Bulletin de liaison et d'information - Institut kurde de Paris

REVUE DE PRESSE-PRESS REVIEW-BERHEVOKA ÇAPÊ-RlVISTA STAMPA-DENTRO DE LA PRENSA-BASIN ÖZETi
Il Kurdistan negata
DI LAURASCHARADER
MARzo 1993
Nell'area del Golfo ce una
sola democrazia, quella instaurata
nel Kurdistan irachenoliberata
dai Pesh Merga (i partigiani
kurdi) tra luglio e ottobre del1991.
Le elezioni, volute dal Fronte deI
Kurdistan che amministrava
provvis0riamente la regione, -si
sono svelte nel maggio scorso. In
un clima di festa popölare, hanna
votato praticamente tutti, donne
e uomini dai 18anni di età. I 135
osservatori di diversi paesi deI
monda hanna giudicato tali elezioni
«fair and free», nanostante
si-siano svolte in un paese devastato,
ai limiti delle umane possibilità
di sopravvivenza.
Tra gli eletti al parlamento deI
Kurdistan, ci sono alcune donne.
Una di esse, -Kafia Sulaiman, è
ministro. Cinque seggi erano riservati
di diritto al M6vimento Democratico
degli assiri (cattolici di
rito caldeo) e alla Lega dei Cristiani
Uniti.
Primo ministro è un docente di
filosofia, Fuad Maasum. Parlamenta
e -governo hanna sede ad
Arbil. ln attesa della democrcrtiz-.
zazione di tutto l'Irak, scopo delle
elezioni era di dare un gave ma
civile al territorio -da cui il governo
centrale di Baghdad aveva
ritirato sia le forze armate sia
l' amministrazione.
.Da1230ttobre 1991infatti Baghdad
mantiene il blocco totale su
tutte le merci dirette al Kurdistan
compresi viveri e medicinali e ha
smesso di pagare i pubblici dipendenti
invitandoli a stabilirsi
fuori dal territorio liberato, se volevano
continuare a percepire stipendi
e pensioni. Nessuno 10ha
fatto. Questa disubbidienza civile
epaeifica di centinaia di migliaia
di persane, che hanno preferito
vivere in -povertà' e precariaménte
pur di non sottomettersi di
nuovo alla dittatura, non ha purtroppo
fatto notizia nel monda
della solidarietà edella nonviolenza.
Un punta di importanza fondamentale
per comprendere la
complessa situazione irachena, è
che la Regione autonoma deI
Kurdistannon si differenzia 'su
basi etniche ma su basi politiche.
La lotta prima dei partiti (clande-
-sini in Irak) e poi deI Fronte ha
sempre ovuto come obiettivo «democrazia
per l'Irak, autonomia
per il Kurdistan. «L'autonomia
della regione, possibile solo,
co~e lapalissianamentè han no
sempre sostenuto i Kurdi, in un sistema
democratico, è necessaria
per le oggettive differen;;o;edi cultura,
-storia, lingua, religioni e tradizioni
del popolo kurdo e delle
minoranze deI Kurdistan, anch'esse
da tutelâre. Va ricordato
che la regione kurda, (ex Viloy,ei
di Mossul) doveva diventare autOnoma
nel riassetto di tutta l'ar'ea
dopo la fine dell'Impero Ottomano,
e che soltanto a cciu;q
della scoperta deI petrolio nell'.area
di Kirkuk venne aggregata
all'Irak, sottoposto a mandato britannico.
Nella conferenza -di
Vienna (giugno '92) e nella ripresa
dei lavori a Salahaddin in
Kurdistan (settempre '92) pur
mantenendo il principio dell'integrità
territoriale di un futuro Irak
democratico, l'Opposizione irachena
si è espressa per l'autodeterminazione
nel Kurdistan, cioè
per la scelta tra autonomia amministrativa
ed una forma di federalismo.
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