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Rapporti ISTISAN 10/3 - Istituto Superiore di Sanità

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<strong>Rapporti</strong> <strong>ISTISAN</strong> <strong>10</strong>/3I bambini, sono caratterizzati da una spiccata curiosità, una minore percezione del rischio eduna limitata abilità a reagire prontamente in situazioni pericolose e per questo sonomaggiormente esposti al rischio; inoltre gli ambienti nei quali trascorrono la maggior parte dellagiornata, non sono stati creati a loro misura, per cui capita che mossi da curiosità e desiderio <strong>di</strong>esplorare si espongono a rischi non adeguati alle loro esperienza e alla loro capacità <strong>di</strong>valutazione e <strong>di</strong> gestione.Il rischio aumenta quando vi sono inosservanze o inadempienze relative alle basilari norme<strong>di</strong> sicurezza delle abitazioni e delle apparecchiature in essa presenti, ed alla insufficienteattenzione dei genitori.Anche i fattori psico-sociali, sia personali che ambientali, determinano una situazione <strong>di</strong>rischio o <strong>di</strong> aumentata vulnerabilità, che può dare luogo all’incidente per l’effetto <strong>di</strong> stress,tensione emotiva, affaticamento o conflitti familiari.Quando parliamo <strong>di</strong> fattori psico-sociali personali, ci riferiamo per lo più a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong>intelligenza, turbe psicomotorie, iperattività, eccessiva aggressività ecc.; mentre per fattoripsico-sociali ambientali ci riferiamo ad una cultura della violenza, carenze nell’ educazione, stili<strong>di</strong> vita non congrui con le basilari norme <strong>di</strong> sicurezza, insufficiente protezione nei primi anni <strong>di</strong>vita del bambino da parte della famiglia, instabilità e conflitti familiari.Fare prevenzione me<strong>di</strong>ante strategie <strong>di</strong> intervento attive e/o passive consente <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re chesi verifichino incidenti (prevenzione primaria) o ridurne le conseguenze imme<strong>di</strong>ate (prevenzionesecondaria).La prevenzione attiva consiste nell’informare sui rischi e sulle possibilità <strong>di</strong> intervento; essapromuove la sorveglianza e la protezione <strong>di</strong> bambini piccoli da parte dei genitori e in generale la<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> una cultura della sicurezza, me<strong>di</strong>ante l’educazione al rischio. Le informazioniriguardano i principali rischi presenti nell’abitazione legati anche alla crescita ed allo sviluppodel bambino, evitando però qualunque allarmismo, che interferirebbe sulla corretta acquisizionedel messaggio. La prevenzione passiva, invece, consiste nell’impiego <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi cheagiscono autonomamente ed in<strong>di</strong>pendentemente dall’intervento umano.Numerosi sono i fattori che intervengono nell’incidente domestico e, <strong>di</strong>verse ed articolate sonole attività <strong>di</strong> prevenzione svolte in questo ambito.I dati epidemiologici <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponiamo, <strong>di</strong>mostrano che gli interventi normativi non sonosufficienti a ridurre l’entità del fenomeno; c’è bisogno <strong>di</strong> sviluppare strategie complessive, chepartono dalla raccolta sistematica e continua delle informazioni e promuovono, nei luoghimaggiormente frequentati dai bambini, misure <strong>di</strong> sicurezza strutturale e impiantistica, oltre chel’adozione <strong>di</strong> comportamenti adeguati.Un utile strumento è rappresentato dalle campagne <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong> sensibilizzazionealla sicurezza, ed interventi mirati destinati agli adulti, il cui obiettivo è <strong>di</strong> promuoverel’acquisizione <strong>di</strong> comportamenti cosiddetti “sicuri”. Ci riferiamo, in questo caso,all’acquisizione <strong>di</strong> competenze concrete, ovvero quello che il bambino, e ancora <strong>di</strong> più ilgenitore, deve fare per prevenire l’ incidente.Per consentire l’acquisizione <strong>di</strong> competenze, nell’ intervento che an<strong>di</strong>amo a svolgere, èin<strong>di</strong>spensabile tener conto del vissuto personale <strong>di</strong> ciascuno rispetto alla tematica trattata, e apartire da questo, fornire informazioni ed in<strong>di</strong>cazioni sui comportamenti da adottare per ridurreil rischio o intervenire in maniera efficace in caso <strong>di</strong> incidente.In questo modo, le informazioni e le in<strong>di</strong>cazioni fornite, oggetto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,acquistano una significanza personale, hanno qualcosa a che fare con la propria esperienza <strong>di</strong>vita, non sono recepite come astratte, ma vengono inglobate nell’esperienza personale.Sono legate all’osservazione dei fatti, e alle possibili azioni, considerate efficaci, perprevenire gli incidenti; le nuove nozioni, si integrano con il sapere che deriva dall’esperienza76

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