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Rapporti ISTISAN 10/3 - Istituto Superiore di Sanità

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<strong>Rapporti</strong> <strong>ISTISAN</strong> <strong>10</strong>/3controllo da parte <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo (atteggiamento fatalistico che, per esempio, non fa usarecasco o cinture).Anche la televisione non offre certo una reale percezione del rischio. Se pensiamo che ungiovane ha una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> esposizione al mezzo televisivo <strong>di</strong> quattro ore al giorno e che ogni ora<strong>di</strong> televisione contiene me<strong>di</strong>amente due morti provocate in modo violento, si può constatare chea <strong>di</strong>ciotto anni egli ha assistito a quarantamila morti, senza contare quelle del cinema o dellacarta stampata (Andreoli, 2004).Sui giovani fa molta più presa una delle tante scene tratte da fiction televisive dovesfrecciano automobili “aggressive e scattanti guidate da personaggi immortali “ (Brunello,1999). Pertanto saltare sulle motociclette e correre contromano stabilendo un vincitore o faresurf d’auto aggrappati ad un tetto della macchina mentre gli amici partono a tutta velocità ocorrere con l’auto andando a sbattere contro un muro per vedere se l’air bag funziona, sonotutte prove <strong>di</strong> coraggio <strong>di</strong> una cultura dove la morte viene sfidata, derisa proprio perché nonconosciuta e non percepita come concreta.Solo se la persona ha avuto esperienze personali <strong>di</strong> conoscenti o parenti che sono morti orimasti feriti durante un incidente stradale, riesce a percepire il pericolo <strong>di</strong> un comportamento arischio nella guida, o nel non uso dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sicurezza, altrimenti avverte come <strong>di</strong>stanti dasé, nello spazio e nel tempo le conseguenze <strong>di</strong> un incidente stradale.Attitu<strong>di</strong>ne al rischioUn’alta attitu<strong>di</strong>ne al rischio definisce il comportamento che spinge la persona a ricercaresensazioni forti, a vivere una vita avventurosa e a correre rischi e pericoli che possono costituireuna minaccia per la sua incolumità fisica e psicologica in una continua sfida con i propri limiti.Nella popolazione generale il grado <strong>di</strong> attitu<strong>di</strong>ne al rischio é massimo nel periodo adolescenzialee tende a ridursi con l’avanzare dell’età (Yao FK, 1990)Alla luce <strong>di</strong> risultati ottenuti con l’analisi nel tempo della mortalità per incidenti stradali, sinota come, mentre negli adulti dal 1969 ad oggi si osserva una vistosa <strong>di</strong>minuzione dellamortalità per incidente stradale (-40%), nei giovani <strong>di</strong> 15-24 anni la mortalità è rimastasostanzialmente invariata.Secondo un modello comportamentale del fattore umano negli incidenti autostradali(Salvatore, 1994) risultante da due indagini su campione <strong>di</strong> automobilisti in autostrada, nederiva che l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> uno stile <strong>di</strong> guida non é sempre adattivo; gli esseri umaniapprendono e utilizzano alcune forme <strong>di</strong> comportamento che non sempre risultano appropriateai cambiamenti <strong>di</strong> scenario come il contesto <strong>di</strong> guida, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> traffico, metereologiche,in<strong>di</strong>viduali ecc.Sempre secondo questo modello, gli in<strong>di</strong>vidui possono non sapere come reagireadeguatamente alle novità perché imparano progressivamente ad ignorare la percezione dellesegnalazioni critiche provenienti dall’ambiente. In pratica, si afferma che si possono ignorare lesegnalazioni dell’ambiente in quanto assenti nella percezione del contesto <strong>di</strong> guida e,conseguentemente non possono influenzare né mo<strong>di</strong>ficare il comportamento del guidatore. Ilrischio consiste nella progressiva legittimazione e conferma del modello <strong>di</strong> ignoranza adottato evalidato dall’esperienza che <strong>di</strong>venti una buona premessa per sospendere l’applicazione delleregole <strong>di</strong> base della circolazione stradale, quelle cioè collegate al buon senso, al co<strong>di</strong>ce stradalee alla guida sicura.In definitiva, l’automobilista tende a consolidare e mantenere i propri errori <strong>di</strong> guida , nonconsiderando il rischio associato semplicemente perché impara ad ignorarlo. Con il trascorreredel tempo lo stile <strong>di</strong> guida incontra rinforzi positivi, consolidandosi intorno all’evidenza <strong>di</strong>conseguenze positive – come l’assenza <strong>di</strong> incidenti stradali – connesso allo stile <strong>di</strong> guida6

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