13.07.2015 Views

PIANO DI SVILUPPO RURALE PER L'UMBRIA 2000-2006 - Inea

PIANO DI SVILUPPO RURALE PER L'UMBRIA 2000-2006 - Inea

PIANO DI SVILUPPO RURALE PER L'UMBRIA 2000-2006 - Inea

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

DESCRIZIONE DELLA STRATEGIA PROPOSTAPremessaNel corso degli anni, ma con una accelerazione importante nell’ultimo quinquennio, è venutamaturando nella coscienza collettiva una percezione dell’agricoltura che, nel bene o nel male,influisce e condiziona la vita e le abitudini di tutta la popolazione, direttamente, attraversol’alimentazione, indirettamente per i suoi riflessi sullo stato dell’ambiente e per l’importanza che haper la sua conservazione.È finito il tempo in cui ci si limitava a valutare l’agricoltura solo in termini di PIL e di consistenzadella forza lavoro. Oggi, soprattutto in una realtà territoriale piccola come quella umbra, lasopravvivenza di forti legami tra città e campagna e l’importanza di garantire la qualità e salubritàdegli alimenti, oltre che la conservazione e miglioramento dello stato dell’ambiente, impongonoun’attenzione al mondo agricolo e della produzione agro alimentare che va oltre l’aspetto produttivoed economico. La ricerca di una migliore qualità della vita, un più stretto contatto con la natura, lanecessità di spazi per le esigenze dello sviluppo produttivo, sono probabili motori per una nuovavitalità dello spazio rurale. L’aumento della produttività e l’apertura dei mercati tende a diminuirele aree coltivate/utilizzate per la produzione di derrate, che quindi va concentrandosi negli ambitimaggiormente vocati.I dati macroeconomici della realtà umbra evidenziano elementi strutturali che ostacolano fortementeun armonico processo di sviluppo. Il sistema agricolo umbro è, infatti, legato alle caratteristicheorografiche e pedologiche del territorio ed ai fenomeni di dualismo evidenziati dall’analisi svolta.La prevalenza di zone collinari o montane, insieme alle ridotte zone di pianura ed allaparcellizazione aziendale, rappresenta un grosso limite ed un condizionamento dello sviluppo. Aquesti fattori strutturali si sovrappongono i limiti imposti dalla politica agricola comune, (prezzi equote di produzione), ed un generale processo di senilizzazione degli addetti. In una realtà in cuinumerose sono le aziende di piccola o piccolissima dimensione, con orientamenti produttivi“obbligati” ed economicamente poco significativi, (nell’80% delle aziende umbre i redditi agricolisono accessori, e vi è una palese ed ormai consolidata situazione di dipendenza economica), diventanecessario, pertanto, confrontarsi con una eterogeneità di tipologie aziendali (piccole/medie/grandidi pianura/collina/montagna) che comunque hanno in comune il problema occupazione e quellodell’incremento del reddito. L’aspetto occupazionale ha rilevanza sociale per le aziende piccole epiccolissime, la cui cessazione creerebbe una conseguente perdita di posti di lavoro per soggettidifficilmente ricollocabili nel mercato del lavoro. Nelle imprese professionali, di medie e grandidimensioni e con alta redditività, (questo generalizzando, perché nella realtà regionale esistono,anche, seppure in misura limitata, aziende con bassa redditività full-time e, viceversa, aziende adalta redditività par-time), si registrano, invece, situazioni di difficoltà nel reperire manodopera.Si evidenziano quindi due situazioni:‣ L’estensivizzazione o l’abbandono dell’attività produttiva e lo spopolamento di vasti territori condegrado del contesto ambientale ed aumento dei rischi di calamità naturali.‣ la polarizzazione, specializzazione, intensivazione della produzione con rischi di inquinamentoed alterazione dell’ambiente complessivamente inteso;Come logica conseguenza il Piano di sviluppo rurale della Regione Umbria, sfruttando leopportunità offerte dal Regolamento (CE) 1257/99 del 17 maggio 1999, che in larga parte fa propriele conclusioni raggiunte dal cosiddetto “Rapporto Buckwel”, si basa su un approccio integrato delleproblematiche del territorio rurale, con l’intento di superare le distorsioni di una logica diprogrammazione settoriale, pur cercando di mantenere la necessaria flessibilità rispetto alleesigenze del territorio, dei settori produttivi e del mercato.Pag. 40

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!