 21 febbraio 2001 est. Chiavassa e 23 <strong>di</strong>cembre 2000, Pres. Curcio,<br />

in Riv. Crit. Dir. Lav. n. 2, aprile-giugno 2001; Pret. Milano 7 gennaio 1997, est. Curcio in Riv. Crit. Dir. Lav. n. 3,<br />

luglio-settembre 1997; Corte d’Appello <strong>di</strong> L’Aquila 26 settembre 2002, in Guida al Lavoro n. 47/2002.<br />

[36] Cass. n. 500/1999, in tema <strong>di</strong> risarcibilità del danno da interessi legittimi; Pret. Milano, 27 maggio 1996, OGL,<br />

1996, I, 654.<br />

58 n. 2 - maggio 2003

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