A fronte di queste profonde modificazioni dello stato di salute delle persone, la rete di residenzialitàprotetta ha risposto in questi ultimi anni a nuove pressanti richieste provenienti da famigliari dipersone in condizione di disabilità estrema (derivanti da condizione di Stato vegetativo, malattie delmotoneurone ed in particolare la Sclerosi Laterale Amiotrofica) e, su precise indicazioni regionali,hanno attrezzato specifiche aree dedicate con personale qualificato per rispondere adeguatamentealle necessità assistenziali di queste persone.D’altro canto, si rileva che a determinate situazioni di fragilità e di non autosufficienza, cherichiedono una presa in carico globale integrata e continuativa ed il coordinamento di tutte leattività ad essa riferite nel periodo successivo alla fase acuta della malattia (post-acuzie), nella fasecronica di lungoassistenza e nelle situazioni di disagio/fragilità sociale globalmente intese, noncorrispondono risposte appropriate da parte dell’attuale rete di offerta sociosanitaria.Una forte domanda proviene dalle persone in condizione di terminalità e dalle loro famiglie nonsoddisfatta totalmente dalla attuale rete degli Hospice sociosanitari (con lunghe liste d’attesa) chepur garantiscono una dotazione di 0,25 p.l. ogni 10.000 abitanti, superiore all’indice diprogrammazione regionale pari a 0,15 p.l. ogni 10.000 abitanti.Un’altra dimensione di fragilità è rappresentata dai minori in età evolutiva con disabilità, per laquale si evidenzia che l’attuale rete di offerta si caratterizza per insufficienza quantitativa edistribuzione disomogenea delle Strutture riabilitative territoriali extraospedaliere accreditate e acontratto oltre che da una insufficiente capacità di presa in carico da parte dei Servizi dellaNeuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza. In particolare, per quanto riguarda la rete delleStrutture riabilitative ambulatoriali, le caratteristiche di insufficienza e di disomogeneità delladistribuzione si amplificano in maniera tale da produrre una importante carenza, se non assenzatotale, in alcuni territori, di risposta ai bisogni rappresentati dalle famiglie, determinando lungheliste d’attesa presso tali Strutture.Un’altra delle dimensioni di fragilità della popolazione lombarda, di notevole complessità per larapidità dell’evoluzione dei bisogni, è quella delle dipendenze. Si rileva che le modificazioni delleabitudini legate all’assunzione di sostanze sono fortemente condizionate dalle modificazioni delcontesto socio-culturale, determinando forti impatti sull’assetto organizzativo dei servizi. Nuovibisogni emergono per forme nuove di dipendenza, per situazioni di cronicità, di grave disagio edevianza, di minori in difficoltà che associano anche problemi di dipendenza, di abuso/dipendenzacompatibile con una vita sociale e lavorativa. Tutti questi nuovi bisogni richiedono di rivedere lemodalità di approccio e di pensare nuovi modelli di intervento.Tutte queste diverse dimensioni di fragilità necessitano inoltre di essere tutelate, “protette” peravere le necessarie garanzie di una vita di qualità attraverso:- il riconoscimento e il rispetto delle aspirazioni,- la legittimazione a rappresentare i propri bisogni,- il governo dei legittimi interessi.In questo senso, la “protezione” della persona fragile deve essere capace di comprendere i suoi realibisogni e trovare soluzioni adeguate nel rispetto della sua dignità e delle sue capacità, tenendo contoanche delle aspirazioni della famiglia.2
Tutto quanto sopra descritto impone una profonda riforma del welfare lombardo che deve fondare leproprie policy sul principio della centralità della persona rispetto al sistema di servizi, in tutte le fasidella vita.Già con la D.G.R. n. 937/2010 di determinazioni in ordine alla gestione del Servizio sociosanitarioregionale per il <strong>2011</strong> si era preso atto delle modificazioni socio-culturali intervenute nel contestolombardo ed era stato definito un insieme coordinato di azioni, anche di natura sperimentale, perdare avvio alla realizzazione della riforma del sistema di welfare, spostando l’attenzione dall’offerta–di servizi e/o strutture-, alla domanda, riportando al centro di tutto il sistema dei servizi e degliinterventi la persona e la sua famiglia.Tale inversione del modello di assistenza è volta a:− sostenere e sviluppare la capacità della rete dei servizi di “prendersi cura” delle persone edelle loro famiglie, oltre che del “curare”, azione questa più concentrata sulla malattia;− sviluppare strumenti di lettura e valutazione del bisogno in tutte le sue dimensioni tenendoconto del contesto familiare e socio ambientale di vita;− realizzare concretamente una “presa in carico” integrata della persona fragile che garantiscasul territorio un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi sanitari e sociali, perfornire l’unitarietà tra le diverse tipologie di prestazioni, la continuità tra le diverse azioni dicura e assistenza, la realizzazione di percorsi integrati.In coerenza con quanto sopra esplicitato, nel corso del <strong>2011</strong> si sono attivate le seguenti azioni:‣ Famiglia: azioni di conciliazione e di sostegno ai ruoli genitoriali− approvazione del Libro Bianco sulla conciliazione: sostegno della programmazioneterritoriale per interventi di conciliazione famiglia/lavoro (campione 1050 lavoratori e 5grandi imprese), sottoscrizione di 13 accordi di collaborazione con Enti istituzionali,imprese ecc (avviati 10 piani di azione), sperimentazione della dote conciliazione;− Bando per la sperimentazione di progetti innovativi in materia di welfare aziendale einteraziendale;− attuazione del Piano Straordinario Nidi finalizzato all’acquisto da parte dei Comuni diposti nido presso erogatori privati.− definizione delle linee guida per gli affidi familiari;− approvazione dei requisiti di accreditamento delle Unità d’offerta sociali per minori;− bando ai sensi della LR n. 23/99 per la realizzazione di progetti a sostegno delle famiglie;− realizzazione del progetto NASKO a sostegno delle madri in difficoltà.‣ Consultori− sperimentazione delle funzioni di ascolto, orientamento e supporto psicopedagogico dellefamiglie in 30 consultori pubblici e privati accreditati volta a raccogliere le richieste e ibisogni delle famiglie proponendo soluzioni in tempo reale e garantendo una presa in caricoglobale.3
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