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Scarica la ricerca - vol I (13,1 MB) - federcasa lombardia

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Federcasa LombardiaRegione Lombardia- facciate intonacate con malta confezionata a base di calce spenta;- facciate intonacate con calci idrauliche scadenti o intonaci più recenti- facciate rivestite con <strong>la</strong>stre <strong>la</strong>pidee, clinker e tessere ceramicheOltre a queste tre tipologie il vasto panorama edilizio residenzial-popo<strong>la</strong>re edificato nel Novecentoa Mi<strong>la</strong>no è caratterizzato da numerose altre soluzione che, tuttavia, rimangono numericamentemeno significative.Le facciate con intonaci con malte a base di calce spenta sono partico<strong>la</strong>rmente presenti negli edificidel<strong>la</strong> prima metà del secolo. Generalmente esse sono costituite da un intonaco dello spessorevariabile tra i 2 e i 4 centimetri, impiegato anche per livel<strong>la</strong>re le numerose irrego<strong>la</strong>rità degli apparatimurari. Nei primi anni Ottanta, infatti, alcune indagini compiute dal servizio Ricerche e Sviluppodello IACP di Mi<strong>la</strong>no aveva riscontrato numerosi intonaci di cospicuo spessore in cui <strong>la</strong> calce spentaimpiegata per <strong>la</strong> realizzazione del<strong>la</strong> malta non era ancora carbonatata.In questo tipo di facciate il degrado più appariscente, oltre alle fessurazioni degli intonaci, sono le<strong>la</strong>cune e <strong>la</strong> perdita di parti anche cospicue del rivestimento. Col trascorre degli anni, infatti, lefacciate sono state dipinte con pitture a base di calce e col<strong>la</strong>. Questi strati più sottili e recentihanno formato una pellico<strong>la</strong> superficiale perfettamente carbonatata con un modulo e<strong>la</strong>stico, unacapacità meccanica e una resistenza al<strong>la</strong> diffusione del vapore superiori rispetto agli stratisottostanti. A causa dei processi di carbonatazione tra i due strati si è forma del<strong>la</strong> condensadeterminata dall’umidità migratoria dall’interno del<strong>la</strong> parete all’esterno dell’edificio, con <strong>la</strong>conseguente perdita del<strong>la</strong> resistenza meccanica degli strati più interni.Gli shock termici e gli shock igrometrici, che hanno prodotto una costante azione di di<strong>la</strong>tazionecompressionee di ritiro degli intonaci, hanno generato delle tensioni che gli strati più superficialinon riescono a contenere, provocando <strong>la</strong> rottura. Dalle microfessurazioni così prodotte, si èinnescato un procedimento di ulteriore aggressione igrometrica degli strati più interni che, a sua<strong>vol</strong>ta, ha provocato l’avvio di processi degenerativi più gravi e diffusi.Su molte di queste facciate negli anni Sessanta sono riscontrabili interventi di ridipinture in cuisono state impiegate “pitture dure” e sono stati realizzati ulteriori strati di intonaci p<strong>la</strong>stici o finituredi malte cementizie che, presentando un’elevata resistenza al<strong>la</strong> diffusione del vapore, hannofacilitato <strong>la</strong> creazione di fenomeni di degrado.Analoghe problematiche interessano le facciate degli edifici sui quali, in epoche più recenti deicasi citati superiormente, sono stati impiegati intonaci a base di calce idraulica scadente ointonaci più recenti di bassa qualità. In molti casi le facciate presentano: un eccessivo spessoredell’intonaco; l’impiego di una malta con <strong>la</strong> componente legante eccessiva; un tempo tropporapido di essiccazione. In questi casi le facciate degli edifici vengono ad essere interessate daquei fenomeni di microdegrado diffuso di fessurazione definito “a ragnate<strong>la</strong>”. Con il passare deltempo, inoltre, le microfessurazioni si sono trasformate e lentamente è scemata <strong>la</strong> capacità diproteggere gli strati inferiori dagli agenti atmosferici. Oggi si riscontrano, dunque, distacchi deglistrati di rivestimento più superficiali.Numericamente più limitate sono le facciate degli stabili di proprietà ALER nei quali sono presentirivestimenti ceramici, in clinker o in <strong>la</strong>stre <strong>la</strong>pidee. In questi casi <strong>la</strong> profonda diversità del moduloe<strong>la</strong>stico dei differenti materiali, fortemente sollecitati dagli shock termici, ha consentito ilmovimento tras<strong>la</strong>torio degli elementi più esterni ai quali gli strati di supporto non sempre sonoriusciti ad opporsi. Le continue sollecitazioni e i conseguenti movimenti del rivestimento sonodunque <strong>la</strong> causa principale del suo distacco con <strong>la</strong> creazione di <strong>la</strong>cune, non solo antiestetiche.In tutti i casi evidenziati, infatti, le patologie in atto producono o accelerano altri processidegenerativi delle facciate che, di conseguenza, vengono menomate parzialmente nel<strong>la</strong> lorofunzione generale protettiva dello stabile e delle sue caratteristiche connesse al<strong>la</strong> capacità dicontenere il consumo energetico 52 .52 Per i temi dei degradi riscontrati nelle facciate di alcuni insediamenti ALER si rimanda a una picco<strong>la</strong> selezione diimmagini allegate in un’apposita sezione di questo stesso studio.84

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