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Ainas po su sardu - DOMU

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5.2. Consonanti<br />

Le consonanti occlusive sorde (che insieme alla labiodentale vediamo nella<br />

Tabella 5 a pag. 91) non vanno mai raddoppiate perché in Camp. non esiste op<strong>po</strong>sizione<br />

funzionale 1 scempia-geminata, giacchè quelle che erano geminate in latino<br />

danno in Sardo <strong>su</strong>ono occlusivo sordo (/p, t, c/), quelle che erano scempie in latino<br />

danno in Sardo Camp. <strong>su</strong>ono fricativo sonoro (/b, d, g/ attenuate).<br />

Neanche le consonanti occlusive sonore (/b, d, g/ forti) (vedi la Tabella 6 a pag.<br />

94) hanno bisogno di essere raddoppiate nella grafia, sia perché in latino non lo erano<br />

mai (ad eccezione di -DD- nei com<strong>po</strong>sti con AD-, mentre in sardo manteniamo la<br />

/dd/ per la cacuminale che viene dalla -LL- latina), sia perché nei prestiti <strong>po</strong>ssono<br />

essere lette occlusive (es. acabbai, aggradessi) o occlusive-fricative a seconda dei<br />

paesi (abbarrai o abarrai, adderetzai o aderetzai), dunque, per evitare grafie diverse<br />

in parole che sono invece semplici allofoni, preferiamo mantenere la grafia più<br />

semplice, cioè con una sola consonante. Ciò vale pure per le labiodentali (f, v), la<br />

bilabiale nasale (m) e tutte le affricate (c palatale, g palatale, tz, z).<br />

Quindi, come vedremo più avanti, le sole consonanti che scriviamo raddoppiate<br />

sono quelle che mantengono l’op<strong>po</strong>sizione funzionale scempia-geminata: L (filufillu),<br />

N (manu-mannu), S ([<strong>su</strong>] ca<strong>su</strong> - [deu] cas<strong>su</strong>), R (caru-carru), D (seda-sedda),<br />

facili da ricordare mnemonizzando le parole lana sarda.<br />

Le consonanti occlusive sonore all’inizio di parola in molti paesi cadono in<br />

fonetica sintattica quando hanno davanti una parola che termina per vocale, ma<br />

noi siamo del parere che sia necessario scrivere la parola sempre allo stesso modo,<br />

mantenendo anche la lettera che cade nel parlare.<br />

Nella Tabella 7 a pag. 96-97 sono indicate le consonanti nasali, la laterale, la<br />

vibrante e la fricativa alveolare. Queste sono le consonanti che hanno la maggiore<br />

varietà di pronuncia quando sono in <strong>po</strong>sizione intervocalica. La /n/ in tutto il Campidano<br />

centro-occidentale è pronunciata con la nasalizzazione della vocale precedente<br />

e nel Sàrrabus alla nasalizzazione si aggiunge il col<strong>po</strong> di glottide.<br />

La /l/ è certo la consonante che ha più allofoni in campidanese (nella tabella ne<br />

abbiamo messo sette), cioè modi diversi di pronunciare lo stesso fonema (non c’è<br />

mai op<strong>po</strong>sizione funzionale tra le forme), e anche la /r/ in molte parole cade.<br />

1 Op<strong>po</strong>sizione funzionale: è il fenomeno per cui, cambiando un solo <strong>su</strong>ono della parola,<br />

cambia il significato della stessa parola (es. soli, sostantivo, sole / solli, verbo, solere). Quando<br />

il <strong>su</strong>ono che cambia non fa cambiare il significato della parola, parliamo di allofoni (diverse<br />

pronunce in diversi luoghi della stessa parola), quindi in questo caso non c’è op<strong>po</strong>sizione<br />

funzionale (es. soli / solli / sobi / sogui / sorhi / soi, ecc., diverse pronunce della stessa parola,<br />

sole) e la grafia deve essere unica.<br />

impag. Nuovo 95<br />

9-03-2009, 19:07<br />

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