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Rapporti ISTISAN 10/3 - Istituto Superiore di Sanità

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<strong>Rapporti</strong> <strong>ISTISAN</strong> <strong>10</strong>/3da fare, che l’incidentalità sia il prezzo della libertà <strong>di</strong> mobilità. Invece è possibile e doverosoridurre l’ecatombe sulle strade.É incre<strong>di</strong>bile come un fenomeno che ha interessato moltissime persone con conseguenzemolto pesanti non venga assunto automaticamente e politicamente a “problema oggettivo,evidente, prioritario”. E pensare che i costi <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti per gli incidenti ammontanome<strong>di</strong>amente a circa 2.000,00 euro/persona anno.La circolazione stradale è un’attività 40 volte più pericolosa <strong>di</strong> ogni altra attività lavorativa;l’incidentalità <strong>di</strong>minuisce la vita me<strong>di</strong>a della gente <strong>di</strong> un anno circa.Visione zero un nuovo approccio alla sicurezza stradaleIl programma Visione Zero, svolto proprio nel 1997 dal Parlamento svedese, mo<strong>di</strong>ficara<strong>di</strong>calmente l’approccio al problema della sicurezza stradale partendo dall’idea che nessunodovrebbe essere ucciso, gravemente ferito o menomato a causa <strong>di</strong> un incidente stradale e che icosti umani e sociali che ne derivano non possono più essere accettati come un inevitabileeffetto collaterale della circolazione stradaleBisogna partire dalla premessa che tutte le persone possono commettere errori, anche gliutenti della strada più ragionevoli, <strong>di</strong> conseguenza i sistemi del traffico e <strong>di</strong> pronto soccorsodevono essere organizzati in modo che gli errori inevitabili non abbiano conseguenze fatali.L’ambiente strada deve essere adattato maggiormente alle capacità e ai limiti umani, in modo dapermettere meno errori alla guida.Non si tratta <strong>di</strong> ridurre la mobilità ma <strong>di</strong> fare in modo che essa non produca incidenti graviLa sicurezza stradale non può che essere parte <strong>di</strong> una politica della sicurezza più complessivache già viene adottata per quanto riguarda la mobilità con altri mezzi <strong>di</strong> trasporto (aerei, treni,navi …), dove già ora l’insieme del sistema viene stu<strong>di</strong>ato e organizzato in funzione dellasicurezza.Visione Zero ci <strong>di</strong>ce che lo stesso approccio “<strong>di</strong> sistema” può essere adottato per lacircolazione stradale in cui la responsabilità per la sicurezza deve essere equamente ripartita tra:– gli utenti della strada che devono seguire le regole della circolazione e agireresponsabilmente– lo stato che costruisce e gestisce la rete stradale, fissa le regole della circolazione e ledeve far rispettare anche per finalità educative e <strong>di</strong> monitoraggio– l’industria e il commercio che producono e vendono i veicoli– la politica che ha il compito <strong>di</strong> dare risposte e costruire programmi efficaci. Laresponsabilità principale per l’attuazione della sicurezza stradale spetta all’autoritàpubblica che deve:· mettere in campo coerenti programmi <strong>di</strong> portata generale sui tre elementi del sistemamobilità (l’uomo, la strada, il veicolo)· agire con interventi specifici sui fattori <strong>di</strong> pericolo proteggendo in primo luogo gliutenti della strada che risultano essere i più deboli e i più vulnerabili nelle <strong>di</strong>versesituazioni della circolazione, volta per volta pedoni, ciclisti, motociclisti, passeggeri <strong>di</strong>autovetture.Visione zero come prospettiva strategica, educativa e comunicativaSul piano politico e su quello della cultura della sicurezza, da affermare e <strong>di</strong>ffondere a tutti ilivelli, la “visione” <strong>di</strong> una circolazione stradale con “zero” morti e feriti gravi rappresenta unostimolo potente per attivare le risorse, l’energia e la creatività <strong>di</strong> tutte le persone e <strong>di</strong> tutti gli59

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