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PIANO DI SVILUPPO RURALE PER L'UMBRIA 2000-2006 - Inea

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particolare, a quella rilevata nel territorio umbro sia in termini di comuni che di mll (perapprofondimenti consultare le tabelle di analisi socioeconomica, in particolare la tabella 5).L’importanza di questa qualificazione del sistema produttivo risiede nel fatto che al suo aumentaresi registra un incremento delle capacità evolutive sia nei termini di potenziali percorsi di sviluppo,sia come dotazione di opportunità di scelta per ciascun agente economico che opera nell’ambitoindagato.Sotto questa prospettiva, tuttavia, sono da mettere in evidenza alcune specificità che si colleganoalla chiave interpretativa proposta.Quello che, di fatto, emerge è l’esistenza di una spinta varietà nell’ambito delle attivitàmanifatturiere nel loro complesso, evidenza che integra l’esame già svolto in ordine alla loroimportanza.La ridotta varietà delle attività terziarie, che caratterizza i mll più rurali e, infine, l’assenza di unlegame di dipendenza tra il livello di ruralità regionale e la varietà nel comparto agricolo,completano i risultati di natura settoriale.Trasversalmente a queste tre realtà ve n’è una quarta dalla quale emerge come la diversificazionedelle attività economiche si associa all’incremento delle unità produttive. Se, in rapporto al grado diruralità, si guarda alle attività manifatturiere nel loro complesso, si nota l’emergere di differentipercorsi di differenziazione. Le aree ad alta ruralità esibiscono la massima crescita dell’indice divarietà nell’intero periodo 1961-1991 e presentano un’evidente similitudine con le aree a bassogrado di ruralità. Sono le aree mediamente rurali che, viceversa, fanno registrare una riduzione dellanumerosità delle attività economiche presenti nel territorio.Le attività agroindustriali, ancora, offrono un esempio significativo di processi opposti a quelli orarichiamati: nello stesso periodo, mentre le aree umbre a bassa e media ruralità fanno registrare unincremento di varietà, per quelle ad alta ruralità si verifica una riduzione significativa.I tratti evolutivi sottolineati trovano conferma nel quadro complessivo della relazione tra varietàdell’attività economica e ruralità chiamando in causa il ruolo delle istituzioni economiche, come nelcaso dell’agroindustria in cui la semplificazione del sistema produttivo è supportata da quella delmercato delle materie prime ad opera dell’intervento europeo.Il contesto rurale umbro.Il contesto rurale regionale è nella realtà determinato, e caratterizzato, non solo da elementi dinatura demografica e socioeconomica ma anche da elementi paesaggistici, naturalistici, ambientali,storici e culturali, solo per citare i più importanti, delineandosi, quindi, come uno scenariocomplesso che rende qual si voglia criterio di classificazione non esaustivo.La stessa lettura della ruralità fornita da “Il futuro del mondo rurale” con le tre aree problema –periurbane sottoposte a pressione, marginali, in declino- pur trovando una buona corrispondenzacon la realtà umbra, risulta a tratti angusta perché l’idea di un rurale totalmente marginale o indeclino non comprende tutto il panorama regionale. Ambiti territoriali contraddistinti da vivacitàeconomica posti in situazioni orografiche favorevoli si caratterizzano per un notevole grado diruralità congiuntamente a mll prettamente montani con un tessuto produttivo specializzato su uno odue microsettori, evidenziando così la ricchezza dello scenario umbro.Le diversità esistenti all’interno dei tre gruppi di mll, ottenuti con l’indicatore composito IR (perapprofondimenti consultare le tabelle di analisi socioeconomica, in particolare la Tabella 2) sonoparzialmente spiegate con la presenza o meno, nella storia di ogni mll, di un periodo in cuil’industria è stato il settore prevalente 8 . Infatti, il prevalere della fase industriale, specialmente nellasua componente manifatturiera, determina il consolidamento della base economica di qual si vogliasistema poiché la presenza di una marcata fase di industrializzazione è indice di adeguate capacità8 La prevalenza è qui intesa come numero di attivi superiore a quello dell’agricoltura e dei sevizi.Pag. 22

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