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PIANO DI SVILUPPO RURALE PER L'UMBRIA 2000-2006 - Inea

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Punti di forza e debolezza del Sistema Economico Regionale.In fase conclusiva quello che emerge è una situazione complessiva della ruralità umbra che si offre,potenzialmente, a molteplici azioni d’intervento sia per consolidare la presenza dei punti di forzaelencati, sia per rimuovere le debolezze e, non ultimo, per far esprimere le potenzialità latenti.Chiaramente un piano come il presente, pur essendo obbligato a far emergere, nella misuramaggiore possibile, tali situazioni strutturali, non può in nessun modo interessarsi a tutte leemergenze riscontrate né incentivare con esaustivi le valenze individuate, in virtù della limitatezzaoggettiva delle risorse finanziarie disponibili.Ciò premesso il compito di tale paragrafo conclusivo è unicamente quello di sintetizzare in manieraorganica i chiaro scuri emersi nel corso dell’analisi svolta (per approfondimenti consultare letabelle di analisi socioeconomica, in particolare le tabelle 30 a, b e c).La presenza di una ruralità marginale dal punto di vista sociale ed economico, fatti i debitidistinguo, sembra essere il tratto saliente dello scenario Umbro. In termini demografici sembrerebbeesserci una ripresa o quanto meno una tenuta dei flussi che però hanno caratterizzato in prevalenzaquel rurale connotato da una marcata attività industriale. Resta comunque necessario un chiarimentosulla natura di tale ripresa, se di matrice produttiva o residenziale, anche se l’unità territoriale diriferimento impiegata nell’analisi -mll- e la collocazione territoriale di tale ripresa -il rurale avocazione industriale- non dovrebbero lasciare dubbi sulla matrice di tipo produttivo. Vasottolineato, in ogni caso, che l’eventuale origine residenziale di tale ripresa, nelle aree a più altaruralità, costituisce comunque una valida carta per molteplici motivi che vanno dal rafforzamentodel saldo demografico, all'effetto indotto sul commercio al dettaglio locale, dalla ricostituzione diun tessuto sociale ampio e variegato all'aumento delle opportunità di riruralizzazione del compartoagricolo attraverso la multifunzionalità delle sue imprese caratterizzate, nella presente fase, da unincoraggiante processo di estensivizzazione. Particolarmente scoraggiante è invece lo spopolamentodei mll rurali del tipo S.i.p. poiché determina un aggravarsi delle condizioni. In tali mll anche solol’aumento della residenzialità estiva deve essere fortemente sostenuto per tutti gli effetti indotti cheesso determina.Se sugli altri aspetti sociali e demografici poco di più si può aggiungere rispetto a quanto già detto,la marginalità economica va necessariamente riaffrontata soprattutto per quanto concerne il pesoche l’agricoltura assume in questi ambiti.Abbiamo visto che tale comparto sia nei suoi segmenti della produzione primaria sia in quella di I eII trasformazione ha evidenziato apprezzabili elementi di forza che in taluni casi si sostanziano inun’effettiva compresenza geografica tra le due fasi anche se quest’ultima si registra per quellefiliere che pesano meno, in ambito regionale, in termini di PLV.Con riferimento ai succitati punti di forza va evidenziata la forte concentrazione che, nella secondafase della filiera, si riscontra per tutti i prodotti regionali con i quattro primi mll che si aggiudicanosempre più del 50% delle unità locali e più del 60 % degli addetti dando luogo ad un’apprezzabileconcentrazione tecnica che se non altro rende espliciti i referenti istituzionali.In estrema sintesi la regione Umbria sembrerebbe pervasa da uno strisciante dualismo nell’ambitodella ruralità che a sua volta ne racchiude un altro riguardante il settore primario.Il contesto rurale può essere utilmente risolto, seppur perdendo in varietà, in un rurale marginale indeclino che comunque ha in sé i germi della ripresa e dello sviluppo versus un rurale di matriceindustriale dinamico, attivo e propulsivo, capace di innovarsi e perpetuarsi evolvendosi.Il secondo dualismo è proprio del comparto primario, elemento fondamentale della ruralitàregionale, sta nella contrapposizione tra un rilevante processo di estensivizzazione, e un processo diforte industrializzazione in quei segmenti della zootecnia “senza terra”.Nella pagina seguente viene riportata una tabella sintetica di tipo SWOT.Pag. 33

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