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Scarica la ricerca - vol I (13,1 MB) - federcasa lombardia

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Linee guida per una casa dure<strong>vol</strong>e e sostenibile in re<strong>la</strong>zione al parco edilizio esistente nel territorio di Mi<strong>la</strong>nocaso di rilevanti spessori di iso<strong>la</strong>nte, alcuni problemi in termini di distanze dai confini e rifinitura diaperture esistenti.Il grande vantaggio di questa tecnica è che <strong>la</strong> funzione iso<strong>la</strong>nte, affidata al rivestimento esternoche ricopre tutta <strong>la</strong> superficie, annul<strong>la</strong> gran parte dei ponti termici esistenti 25 .Per l’esecuzione in cantiere vengono usati molti i tipi di iso<strong>la</strong>nte normalmente posabile sottoforma di pannello rigido di adeguata consistenza 26 . Per le norme nazionali in vigore negli anni ‘90lo strato iso<strong>la</strong>nte doveva essere di circa 3-5 cm, mentre ora, per rientrare nei limiti di leggevigenti anche in Lombardia, occorre considerare spessori molto maggiori. La finitura dello stratoiso<strong>la</strong>nte viene realizzata normalmente con un “rasante” (previa applicazione di una rete diancoraggio) che sostituisce il tradizionale intonaco.Non pochi costruttori hanno nei confronti del sistema esposto alcune riserve, ri<strong>vol</strong>te al<strong>la</strong> potenzialefragilità del<strong>la</strong> facciata esterna e conseguentemente al<strong>la</strong> sua durabilità (un tale rivestimento infattinon avrà mai <strong>la</strong> resistenza di un <strong>la</strong>terizio a vista o di un intonaco tradizionale ben eseguito).Per quanto attiene agli infissi esterni, al fine di rispettare i requisiti fissati dalle normative nazionalie regionali, <strong>la</strong> loro scelta dovrebbe essere orientata su parametri che considerino:• minimo rapporto superficie te<strong>la</strong>io/superficie vetrata (dipendente dai valori normativi vigenti);• scelta di vetri camera (doppi o tripli) ed eventualmente riempiti con gas speciali;• scelta del materiale dei te<strong>la</strong>i a minore trasmittanza e/o te<strong>la</strong>i con dispositivi di taglio termico;• possibilità di aggiungere un secondo infisso esterno, creando così una camera d’ariaprotettiva.3.2.2. Soluzioni ImpiantistichePer gli edifici esistenti, nel<strong>la</strong> grande maggioranza dei casi <strong>la</strong> riqualificazione energetica puòprevedere <strong>la</strong> sostituzione degli impianti termici, quando obsoleti e poco efficienti, con nuoviimpianti ad alto rendimento. Più difficoltoso in questi casi, risulta un intervento radicale cheinteressi anche gli impianti di distribuzione e i terminali di emissione (a meno di non considerare<strong>la</strong> soluzione proposta al paragrafo 3.1.4).Il passaggio ad esempio a sistemi con fluidi termovettori a bassa temperatura e pannelli radiantiquali terminali, oppure da impianti autonomi ad un unico impianto centralizzato o infine uncambiamento di combustibile (da gasolio a gas naturale) sono soluzioni quasi sempre moltoonerose. Tutti questi interventi sono caratterizzati tuttavia da ricadute positive in termini energetici 27 .La sostituzione del<strong>la</strong> caldaia progettata successivamente al<strong>la</strong> realizzazione di interventisull’in<strong>vol</strong>ucro edilizio, consente di poter valutare un impianto di potenza inferiore a quel<strong>la</strong>originale, con ulteriore risparmio di investimento e di consumi.È importante sottolineare che <strong>la</strong> sostituzione di impianti di 15-20 anni di età si rende opportuna (ea <strong>vol</strong>te necessaria) per ragioni di sicurezza prima ancora che di risparmio energetico.Nel<strong>la</strong> sostituzione del generatore di calore poi, <strong>la</strong> principale alternativa oggi disponibile sulmercato e quel<strong>la</strong> tra una caldaia a condensazione ed una ad alto rendimento. Come è noto, nelcaso di una caldaia a condensazione i rendimenti risultano essere tanto più elevati quanto più èbassa <strong>la</strong> temperatura di funzionamento dei corpi riscaldanti (pannelli radianti).In tal senso, va considerata attentamente <strong>la</strong> possibilità di sfruttare le elevate altezze interne deivani presenti in molti edifici esistenti, per realizzare pannelli radianti a soffitto, soluzioneimpiantistica di più semplice realizzazione rispetto all’intervento su pavimento o parete.Come esemplificazione si riporta nel seguito un diagramma nel quale vengono indicati i principaliinterventi attuabili su un edificio esistente, di altezza adeguata, per ricondurlo ad un migliorecomportamento energetico (anche nel rispetto di eventuali vincoli storico/urbanistici e strutturali).25 Il termine “cappotto” è quindi efficace, anche se non del tutto esauriente. Esso mette al riparo esternamente tutta<strong>la</strong> struttura, proteggendo<strong>la</strong> dalle variazioni termiche, fonte di sollecitazioni non trascurabile.26 Vedi materiali al capitolo C27 Il risparmio energetico ottenibile può variare da un 5% fino a valori significativamente più elevati (anche superiorial 20-25%) nel caso in cui l’impianto sostituito sia in cattivo stato di manutenzione ed efficienza.27

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